Il culto alla Madonna di Provenzano e la sua Collegiata

Luogo: Piazza Provenzano Salvani – Siena

Contrada:  Imperiale Contrada della Giraffa

Data/periodo: 1555 nasce il culto della Madonna di Provenzano

Descrizione: La Madonna di Provenzano e il suo santuario racchiudono in sé quasi cinque secoli di storia e di passione tutta senese per la città, i suoi valori civici e la sua eredità culturale, ma soprattutto per la sua Regina, la Vergine Maria.

Fino alla metà del Cinquecento, il rione di Provenzano, dove sorgevano una volta le case della consorteria del condottiero Provenzan Salvani, era noto per frequentazioni di taverne e postriboli. Sulla parete di una casa, non lontana da Via delle Vergini, era scolpito uno dei tanti tabernacoli mariani, probabilmente raffigurante la Madonna col Cristo morto sulle ginocchia. La scultura, in terracotta di fine Quattrocento, fu oggetto di un gesto sacrilego negli anni drammatici della presenza delle truppe imperiali alla vigilia della caduta della Repubblica di Siena (1555). Qualcuno sparò un proiettile di arma da fuoco che frantumò tutta l’immagine, lasciando integro solo il volto e la parte superiore del busto della Vergine. Questo è quanto ancora oggi visibile analizzando l’immagine della Madonna di Provenzano. Il gesto sacrilego dette origine al culto riparatorio nei confronti dell’immagine e di lì a breve alla devozione “nazionale” senese nei confronti della Madonna di Provenzano.

Ovviamente sull’origine di un culto così vasto e vissuto si sono intrecciate leggende e racconti popolari sui dati storici. Si narra che a sparare il colpo fosse stato un soldato spagnolo ubriaco, il quale secondo diverse versioni morì nell’esplosione del fucile, secondo altre, più “miti”, si convertì. Fra i miti fondatori del culto alla Madonna di Provenzano non poteva mancare uno dei protagonisti della Siena del Cinquecento, il celebre Brandano, il “pazzo di Cristo” originario di Petroio, che andava predicando la conversione dai mali costumi della sua epoca. Sembra che Brandano, in un suo sermone prima di morire (1554), avesse così sentenziato: “Siena!… Io vedo i tuoi mali e non posso rimediarvi, perché Iddio è troppo adirato con te, Siena!… Metti la Signoria nel crivello, sinnò andrai in bordello! Siena!… Manda le tue figliuole scalze a far penitenza in Provenzano, perché t’è vicina a venire addosso una gran piena che t’affogherà… Senesi! Il vostro benessere è riposto in Provenzano e l’alta Regina che ha guardata Siena, la guarderà in eterno”.

Fra verità e leggenda, l’attaccamento del popolo e soprattutto della povera gente alla “Madonnina ferita” aveva ormai raggiunto dimensioni talmente grandi che nel 1594 la Balìa dispose di iniziare la costruzione di un grande santuario per contenere l’immagine, riconosciuta ufficialmente come “miracolosa” anche dalla Santa Sede. Il progetto fu affidato al certosino senese Damiano Schifardini, ma realizzato dal concittadino Flaminio del Turco. Il 16 ottobre del 1611 i lavori non erano ancora terminati, ma si procedette alla solenne dedicazione dell’edificio sacro. La domenica successiva, il 23 ottobre, la Madonna di Provenzano fu traslata all’interno del nuovo Santuario, con una grande processione che attraversò tutta la città, immortalata in diversi dipinti da Antonio di Taddeo Gregori. Per gestire l’enorme afflusso di pellegrini, nel 1614 il Granduca fonda l’Opera di Santa Maria in Provenzano, presieduta da un Rettore laico, nominato dalle istituzioni cittadine.

Papa Urbano VIII nel 1634 erige il Santuario in Insigne Collegiata e istituisce un Capitolo di Canonici, presieduti da un Proposto, che avevano il compito di celebrare le messe, confessare e assistere i pellegrini in tutte le loro necessità. L’immagine della Madonna di Provenzano, venerata sotto il titolo di Advocata nostra, varcò ben presto i confini del territorio senese, diffondendosi in tante rappresentazioni in tutto il centro Italia. Particolarmente ad Arezzo, la venerazione all’immagine della Madonna di Provenzano ebbe uno sviluppo interessante, dando vita al culto della “Madonna del Conforto”, a partire dal 1796 in seguito ad un evento prodigioso che protesse la città dal flagello del terremoto.

A Siena, oggi, la Madonna di Provenzano significa soprattutto la grande festa del 2 luglio, nell’antico calendario liturgico festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, mistero a cui è intitolata la Collegiata di Provenzano, che i Senesi affettuosamente ed erroneamente chiamano “basilica”. Dal 1656, in onore della Madonna di Provenzano, si corre in questo giorno la carriera del Palio, orgoglio e vita dell’antica Siena, città della Vergine.

Bibliografia:

Alessi C., Borgogni M. e Tavolari B. (a cura di), La collegiata di Santa Maria in Provenzano, BancaCras, 2008

Brogi M. e Brogini P.,  L’Opera di Santa Maria in Provenzano e il suo archivio, in Chiesa e vita religiosa a Siena. Dalle origini al grande Giubileo, Siena, Cantagalli, 2002

Parri, G., Il fantasma della Pietà. La Madonna di Provenzano tra leggenda e realtà, Siena, Protagon Editori, 2010

 Autore scheda: Imperiale Contrada della Giraffa, Don Enrico Grassini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento