L’Arte dei vasai

Luogo: Via dei Pispini, 98 – Siena

Contrada: Nobile Contrada del Nicchio

Data/periodo: Secoli XIV-XXI

Descrizione: In tutta la contrada dell’Abbadia Nuova sono attestate fornaci per la produzione di laterizi e ceramiche fino dal sec. XIII; sicuramente la posizione del borgo, in quel periodo ancora fuori delle mura urbiche, garantiva più sicurezza dagli incendi e, contemporaneamente, nella zona era possibile approvvigionarsi facilmente di argilla ed acqua.

I secoli XIV e XV vedono il massimo sviluppo delle fornaci e la chiesa dell’Abbadia Nuova diventa il punto di riferimento dei vasai della contrada con i Santi Giacomo e Filippo, titolari della chiesa eletti Protettori dell’Arte dei Vasai di tutta la città; in loro onore, per secoli, si terrà qui la festa annuale.

Il forte legame dei vasai con il territorio è evidenziato anche dagli incarichi che molti artigiani ricoprono: ricordiamo Cennino di Salvi pignattaio, custode della porta di Busseto nel 1307, come pure Nanni Turini che nel 1406 è capitano dell’Abbadia Nuova.

Ancora nel 1528 nel nuovo statuto dell’Arte ci si riferisce ai “gloriosi Sancti Apostoli Jacobo et Philippo… advocati et protetrici dell’arte nostra”.

Dopo la metà del XVI secolo si nota un declino della produzione, che comunque continua almeno fino al XVIII secolo per estinguersi definitivamente nel secolo successivo.

A fronte, tuttavia, di una copiosa documentazione archivistica, non si conoscevano testimonianze tangibili, nel territorio, che comprovassero questa attività secolare. Rivestono perciò particolare importanza le due restituzioni di ceramica avvenute durante i lavori di rinnovamento dei locali della Società della Contrada negli anni Settanta del secolo scorso e durante i lavori di restauro dell’Oratorio negli anni 2000-2001.

Il recupero nei locali della Società del Nicchio eseguito da volontari della contrada con l’autorizzazione della Soprintendenza competente e sotto la guida del professor Riccardo Francovich, titolare dell’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Siena, ha permesso di documentare la presenza di un forno e di acquisire un’importante e copiosa quantità di materiale ceramico che attesta una produzione continuata ininterrottamente dal XIV all’inizio del XVI secolo. I materiali, oggi in gran parte restaurati, sono conservati nella “Sala dei Vasai” appositamente allestita.

La maggior parte della ceramica rinvenuta si colloca cronologicamente tra la metà del secolo XIV e la metà del successivo; infatti le classi più rappresentate sono la maiolica arcaica, l’ingobbiata e graffita. Troviamo, in percentuale minore, la zaffera e la floreale gotica; è inoltre ampiamente presente la ceramica depurata acroma come pure la ceramica da fuoco. Dobbiamo ricordare infine la grande copia di scarti di cottura e biscotto di primo forno, come pure il grande numero di crogioli da fusione, distanziatori e “casette da forno” che attestano in modo inequivocabile l’attività della fornace. Tra le terrecotte ritrovate figurano anche alcune mirabili curiosità come i giocattoli ceramici forgiati con analogo impasto, fischietti in forma animale (testa d’asino) ed umana (cavaliere, figura femminile, bambino) realizzati con l’uso di due matrici saldate e rifiniti manualmente. Altra curiosità riguarda la campanina troncoconica a base svasata e con piccola presa apicale che è del tutto peculiare nel panorama morfologico corrente e che risulta attestata soltanto fra i reperti di una fornace della zona. Possiamo quindi affermare che questo ritrovamento rappresenta ancor oggi la più significativa testimonianza di una fornace attiva in Siena in periodo basso medievale.

