La Tomba etrusca di La Malpensata – Radda in Chianti

Luogo: Località La Malpensata

Comune: Radda in Chianti

Data/periodo: Nella stessa area sono state scoperte due sepolture diverse per tipo e cronologia: la prima, a camera e con breve dromos, è datata tra la fine del VII secolo a. C. e la metà del VI secolo a. C.; la seconda, alla cappuccina, è datata genericamente ad età romana

Descrizione: Negli anni Ottanta è stata individuata casualmente e poi scavata dalla dottoressa Giuseppina Carlotta Cianferoni, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, una tomba a camera realizzata in pietra con copertura a pseudocupola e breve dromos di accesso, databile tra il VII e il VI secolo a. C.

La tomba era ancora inviolata al momento della scoperta e conservava dunque interamente il suo corredo, i cui materiali sono risultati però fortemente danneggiati a causa del crollo della copertura, che ha schiacciato tutti i materiali in uno strato di circa 20 cm. La tomba conteneva almeno otto deposizioni, tra maschili e femminili; i materiali rinvenuti sono ora esposti al Museo Archeologico del Chianti senese a Castellina in Chianti. Tali materiali comprendono vari tipi di vasellame, fra cui ceramiche acrome decorate con cordone a rilievo, alabastra etrusco-corinzi, un oinochoe in bronzo e frammenti di vasellame in bucchero: al museo sono esposti in particolare un coperchio e un’ansa a nastro sopraelevata.

Tra i reperti si contano inoltre vari oggetti di ornamento personale: fibule in bronzo e in ferro, le parti terminali in bronzo di un cinturone da donna, un pendaglio e un orecchino a bauletto in oro, finemente lavorato a granulazione, sicuramente appartenente a una defunta di elevata posizione sociale e di grande ricchezza. La presenza di aghi in bronzo e fusaiole in terracotta rimanda alle attività quotidiane della defunta: il cucito e la filatura della lana.

Alcuni frammenti di armi in ferro (punte di lancia e spade, due punte di giavellotto, varie immanicature) componevano il corredo di uno dei defunti di sesso maschile, evidentemente un guerriero di alto rango.

Un vaso cinerario con coperchio, destinato a contenere i resti di un defunto cremato, e un secondo cinerario, attestato solo dal coperchio, testimoniano l’uso della tomba per più deposizioni di membri della stessa famiglia.

Un ulteriore rinvenimento è rappresentato da una sepoltura alla cappuccina di età romana non meglio identificabile, contenente due orecchini in bronzo.

Per fotografare il luogo del rinvenimento, controllarne le coordinate spaziali e valutare cosa ancora fosse visibile in situ abbiamo deciso di recarci di persona alla Malpensata e qui abbiamo avuto conferma che il terreno appartiene ancora alla stessa famiglia che ne era in possesso negli anni Ottanta. Appena arrivati ci ha accolto la signora Angela Pianigiani, attuale proprietaria del terreno e figlia del signor Pianigiani, che a suo tempo denunciò la scoperta fortuita della tomba, rinvenuta durante la realizzazione di lavori agricoli per la costruzione di un deposito nel campo vicino alla casa di famiglia.

Angela Pianigiani, con grande disponibilità ed estrema gentilezza, ci ha raccontato dei giorni dello scavo. All’epoca Angela era ancora una bambina e forse proprio per questo ha vissuto quell’esperienza con tutto lo stupore, l’entusiasmo e la curiosità propri della sua età. Quei giorni, ancora vivi nei suoi ricordi, furono per lei bellissimi: la scoperta aveva avuto grande risonanza in tutta la zona e dunque molte persone venivano ogni giorno a curiosare durante lo scavo, animando costantemente le sue giornate; inoltre gli archeologi le permettevano di aiutare a suo modo i lavori e di vedere da vicino i reperti rinvenuti, facendola sentire “archeologa per un giorno”.

Oggi purtroppo la tomba è invasa dalle erbacce (avrebbe bisogno infatti di costante manutenzione) e meriterebbe senza dubbio di essere maggiormente valorizzata. Manca inoltre un cartello che indichi come raggiungere il luogo del rinvenimento dalla strada più vicina ed un pannello che spieghi la scoperta e indichi nel Museo Archeologico del Chianti senese il luogo di conservazione ed esposizione dei materiali rinvenuti.

Bibliografia:

Cianferoni G. C., Gli Etruschi nel Chianti, in AA. VV., Gli Etruschi nel Chianti, in “Il Chianti. Storia, arte, cultura, territorio”, XV, Centro di Studi Storici Chiantigiani, Radda in Chianti, 1991, pp. 19-34

Cianferoni G. C., Insediamenti romani nel Chianti. Le testimonianze archeologiche, in AA. VV., Dal Chianti romano al Chianti medievale, in “Quaderni del Centro di Studi Chiantigiani”, Nuova Serie, 8, Aprile 1994, pp. 5-15

Valenti M., Carta Archeologica della provincia di Siena. Il Chianti senese, Siena, Nuova Immagine, 1995

Documenti:

Cianferoni_1991_Etruschi nel Chianti

Fonti:

Intervista ad Angela Pianigiani, raccolta da Massimo Pianigiani della Società Cooperativa Archeologica ARA in località La Malpensata il 21 giugno 2013

Autore scheda: Società Cooperativa Archeologica ARA

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