Ranuccio Bianchi Bandinelli

Luogo: Geggiano

Comune: Castelnuovo Berardenga

Settore di riferimento: Archeologia

Data/periodo: Siena 1900, Roma 1975

Descrizione: Ranuccio Bianchi Bandinelli è nato a Siena il 19 febbraio del 1900 da un’antica famiglia nobile. È stato un importante archeologo, storico dell’arte e politico, esponente del Partito Comunista Italiano. Dopo essersi laureato con una tesi sulla città etrusca di Chiusi nel 1923 presso l’Università di Roma, ha ricoperto il ruolo di direttore del Museo di archeologia di Firenze, quello di professore incaricato di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso l’Università di Cagliari e in seguito quello di professore ordinario presso l’Università di Pisa. Nel 1944, dopo essere stato arrestato dai fascisti, si è iscritto al Partito Comunista Italiano.

In campo scientifico, ha fondato e diretto diverse riviste quali “La Critica d’arte”, l’“Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale”, edita in sette volumi tra il 1958 e il 1966, e la “Biblioteca storica di antichità”.

Come uomo politico ha abbracciato le idee crociane, gramsciane e marxiane e ha ricoperto importanti incarichi: è stato per diversi anni direttore dell’Istituto Gramsci e consigliere comunale a Siena, dove ha fatto approvare negli anni Cinquanta un importante piano regolatore per la tutela degli spazi verdi. Ha scritto per giornali come “Rinascita” e “L’Unità”, in particolare sui temi della tutela del patrimonio culturale.

Nella sua autobiografia del 1948, Diario di un borghese, racconta del suo percorso che dall’idealismo crociano approda al comunismo e al marxismo, rendendo anche manifesti i disagi che la sua origine aristocratica gli creava in ambiente politico.

Nella tenuta di famiglia, presso Geggiano, a pochi chilometri da Siena, Ranuccio Bianchi Bandinelli ha ospitato personaggi illustri della politica, dell’arte e della letteratura italiana: da Sibilla Aleramo a Renato Guttuso, da Palmiro Togliatti a Giorgio Napolitano.

Chi lo ha conosciuto lo ricorda anche per il garbo con il quale si è relazionato al mondo contadino, condividendo la propria passione politica con i mezzadri della fattoria di Geggiano e spingendo alcuni di loro a frequentare la scuola di partito a Firenze.

In coerenza con i suoi principi, negli anni Cinquanta, quanto la mezzadria si avviava alla fine, creò con i mezzadri che lavorano nei terreni di famiglia una cooperativa autogestita, alla quale ha poi ceduto le proprietà terriere. È morto a Roma il 17 gennaio del 1975.

Bibliografia:

Bianchi Bandinelli R., Dal diario di un borghese e altri scritti, Milano, Mondadori, 1948

Video:

Intervista a Giuseppe Semboloni raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Geggiano, Castelnuovo Berardenga (SI), il 13 aprile 2012

Interviste a Quintilio Semboloni raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Geggiano, Castelnuovo Berardenga (SI) il 19 aprile 2012

Autore scheda: Pietro Meloni

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