I bullettai di Castelnuovo Berardenga

Luogo:  Castelnuovo Berardenga

Comune:  Castelnuovo Berardenga

Data / periodo: Dell’attività dei bullettai si hanno notizie certe a partire dall’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento, quando le macchine sostituirono il lavoro manuale delle botteghe artigianali

Descrizione: Castelnuovo Berardenga è luogo rinomato nel Chianti per la bravura degli artigiani e in particolar modo dei fabbri, abilissimi nel forgiare il ferro e creare oggetti unici. In passato, erano in molti a svolgere questo mestiere talvolta assai faticoso, che richiedeva precisione e creatività e le cui tecniche si tramandavano di padre in figlio. Lo sviluppo di questa attività nel cuore del paese fu notevole, tanto che nell’attuale piazza Marconi esiste tuttora un edificio noto come “Palazzo dei Fabbri”, in passato sede dell’Officina Porcellotti.

Il fabbro aveva davvero molte cose da fare: si occupava della ferratura di porte e finestre, realizzava le serrature e lavorava molto spesso per i contadini che gli commissionavano strumenti per il lavoro nelle campagne, come zappe e vanghe. I fabbri di Castelnuovo che realizzavano questi tipi di oggetti erano diventati famosi e molto richiesti soprattutto per la produzione della cosiddetta “bulletta”: un antenato del chiodo moderno che veniva utilizzato per svariati lavori.

In realtà, come spiega Mario Zacchei, fabbro castelnovino oggi in pensione, non esisteva un unico tipo di bulletta, ma se ne fabbricavano di varie misure perché venivano usate per scopi diversi. Quelle più lunghe servivano, ad esempio, per fissare le travi nei tetti delle case e le staccionate dei recinti degli animali, mentre quelle molto piccole erano utilizzate nelle botteghe dei calzolai per proteggere le suole delle scarpe. Nello specifico la bulletta si presentava come un comune chiodo, ma differiva da quest’ultimo per la capocchia larga e sagomata. Esistevano anche bullette con la capocchia di forma rotonda che avevano fondamentalmente una funzione decorativa, dato che venivano inserite nei portoni dei palazzi più importanti per fini ornamentali.

Questa importante attività artigianale è documentata fin dall’Ottocento e si è protratta almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, quando il boom economico investì anche le piccole botteghe artigianali che si dotarono di macchine per la produzione in serie. Il termine “bullettaio”, riferibile da principio solo ai fabbri che realizzavano il famoso chiodo, negli anni si è allargato all’intera popolazione del capoluogo e rappresenta oggi una sorta di sinonimo del termine “castelnovino”. Il termine “bulletta” è oggi il titolo del giornalino parrocchiale e il nome della polisportiva del paese.

Bibliografia:

Anichini F., I mestieri del passato, Firenze, Bonechi, 1992

Oliveto, L., Castelnuovo Berardenga. Storia, Arte, Natura, Tradizioni, Firenze, Aska Edizioni, 2007

Fonti:

Intervista a Mario Zacchei raccolta da Ylenia Civitelli il 24 Luglio 2013 a Castelnuovo Berardenga

Autore scheda: Ylenia Civitelli

Video: La fabbricazione delle bulletta, dimostrazione didattica di Fabio Zacchei nell’ambito del progetto “ABC del Territorio”, video girato da Sara Testi nel 2010

 

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