Santuario di Santa Maria a Romituzzo Poggibonsi

Luogo: Poggibonsi

Comune: Poggibonsi

Denominazione: Chiesa del Romituzzo, Chiesa di Romituzzo, Santuario di Romituzzo

Descrizione: La chiesa di Santa Maria a Romituzzo è stata costruita in posizione isolata rispetto al primitivo centro di Poggibonsi, in un terreno di proprietà degli Adimari, una nobile famiglia fiorentina che aveva diverse proprietà in quella zona.

L’origine del nome Romituzzo è incerta: non si sa se derivi dalla presenza di un piccolo romitorio o, come molti riportano, dal fatto che in una delle case dell’area vivevano, intorno al 1321, tre pie donne che conducevano una vita eremitica e penitente (e perciò dette “romite” o “romituzze”). Nei pressi di questo luogo, lungo la via Cassia, Bernardo Adimari decise di far costruire un tabernacolo entro il quale venne fatta dipingere da un pittore senese, tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400, una Madonna col Bambino (chiamata anche Madonna della Neve).

Alla fine del XV secolo il figlio ed erede di Bernardo, Donato Adimari, per meglio conservare l’immagine (che il popolo già chiamava “Madonna di Romituzzo”) la collocò all’interno di un tempietto. Nel 1460 Antonio Adimari, figlio di Donato, sostituì questo tempietto con un oratorio, circondato da un ampio loggiato; l’immagine sacra venne sistemata all’interno di una cornice di legno dorato sopra un bell’altare in pietra serena.

Intorno alla metà de XVI secolo cominciarono a essere attribuiti alla Madonna di Romituzzo i primi miracoli; ebbe così inizio il periodo di massimo splendore dell’oratorio, legato all’aumento della frequentazione e delle offerte devozionali. Sono della fine del Cinquecento la costruzione di un cippo forato per la raccolta delle elemosine, posizionato ancora oggi di fronte all’altare maggiore, e la dotazione di alcuni arredi come i confessionali, le porte del coro, la balaustra lignea nel presbiterio (poi rimossa) e il dipinto con la Pietà, opera del pittore Jacopo Caldori.

La discussione sull’attribuzione della competenza per l’amministrazione dei beni e la custodia dell’oratorio fece nascere una controversia fra la famiglia Adimari e il Comune di Poggibonsi, che riteneva di aver diritto sulla chiesa dal momento che insisteva su una strada pubblica ed era stata eretta con il concorso del popolo; la questione si concluse solo un secolo dopo con un diretto intervento del Governo fiorentino.

Inizialmente la Madonna della Neve veniva festeggiata, come da tradizione, il 5 agosto. In seguito, la festa venne anticipata alla prima domenica di maggio, perché sembra che in quella data la Vergine miracolosa avesse compiuto un grandioso prodigio.

I doni votivi offerti alla Madonna per le grazie ricevute riempirono pian piano le pareti della chiesa, della sagrestia e del loggiato. Gli ex voto erano di vario tipo: quelli in argento vennero fusi nel 1700 per costruire la lampada che pende dal soffitto, mentre gli ex voto dipinti, eseguiti dal XVI al XIX secolo, sono oggi sistemati in sagrestia. Tra tutti, spiccano i 5125 ex voto anatomici appesi in file alle pareti della chiesa: si tratta di teste, busti, figure intere, mezze figure, bimbi in fasce, mani, braccia, gambe e piedi in carta pressata e dipinta che furono forse realizzati in serie nella vicina Colle di Val d’Elsa, specializzata nell’artigianato della carta.

Oggi la chiesa presenta ancora il loggiato, che si estende lungo tutta la facciata, chiuso da una cancellata costruita nel 1926. Accanto al portone d’ingresso è collocata una pietra forata per le elemosine risalente al 1760. Sopra le due ali del porticato sono stati ricavati a fine Ottocento ambienti che ospitano la canonica da un lato e gli alloggi del sacerdote dall’altro.

Il campanile, costruito a fine Cinquecento, è probabile che in epoche successive abbia subito rimaneggiamenti anche notevoli, mentre le campane sono un lascito del 1888.

La chiesa si sviluppa su un’unica navata con soffitto a capriate lignee, ricostruite dopo un crollo avvenuto nel 1971. Presenta una cantoria in controfacciata e due altari laterali in stucco, risalenti al 1612. Il semplice volume della chiesa è dominato dalla presenza delle offerte votive in carta, appese alle pareti sopra il cornicione a stucco e i decori ottocenteschi a specchiature e lesene dipinte.

Nel presbiterio si trova l’altare maggiore in pietra serena scolpita e dorata, che custodisce l’immagine della Madonna col Bambino arricchita da una cornice architettonica in legno dorato. L’immagine sacra, eseguita ad affresco, mantiene poco dei primitivi caratteri, essendo stata danneggiata dal tempo e da incauti restauri. Nel 1690, in occasione della festa dell’Ascensione, la Madonna è stata coronata d’argento, mentre le attuali corone dorate sono state sistemate sul dipinto nel 1926 con grandi festeggiamenti, come riporta la lapide posta all’ingresso.

Bibliografia:

Costantini D., Il santuario di Romituzzo in Poggibonsi: cenni storici, San Gimignano, Tipografia Pasqualetti, 1975

Fonti:

Tesi di laurea: Tanzini A., Gli ex- voto anatomici del santuario del Romituzzo a Poggibonsi, Siena, Università di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1990-1991

Scheda SBAP SI 09/00234656 (Fineschi A., Guicciardini P., Magni M., 1989)

Autore scheda: Silvia Vellini

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