Badia di San Lorenzo a Coltibuono – Gaiole in Chianti

Luogo: Coltibuono

Comune: Gaiole in Chianti

Data/periodo: Si hanno notizie di una chiesa fin dal X secolo e precedentemente di un oratorio dedicato a San Lorenzo, ma i documenti ci attestano che l’abbazia che oggi vediamo è stata edificata nel 1037 e consacrata solo nel 1049

Descrizione: L’abbazia di San Lorenzo a Coltibuono costituisce una delle più significative testimonianze del romanico nel Chianti.

Essa sorge in una zona strategicamente e politicamente importante, ai confini dei contadi di Firenze, Siena e Arezzo, in un’area dominata a lungo dalla potente consorteria feudale dei Firidolfi Ricasoli, i quali furono fondatori e patroni del monastero.

L’edificio religioso, il cui nome in latino significa “buon raccolto”, viene donato a Giovanni Gualberto, monaco che dà vita al movimento dei Benedettini riformati di Vallombrosa, e sin dal 1095 viene inserito nei possedimenti dell’ordine Vallombrosano. Durante il XII secolo, l’abbazia si arricchisce costantemente grazie a lasciti e donazioni e giunge a controllare numerosi altri centri religiosi della zona. Dal 1239 passa sotto la protezione della repubblica di Firenze e nel 1488 viene data in commenda, insieme alla Badia a Passignano, al cardinale Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X.

L’edificio attuale ha una pianta a croce latina e si sviluppa su un’unica navata che termina nell’abside semicircolare. La copertura del tetto non presenta più le originali capriate a vista ma volte a botte, risalenti al XVIII secolo, epoca in cui l’abbazia viene notevolmente modificata. Sopra il transetto è eretta una singolare cupola ottagonale, che all’esterno appare racchiusa da una massiccia struttura cubica, tipo pagoda, accanto al possente campanile merlato dal carattere più militare che religioso.

All’interno, sotto l’altare maggiore, sono conservati i resti del Beato Benedetto Ricasoli che, divenuto monaco, visse in realtà in un eremo detto “Castellaccio”, non lontano dalla badia. All’esterno l’edificio risulta privo di qualsiasi elemento scultoreo, come la maggior parte delle fabbriche vallombrosane. Sulla destra della chiesa si sviluppano gli ambienti anticamente adibiti a monastero.

Nel 1810, al tempo delle soppressioni napoleoniche, la chiesa viene ridotta a parrocchia e l’intera struttura viene trasformata in villa-fattoria. Da quel momento si registrano numerosi passaggi di proprietà con vicende anche molto rocambolesche fino all’arrivo della famiglia Stucchi Prinetti, attuale proprietaria dei terreni, dell’azienda vinicola e dell’agriturismo Badia a Coltibuono.

Da aprile a ottobre vengono organizzate visite guidate pomeridiane all’interno dell’ex monastero e della cantina, mentre la chiesa è aperta tutto l’anno per le funzioni domenicali e dei giorni festivi.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 361-362

Avanzati E., Ciampolini M., Il Chianti senese: itinerari storico-artistici, Siena, uova immagine editrice, 2001, pp. 85-86

Barzanti R., Chianti senese: pievi, castelli, borghi, vigneti e cantine, Milano, Mondadori, 1998, pp. 182-183

Bosi L., Le ville del Chianti, Pistoia, Tellini, 1981, pp. 93-96

Majnoni F., La Badia a Coltibuono. Storia di una proprietà, Monte Oriolo (Impruneta), Francesco Papafava editore, 1981, pp. 55-77

Favini A. (a cura di), Abbazie, monasteri ed eremi nel paesaggio della Toscana, Siena e Empoli, Laris Editrice e Editori dell’Acero, 2003, pp. 152-156

Torriti P., Le chiese del Chianti, Firenze, Le lettere, 1993, pp. 138-140

Valenti M., Il Chianti senese: Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Siena, Nuova immagine, 1995, pp. 254-255

Documenti:

Badia 1. Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, edizioni polistampa, 2009, pp.57-58

Badia 2. Marchetti F., Tognaccini D., Le più antiche immagini del Chianti. L’albero genealogico dei Ricasoli in una stampa del 1584, Firenze, edizioni polistampa, 2009, pp.57-58

Note: Intorno alla badia c’è un bosco di pini bianchi, piantato dai monaci, mentre all’interno si trova un bellissimo giardino impostato secondo uno schema che rispecchia quello dell’antico hortus conclusus. Spartito da geometriche di siepi di bosso con inserimenti di piante aromatiche e officinali, al centro presenta una vasca rettangolare e le pavimentazioni dei sentieri in pietra serena, mentre lunghi pergolati di vite ornano alcuni dei percorsi più esterni.

Di fianco alla badia si erge poi un bellissimo cedro del Libano alto 20 metri e con una circonferenza del tronco di 7 metri, censito nell’elenco delle piante monumentali della Toscana dal Corpo Forestale dello Stato.

Autore scheda: Francesca Rosini

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