Cartiera La Buca a Colle di Val d’Elsa

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Denominazione: La Tana

Descrizione: La cartiera sorge lungo la gora che dalla Divisa va verso il borgo di Spugna.

Nel 1319 la Buca, denominata “La Tana” in numerosi documenti, ospitava una percossa o caduta per arrotare. Nel 1342, con l’affitto per dieci anni a Bucione del fu Filippo di Villa Basilica, si registra la volontà di trasformare la percossa in gualchiera per la carta, ovvero in una cartiera. Come tutti gli edifici andanti ad acqua, la Buca era dotata di numerosi canali e by pass, da tenere puliti e “rimondati”, che permettevano il girare dei ritrecini e indirizzavano anche l’acqua della gora verso l’edificio successivo. La “rimondatura”, ovvero la pulizia della gora dai residui e dai depositi, era un’operazione obbligatoria per tutti i proprietari o affittuari degli edifici.

La Buca si presentava suddivisa in tre livelli: al piano terra c’erano le stanze per la cernita degli stracci e le camere abitate dal cartaio; nella parte seminterrata si svolgevano le fasi produttive con le molazze, i tini e i magli per lisciare la carta; all’ultimo piano, nello spanditoio, venivano portati i fogli tramite un montacarichi e lì si appendevano a delle cordicelle e si procedeva con l’asciugatura. Terminata la fase dell’asciugatura, i fogli venivano riportati nel laboratorio per essere lisciati e rifilati, suddivisi in balle e spediti verso le principali città italiane e straniere.

La presenza di numerose aperture, un tempo chiuse parzialmente da portelloni in legno, rende gli edifici da carta ben riconoscibili. Quello della Buca conserva gran parte delle macchine produttive, come due vasche Olandesi dotate delle piastre per rendere l’impasto più fine ed ottenere una carta di maggiore qualità.

Nella prima metà del Novecento, all’interno della cartiera, si producevano puntine e trafile. Per produrre l’energia necessaria venne collocata anche una turbina, rimasta in funzione fino al 1960. Negli anni Settanta l’edificio fu acquistato dal Comune, alcuni annessi furono demoliti per far spazio al nuovo asilo e nel corpo centrale si progettò l’allestimento di un museo della carta, con un centro di documentazione e consultazione dell’archivio Ceramelli Papiani, contenente importanti memorie sulla produzione cartaria colligiana dal Seicento in poi. In questi anni sono stati fatti numerosi interventi di consolidamento per mettere in sicurezza l’edificio.

Bibliografia: 

Dini F., Le cartiere in Colle di Valdelsa, in Carta e cartiere a Colle, Firenze, Tipografia Baccini e Chiappi, 1982, pp. 86-87

Forti A., Ragoni B. e Roselli P., Cartiere ed opifici andanti ad acqua, Firenze, Alinea Editrice, 1984

Moretti I., Le Gore di Colle, in AA. VV., Colle di Val d’Elsa nell’età dei granduchi medicei. “La Terra in Citta et la Collegiata in Cattedrale”, interventi in occasione della mostra tenutasi a Colle di Val d’Elsa, 7 giugno-25 ottobre 1992, Firenze, Centro Di, 1992, pp. 50-56

Ninci R., Colle di Val d’Elsa: una memoria storica da salvare, in “Le filigrane”, n. 1, Colle di Val d’Elsa, Boccacci, 1996, p. 23

Ragoni B., L’archivio Ceramelli Papiani conservato dal Comune di Colle di Val d’Elsa. Inventario, Firenze, La Nuova Italia, 1984

Valacchi F., L’archivio Ceramelli Papiani: fonti per la storia delle cartiere e degli imprenditori della carta a Colle in Età Moderna, in AA. VV., Colle di Val d’Elsa nell’età dei granduchi medicei. “La Terra in Citta et la Collegiata in Cattedrale”, interventi in occasione della mostra tenutasi a Colle di Val d’Elsa, 7 giugno-25 ottobre 1992, Firenze, Centro Di, 1992, pp. 45-49

Fonti:

Biblioteca Comunale “M. Braccagni” di Colle di Val d’Elsa: archivio Ceramelli Papiani, n.133, inserto non numerato, Capitoli sopra le gore. Sua condotta et dell’acqua a Colle

Autore scheda: Annica Gelli

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