Castello di San Giovanni d’Asso – Montalcino

Luogo: San Giovanni d’Asso

Comune: Montalcino

Descrizione: Il castello si trova in posizione dominante sulla Val d’Asso. La facciata principale è caratterizzata da bifore e monofore in pietra arenaria e da un imponente portone, sormontato da un arco “senese”, che dà accesso all’articolato complesso architettonico, le cui prime notizie risalgono alla metà del XII secolo (quando era proprietario Paltonieri di Forteguerra).

Numerosi ampliamenti e mutamenti strutturali sono stati effettuati nel corso del tempo: fu costruito il massiccio torrione in mattoni, poi inglobato nel blocco quadrangolare della fine del Duecento, e aggiunto nel XIV secolo un grande edificio di tre piani che ricalca la tipologia del palazzo signorile cittadino.

La proprietà del castello passò a varie famiglie: nel 1178 era degli Scolari, con Ugolino visconte di Chiusdino, poi dei conti di Civitella, dei Buonsignori (che lo acquisirono nel 1256), quindi dei Salimbeni e infine del Cardinale Riccardo Petroni, personaggio eminente che fu legato apostolico di papa Clemente V ed entrò in possesso del castello nel 1303. La famiglia Petroni restò proprietaria del castello per più di un secolo e mezzo, finché nel 1472 la proprietà passò in dote ai Martinozzi, signori di Montelifrè, e quindi alla famiglia Pannilini, che l’acquisirono nel 1538 e la mantennero fino agli inizi del Novecento. Nel 1990 il Comune di San Giovanni d’Asso rilevò metà del complesso, dando il via a una notevole campagna di restauri.

Al Cardinale Riccardo Petroni si deve la realizzazione del palazzo e la ristrutturazione della maggior parte degli antichi ambienti. La realizzazione dei diversi corpi di fabbrica in momenti successivi ha dato origine a una corte interna, con un bel portico sovrastato da una terrazza, e alla  costruzione della torretta esagonale con camminamento di ronda e merlatura (XV-XVI secolo).

La parte del palazzo che si affaccia sulla vallata presenta al primo piano una serie di finestroni archiacuti e, al secondo piano, due monofore ad arco ribassato. All’interno, le pareti conservano tracce di decorazioni pittoriche trecentesche a formelle quadrilobe policrome, drappi di vaio e fregi con fiori e uccellini. Il motivo a formelle colorate si ritrova anche nelle sale dell’ala nord (oggi di proprietà privata) e al piano superiore, nella cosiddetta “sala dell’ex-forno”, che ospita oggi l’archivio comunale.

Al piano nobile si trova anche il grande salone di rappresentanza. La decorazione della parte inferiore risale al tardo XVI secolo, come dimostrano gli stemmi della famiglia Pannilini su tre lati e il vivace fregio a grottesche in alto, tipico di quel periodo. Sono invece della prima metà del secolo il caminetto e il lavabo in pietra serena, quest’ultimo incorniciato da due paraste scanalate da un architrave sormontato da un arco con al centro lo stemma dei Pannilini, che si ripete nell’emblema partito dipinto più in alto (inizio del XVI secolo).

Nei seminterrati del castello, che un tempo ospitavano i locali di servizio, ha oggi sede il Museo del Tartufo.

Bibliografia:.

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2006

Guiducci A.M. (a cura di), Le Crete senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Milano, Mondadori, 1999

Molteni G. (a cura di), San Giovanni d’Asso. Museo del Tartufo e Centro di documentazione, Silvana Editoriale, Milano, 2008

Note: Il Cardinal Petroni commissionò, ai piedi del castello, una nuova chiesa dedicata a San Giovanni Battista, in luogo di un’altra preesistente (ritenuta inadeguata), e la dotò di una ricca collezione di opere d’arte e di reliquie. Tra i dipinti si ricorda in particolare il trittico raffigurante la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e San Giacomo, attribuito al maestro duccesco Niccolò di Segna (oggi conservato al Museo Diocesano di Pienza). Le reliquie furono collocate in una teca ad ante lignee sopra l’altare maggiore. Ogni anno, per la domenica in Albis, si estrae a sorte il nome di un santo, la cui reliquia viene portata in processione; al momento di riporre la reliquia, lo scricchiolio determinato dalla chiusura delle ante del reliquiario è segno di buon auspicio per il raccolto annuale della campagna: da qui il nome della festa “dello Scricchio”.

Autore scheda: Agnese Fanti

 

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