Il borgo di Torri – Sovicille
Luogo: Torri
Comune: Sovicille
Denominazione: Badia di S. Mustiola a Torri, Torri
Data/periodo: VI-VII secolo
Descrizione: Sull’etimologia del toponimo “Torri” esistono varie ipotesi: una è che sia derivazione latina da turris, “macchina d’assedio in legno” o anche “castello” o “torre di avvistamento”; un’altra propone una derivazione germanica.
Non si hanno notizie certe sulla nascita di Torri. Sul monte Agutolo, su cui sorge Torri, sarebbe sorto addirittura un castello in epoca pre-etrusca. La disposizione del borgo e gli studi eseguiti sulle strutture murarie permetterebbero comunque di collocare l’incastellamento tra il VI e il VII secolo. Alla metà dell’XI secolo risale invece la fondazione dell’abbazia delle SS. Trinità e Mustiola, posta nel 1070 da papa Alessandro II sotto la diretta dipendenza della Sede Apostolica.
Come Sovicille, anche Torri fu anticamente sotto la giurisdizione della potente casata feudale degli Ardengheschi.
Nel 1245 i monaci di Torri entrarono sotto la formale tutela del Comune di Siena: i monaci si impegnarono allora a far costruire sulla Merse tre edifici con quattro mulini ciascuno, da gestire in società tra l’abbazia e il Comune. Ai mulini si aggiunsero poi gualchiere, una ferriera e una fornace.
Nel 1333 anche Torri e la sua abbazia vennero colpite dalle incursioni delle truppe pisane guidate da Ciupo degli Scolari. Partito da Massa per vendicare la sconfitta dell’esercito pisano-massetano ad opera dei senesi nel 1332, Ciupo degli Scolari invase il territorio senese, prese alcuni castelli e si spinse fino a Torri, bruciando e depredando tutto il paese.
Lo statuto senese del 1337-1339 affidava il castello, con la sua abbazia, al terzo vicariato di Monticiano.
I primi anni del XV secolo videro anche il borgo di Torri colpito da pestilenze e carestie, che decimarono la popolazione e spinsero i pochi superstiti a cercare salvezza nell’allontanamento dalla zona. Il problema demografico sarebbe rimasto per alcuni decenni, se è vero che ancora nel 1410 la Repubblica senese invitava la popolazione di Torri a fare ritorno nelle proprie terre e a prendere possesso dei propri beni.
Con decreto del 14 dicembre 1467 veniva autorizzato il restauro delle mura del castello.
Nel 1530 Torri, insieme a Rosia, venne occupata dalle truppe imperiali di Don Ferrante Gonzaga, che sarebbero rimaste sul territorio per diversi anni, accelerando la decadenza del borgo e dell’Abbazia. Caduta la Repubblica di Siena, nel 1555, Torri, come tutto il contado senese, subì un vero e proprio declino.
Per quanto riguarda l’Abbazia, il documento più antico che ne attesta l’esistenza è una Bolla pontificia di Alessandro III, datata 13 gennaio 1069, con cui il Pontefice prendeva sotto la protezione della Sede Apostolica l’abbazia. Incerta rimane la data della sua fondazione, anche se probabilmente collocabile nella seconda metà dell’XI secolo, epoca in cui S. Giovanni Gualberto, fondatore dei Vallombrosani, diffuse in Toscana la sua congregazione benedettina. Nel 1189 otteneva la consacrazione della sua chiesa.
Nel corso del XIV secolo lo spirito della riforma dell’XI secolo si era però frattanto affievolito. Anche l’abbazia vallombrosana di Torri era ormai lontana dai principi ispiratori di S. Giovanni Gualberto. Con il XV secolo l’abbazia imboccò la via del tramonto; l’abbazia fu “commendata” nel 1462 da papa Pio II, che nel 1465 ne assegnò i redditi e l’uso alla mensa episcopale di Siena.
La storia medievale del borgo di confonde ovviamente con quella dell’abbazia e non è una caso che conosca il suo periodo migliore a cavallo tra XII e XIII secolo, in corrispondenza con il fiorire dell’abbazia. Come nella crescita, il borgo seguì le sorti dell’abbazia anche nel declino.
Bibliografia:
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Guerrini R. (a cura di), Sovicille, Cassa Rurale ed Artigiana di Sovicille, 1988, p. 46
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Autore scheda: Eleonora Belloni