Società “La Pania” nel Nicchio

Luogo: Via dei Pispini – Siena

Contrada: Nobile Contrada del Nicchio

Data/periodo: Dal 1946

Descrizione: Come molte delle consorelle, anche il Nicchio alla fine dell’Ottocento aveva fondato una sua Società di Mutuo Soccorso (almeno due, Montaperto e La Bandiera), così come negli anni Venti del XX secolo era nata l’Associazione Sportiva Antonio Palmieri (ASAP). Ma fu subito dopo la Guerra che i contradaioli dei Pispini sentirono l’esigenza di ritrovarsi con continuità e organizzare attività ricreative per il tempo libero anche fuori dal palio.

Il primo passo fu compiuto il 5 gennaio 1946, quando quattordici di loro firmarono questo documento nella Sala delle Vittorie: “Si sono riuniti i seguenti contradaioli ed hanno costituito la Società Ricreativa del Nicchio, aderente alla Nobile Contrada del Nicchio”. Il Consiglio Direttivo nacque pochi giorni dopo, anche se le prime vere elezioni si tennero il 31 maggio 1947, con la partecipazione di 58 soci. Pure la sede fu trovata quasi subito: tre quartieri, allora al n. 30 di via dei Pispini, cui si aggiunsero, tra il settembre 1950 e l’anno dopo, altre stanze, occupando così l’intero primo piano e l’orto sottostante, presto usato per le attività estive. Allora si diceva che una volta entrati in quei locali non si poteva uscirne più, si rimaneva “impaniati”, e così la Società del Nicchio fu chiamata la “Pania”, artefice Dante Marzocchi detto Gambino.

Questo edificio aveva una sua storia: sin dal Duecento era detto l’“ospedaletto”, ove si assistevano i pellegrini, ma già dal tardo Trecento fu trasformato in una delle tante fornaci di ceramisti e vasai presenti nel rione dell’Abbadia Nuova. Nel 1519 l’abate di SS. Giacomo e Filippo, allora proprietario dell’immobile, lo concesse in enfiteusi al noto scultore Lorenzo di Mariano Fucci detto il Marrina, che vi impiantò il proprio laboratorio, per un canone annuo di 10 lire e una libbra di cera lavorata da consegnare alla chiesa in occasione della festa dei Santi titolari. Alla sua morte il figlio Giacomo, orafo, ne mantenne la locazione fino al 1572, quando l’abate dell’Abbadia Nuova gli intentò una causa, facendogli perdere ogni diritto sull’immobile, ormai in condizioni fatiscenti. Nel maggio di quello stesso anno “l’habitatione o vero luogo rovinato con facciate e certa parte di tetto con orto di dietro e con piazza ad uso d’orto volgarmente detto lo Spedaletto, quale già si riteneva da Iacomo detto il Marrina”, fu concessa in enfiteusi alla compagnia laicale di Santo Stefano. Così il fabbricato fu trasformato in oratorio, lavori conclusi intorno al 1576 (sacrestia e facciata vennero però completate nel 1615). Molti confratelli erano nicchiaioli e così la Contrada cominciò ad adunarsi presso questa chiesetta, finché, a seguito di vari attriti, non fu deciso di costruire l’oratorio dedicato a San Gaetano.

L’oratorio di Santo Stefano fu chiuso dopo il motuproprio granducale di soppressione delle compagnie laicali (1785); l’intero stabile e l’orto furono ceduti ad Antonio Cortecci che per l’appunto lo trasformò in magazzino e abitazioni. Negli anni Cinquanta la Pania non ampliò solo la sede ma intensificò anche la propria attività sportiva e ricreativa, e nel 1958 fu organizzata la Mostra dei “Tipi Vinici”, scherzoso nomignolo che alludeva ai notevoli bevitori presenti in Contrada, antesignana di quella Fiera Gastronomica che vide la luce nel 1964. Negli anni Settanta, oltre a valorizzare gli spazi interni, si decise di utilizzare i terreni della vallata sottostante, ampliando notevolmente quelli esterni. L’ultima grande ristrutturazione della Pania è avvenuta tra il 1992 e il 1998.

Bibliografia: 

Ciampolini M., La decorazione della soppressa compagnia di S. Stefano a Siena, Siena, Edisiena, 1988

Falassi A., Festa di Siena, in Falassi A., Catoni G., Palio, Milano, Electa, 1982, pp. 23-25

Società del Nicchio, Oltre 30 anni di pania, Siena, 1979

Società La Pania, Pania Cinquantesimo. 1947-1997, Siena, Arti Grafiche Ticci, 1997

Società La Pania, 1947. L’anno che nacque la Pania, Siena, Masterdigital, 2007

Autore scheda: Nobile Contrada del Nicchio, Roberto Cresti, Riccardo Manganelli e Stefano Marzocchi

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