La ceramica, invece, proveniente dai lavori di rifacimento del pavimento dell’oratorio pur essendo anch’essa riferibile ad un contesto di fornace per la copiosa presenza di scarti e malcotti, è di seconda giacitura, riutilizzata appunto per mettere in opera il pavimento della chiesa. Troviamo ancora presenza di maiolica arcaica e graffita, ma è presente principalmente ceramica da mensa sei-settecentesca, generalmente modesta come qualità, rivolta ormai solo ad un mercato interno, in particolare a coprire le necessità dei conventi della zona.

Sempre nella Sala dei Vasai sono conservate numerose targhe devozionali e di possesso, che in origine erano collocate nelle facciate delle case della contrada e che, in vari momenti, per motivi di sicurezza o per necessità di conservazione sono state rimosse e sostituite da copie; in particolare segnaliamo alcune targhe di possesso della contrada, altre riferibili alla compagnia di Santo Stefano (la chiesa e i locali di detta compagnia, già soppressa in periodo lorenese, sono oggi in gran parte occupati dalla società del Nicchio “La Pania”). La targa tuttavia più importante è quella seicentesca, ripresa da un rilievo marmoreo del XV secolo opera di Benedetto da Maiano, che raffigura la Madonna con il Bambino, dove è stata sostituita da una copia; tale tabernacolo, posto nel vicolo omonimo, viene addobbato dai “cittini” della contrada ogni anno, l’8 settembre, in occasione della tradizionale festa in onore della Madonna che si svolge in tutta la città ed è appunto detta festa dei Tabernacoli.

Nella Sala dei Vasai, infine, dal 2011 è conservata la donazione Bagnacci, una raccolta di 19 pezzi di ceramica senese databili dal XIV al XVIII secolo donata alla contrada da Marisa Caroti Bagnacci in memoria del marito Osvaldo, nicchiaiolo.

Come detto, dal secolo XIX, si perde ogni traccia della produzione di ceramica nel territorio del Nicchio, ma da alcuni anni la contrada e più specificatamente l’Arte dei Vasai, una Onlus nata al suo interno, organizza a maggio, in occasione della festività dei Santi Giacomo e Filippo, una mostra di ceramica contemporanea con l’intento non solo di ricordare l’antico mestiere dei vasai dell’Abbadia Nuova ma anche di diffondere la conoscenza dell’arte ceramica e di stimolare la ripresa di questo tipo di attività artigianale tra i giovani.

Alla manifestazione, giunta quest’anno (2014) alla sesta edizione, hanno partecipato e partecipano importanti e famosi maestri ceramisti italiani ed esteri e, grazie alla generosità di molti di loro, il museo della contrada si è arricchito di circa trenta opere di ceramica contemporanea.

Bibliografia: 

Francovich R., La ceramica medievale a Siena e nella Toscana meridionale (secc. XIV-XV), Firenze, Edizioni All’Insegna Del Giglio, 1980, pp. 199-275.

Maccherini G. e Pepi A., La ceramica, in I vasai dell’Abbadia Nuova, Siena, Nobile Contrada del Nicchio, 2006a, pp. 41-68.

Maccherini G. e Pepi A., La restituzione dall’Oratorio di San Gaetano, in I vasai dell’Abbadia Nuova, Siena, Nobile Contrada del Nicchio, 2006b, pp. 69-74.

Maccherini G. e Pepi A., Ceramiche della donazione Bagnacci, Siena, Ed. Nuova Immagine, 2012, pp. 9-71.

Migliori Luccarelli A., Orciolai a Siena, Faenza, 1983, pp. 225-400.

Pozzi F., Orciolai e vasai nei documenti di archivio, in I vasai dell’ Abbadia Nuova, Siena, Nobile Contrada del Nicchio, 2006, pp.77-81.

Note: Ogni anno a maggio, per la ricorrenza dei Patroni dell’Arte dei Vasai, Santi Giacomo e Filippo, viene celebrata la Festa dei Vasai dell’Abbadia Nuova. Ogni anno in tale occasione viene consegnato il Premio Antica Arte dei Vasai.

Autore scheda: Nobile Contrada del Nicchio, Paolo Fiorenzani

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