Edificio romano di Petroio – Castelnuovo Berardenga

Luogo: Località Petroio, sommità collinare presso il torrente Bozzone, 366 m slm

Comune: Castelnuovo Berardenga

Denominazione: Petroio, Podere il Paradiso

Data/periodo: Sono visibili alcuni resti, conservati in elevato, di un edificio di epoca romana, databile alla tarda età repubblicana (I secolo a.C.), inglobati nel casale di epoca moderna; l’edificio moderno dovrebbe risalire al XVII-XVIII secolo; gli ultimi interventi di ristrutturazione risalgono ai primi anni del XXI secolo; gli interventi non hanno però interessato i resti più antichi, modificando invece gli annessi moderni e l’area circostante

Descrizione: Dall’esterno, l’arco è difficilmente individuabile: la presenza di un’alta siepe che delimita l’attuale proprietà non permette una chiara visione. Abbiamo quindi deciso di suonare il campanello e chiedere ai proprietari se era possibile entrare. Siamo stati accolti con un’incredibile gentilezza, abbiamo potuto accedere alla proprietà e fotografare l’esterno.

Nella struttura attuale sono presenti alcuni resti di muratura, conservatisi in elevato, che fanno intuire una struttura di epoca romana piuttosto complessa, dotata di un arco realizzato in opus mixtum.

Costituito da una base in opus reticolatum con rombi di pietra di nove centimetri per lato e un elevato in laterizio, l’arco si nota per la fattura particolarmente accurata e per il fatto che nella zona senese (e nel Chianti in particolare) resti di età romana sono in genere molto rari. Nella facciata è evidente anche un altro pezzo di muro tagliato e inglobato nella struttura moderna. I proprietari ci hanno inoltre mostrato i resti della stessa muratura visibili anche all’interno della casa. Il muro in opus mixtum prosegue in alcuni ambienti e, con le recenti ristrutturazioni, è stato conservato e valorizzato nella sua originale composizione.

L’edificio non è citato da alcuna fonte antica e non risultano studi precedenti alla realizzazione della Carta Archeologica della Provincia di Siena. La datazione della struttura, ricavabile solo dall’analisi delle tecniche murarie, è abbastanza ampia e dunque generica, ma si è comunque ipotizzata una frequentazione senza soluzione di continuità dall’età imperiale per tutto l’alto Medioevo e fino ai giorni nostri. La notizia riportata nella Carta Archeologica di un pezzo di strada basolata scoperta in passato nei pressi dell’edificio e ormai distrutta, confermerebbe comunque l’antica presenza di una rete viaria, evidentemente connessa alla presenza dell’edificio e alla sua funzione pubblica o privata.

Dal punto di vista funzionale, l’emergenza è stata interpretata come statio o più probabilmente come villa; l’edificio doveva essere inserito in un contesto rurale piuttosto ampio del quale doveva costituire, data la monumentalità dei resti, uno degli edifici principali. La zona è comunque ricca di storia: il toponimo è attestato sin dal 1200. La comunità che risiedeva in questa zona in epoca medievale apparteneva allo Stato senese. Secondo quanto attestato negli antichi Statuti di Siena, la località è compresa nel vicariato “de Mençano” tra il 1337 e il 1339; inoltre risulta appartenere ai censuali già nel 1334 e ancora nel 1359 e nel 1400.

Poco oltre, presso la fattoria Petroio, si segnala la chiesa di San Michele Arcangelo a Petroio, risalente al XII secolo. La presenza dell’edificio di culto potrebbe indicare, come in molti altri siti analoghi, una continuità di insediamento dall’età romana fino a tutto il periodo medievale e in età moderna e contemporanea: la dedicazione potrebbe infatti far pensare a un legame con la presenza longobarda nella zona che, quindi, al momento della caduta dell’Impero Romano e verosimilmente in corrispondenza della caduta in disuso dell’originale edificio romano, ha determinato la continuità con la creazione già in età altomedievale di un piccolo villaggio (vicus? Pagus?), che si è poi evoluto nelle forme che ancora oggi possiamo vedere.

Bibliografia:

Valenti M., Carta Archeologica della provincia di Siena. Il Chianti senese, Siena, Nuova Immagine, 1995, p. 230, figg. 37-38 a p. 231 (F. 113 II, N. 85, SO 4808/687)

Rinvenimento inedito eccetto quanto documentato sulla scheda della Carta Archeologica

Fonti:

ASS, Statuti di Siena 26, cc. 189 v – 193 ; ASS, Opera metr. 1; ASS, Biccherna 744

Intervista agli attuali proprietari della villa che ingloba la struttura muraria di epoca romana raccolta da Massimo Pianigiani e Sandra Santoni della Società Cooperativa Archeologica ARA a Petroio il 20 giugno 2013

Autore scheda: Società Cooperativa Archeologica ARA

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento