La cava di Montegrossi – Gaiole in Chianti
Luogo: Montegrossi
Comune: Gaiole in Chianti
Denominazione: Cava di Montegrossoli
Data/periodo: Le calcareniti di Montegrossi sono dell’Eocene medio–superiore (45-35 milioni di anni fa)
Descrizione: Il geografo Francesco Pardi descrive così l’area di Montegrossi: per vedere la roccia a nudo, i luoghi più favorevoli sono gli squarci artificiali nelle viscere della terra aperti nelle cave, le cui pareti hanno spesso un notevole rilievo didattico. Nella cava di Montegrossi, sullo spartiacque con la Val d’Arbia, il taglio ha sezionato pieghe spettacolari, di ordine decametrico, nelle Calcareniti (o Brecciole Nummulitiche) il cui lungo affioramento taglia in obliquo il Chianti senese fino a Villa a Sesta: materiale da costruzione di grande rilievo storico, preferito al Macigno, sia per la sua robustezza sia per la relativa esiguità degli strati che ne rendevano molto più facile lavorazione e l’uso. La pietra in opera spicca, oltre che in numerosi castelli chiantigiani, nella vicinissima Badia a Coltibuono e nella casa-torre che presidia il passo tra Montevarchi e Gaiole.
La cava di Montegrossi si trova sui Monti del Chianti lungo la dorsale Chianti-Cetona, porzione emergente di struttura appenninica che chiude a ponente il Val d’Arno. La grande piega (anticlinale) che è visibile lungo il fronte di cava è la testimonianza delle forze che sono entrate in gioco durante la formazione degli Appennini, avvenuta tra l’Oligocene ed il Tortoniano superiore, cioè tra 27 e 8 milioni di anni fa. La causa che ha determinato la loro nascita è stato lo scontro tra la placca africana e quella europea. Le pieghe che si sono formate in seguito alla compressione dei corpi rocciosi, rimangono come testimoni silenziosi di quegli eventi.
La grande piega, che è visibile a Montegrossi, è una anticlinale coricata e fagliata costituita dalla falda toscana. Al nucleo di questa piega affiorano le calcareniti di Montegrossi, dal colore grigio e da un elevato contenuto in carbonato di calcio. La loro origine marina testimonia come queste rocce si siano formate in un ambiente completamente diverso da quello attuale. Vicino all’abitato di Montegrossi, i ripidi versanti presentano dei bellissimi sistemi di terrazzamenti realizzati con blocchi di calcare nummulitico. Lo stesso eremo vallombrosano di Badia a Coltibuono, che si trova a pochi chilometri in linea d’aria dalla zone delle cave, è realizzato con questa pietra.
Bibliografia:
Bambini A. M., Brogi A., Cornamusini G., Costantini A., Lazzarotto A., Nuovi dati litostratigrafici e biostratigrafici sulla Scaglia Toscana nella Toscana meridionale (area di Rapolano Terme), in “Italian Journal of Geosciences”, vol. 128 (CXXVIII), n. 3, October 2009
Pardi F., L’osservazione geomorfologica del paesaggio, in Magnaghi A. (a cura di), Rappresentare i luoghi. Metodi e tecniche, Firenze, Alinea, 2001
Lazzarotto A., Elementi di geologia, in Giusti F. (a cura di), Storia naturale della Toscana meridionale, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 19-88
Documenti:
Note: La cava di Montegrossi rientra nell’areale del SIR/SIC 88 dei Monti del Chianti.
Autore scheda: Serena Castignoni
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