Chiesa di Santa Maria Assunta a Talciona – Poggibonsi

Luogo: Talciona

Comune: Poggibonsi

Data/periodo: Il nome Talciona sembra alludere alla presenza di un insediamento già in epoca etrusca. La località si trova nel punto di incontro tra la via Francigena, la via Salaiola e la Cassia. Qui, dal XI secolo, è documentato un castello, mentre la prima notizia certa della chiesa di Santa Maria a Talciona risale al 1156

Descrizione: Sebbene fosse in territorio fiorentino, la chiesa di Santa Maria fu inizialmente sotto la giurisdizione senese della pieve di Sant’Agnese a Castellina in Chianti, insieme alla canonica di Cedda, per poi passare direttamente sotto quella papale.

Nel 1234 i canonici di Talciona completarono la chiesa nelle forme attuali, come ricorda un’iscrizione incisa sull’architrave del portale occidentale. Nel 1270 l’esercito fiorentino distrusse il vicino castello di Poggibonsi e con esso una chiesa suffraganea di quella di Talciona, provocando un breve periodo di crisi nelle rendite dei canonici, già terminato all’inizio del Trecento.

Nel 1508 Talciona venne affidata a Santa Maria Nuova di Firenze e nel Settecento diventò prioria di patronato regio e fu decorata con stucchi e altari barocchi. Alla fine dell’Ottocento furono eseguiti dei restauri che portarono all’eliminazione delle decorazioni settecentesche e al recupero delle forme originarie.

La chiesa è ad aula unica. La facciata tardo romanica, con tetto a capanna, è realizzata in blocchi di travertino, arenaria e calcare pliocenico disposti in file parallele. Nella parte superiore della facciata si apre un occhio circondato da una cornice a foglie ricurve in laterizio; tra la cuspide e l’occhio è inserito uno stemma invetriato di Santa Maria Nuova, attribuito alla bottega di Benedetto Buglioni, realizzato dopo il 1508. Lo stesso stemma è presente anche all’interno della chiesa, nella zona presbiteriale. Nell’arco ogivale sopra al portale è visibile una decorazione stilizzata con palmette interrotte da un rilievo, interpretato come la colomba dello Spirito Santo o come un’aquila che ghermisce un serpente. Nell’architrave, datato 1234 e sorretto da due mensole antropomorfe, è raffigurata un’Adorazione dei Re Magi in cui è presente anche San Giuseppe. La Madonna è stata avvicinata stilisticamente a quella del dipinto della Madonna dagli occhi grossi, proveniente dal Duomo di Siena e oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo.

Sul fianco esterno della chiesa è visibile una cesura nella muratura che segna il limite tra la costruzione più antica, verso l’abside, e quella successiva in direzione della facciata, databile attorno al 1234. Il campanile, della fine del Cinquecento, è in laterizio alternato a blocchi di pietra squadrata in posizione angolare.

All’interno, gli intonaci settecenteschi sono stati rimossi lasciando così i mattoni a vista. Nella zona absidale si apre una monofora centinata che nella parte interna ha una decorazione con una testa umana collocata sopra due figure di pavoni; sul lato sinistro è presente un tabernacolo in terracotta attribuito a Giovanni e Andrea Della Robbia, databile al primo decennio del Cinquecento. Il tabernacolo è delimitato lateralmente da due lesene con decorazioni vegetali, in alto è coronato da una lunetta con teste di cherubino e al centro c’è una piccola porta lignea per conservare il Sacramento, con due angeli laterali in adorazione e in alto la colomba dello Spirito Santo.

Bibliografia:

AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell’Acero, 1996, pp. 121-123

AA. VV., I luoghi della fede. Il Chianti e la Valdelsa senese. La storia, l’architettura, l’arte della città e del territorio Itinerari nel patrimonio storico religioso, Milano, Mondadori, 2000, pp.99-100

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2006

Moretti I., Stopani R., Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968, pp. 161-166

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo 09/00384741 (compilata da Capecchi G., 1994)

Autore scheda: Alessia Quercioli

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