La scampanata al vedovo o alla vedova

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: Fino al secondo dopoguerra

Descrizione: La “scampanata” si faceva in passato a Monticiano quando un vedovo (o una vedova) si risposava. La prima notte di nozze, la gente del paese si riuniva sotto le finestre dei novelli sposi e faceva loro una scampanata rumorosa con i campanacci dei buoi. Gli sposi, per essere lasciati in pace, dovevano quindi offrire a tutti del buon vino, così che ognuno se ne potesse tornare a casa soddisfatto. Se gli sposi si rifiutavano di offrire da bere, la scampanata continuava ancor più chiassosa.

L’usanza, oggi scomparsa (è stata recuperata, nel recente passato, solo in qualche rara occasione), sembra inserirsi nella consolidata tradizione toscana dei canti di questua. In questo caso, al dono è associata una valenza apotropaica e quindi la questua è ritenuta obbligatoria.
Possiamo trovare delle similitudini nel dono del latte, che si faceva in estate nei giorni in cui si celebrava la festa della Madonna delle Nevi. Era un dono di condivisione con la comunità che ricordava il rapporto tra il Beato Antonio Patrizi e la Madonna delle Nevi, che il Beato era solito invocare nei momenti difficili. Rifiutarsi di donare il latte a chi ne faceva richiesta significava procurarsi la disapprovazione dell’intero paese.

Nel caso della scampanata, il vedovo (o la vedova), al(la) quale era di fatto concessa una seconda occasione, si trovava in un certo modo in debito con la comunità, e doveva quindi condividere questa sua fortuna attraverso una donazione, questa volta in vino. A chi si rifiutava, la scampanata rendeva impossibile la prima notte di nozze, simbolicamente la più importante nella formazione della coppia e della famiglia.

Autore scheda: Pietro Meloni

 

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