Il calendario delle feste a Monticiano

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Descrizione: Il calendario delle feste annuali di Monticiano, soprattutto nel passato, era assai ricco, legato principalmente alla tradizione religiosa e, nello specifico, al rapporto con il Beato Antonio Patrizi, patrono del paese. Oggi la partecipazione ad alcune feste si è molto affievolita, mentre altre, ormai scomparse, rimangono solo nella memoria delle persone più anziane.
Il calendario festivo di Monticiano comprende feste religiose e civili, nella fattispecie legate alle commemorazioni.

Il 6 gennaio si festeggia la Befana, festa ben nota ai bambini, che chiude il ciclo delle feste natalizie.
Il 17 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si usava dare la benedizione agli animali e ai mangimi: cavalli, muli, buoi, maiali, agnelli, capre, cani, gatti e galline venivano portati, tutti ben rassettati e abbelliti con dei fiocchetti colorati, presso il “Sodo”, cioè nell’area compresa tra l’edificio comunale e il Borgo. Sotto la scalinata della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, l’arciprete benediva le bestie e i mangimi per gli animali che erano rimasti nella stalla. Questa benedizione, che lega fortemente il mondo tradizionale a quello religioso, era praticata anche nei paesi intorno a Monticiano, come a San Lorenzo a Merse. Oggi la festa è scomparsa.

Il carnevale monticianese, oggi molto trasformato, era caratterizzato dal rituale di inversione dei ruoli e dei mascheramenti e dal fuoco (detto “focone”) che in piazza bruciava simbolicamente il Carnevale. L’ultimo giorno di carnevale, a Iesa, era anche in uso il “cantar la vecchia”. Si tratta di un canto di questua di mezza quaresima, noto nel senese anche come “sega-la-vecchia”, che era legato al mondo mezzadrile. Oggi questa tradizione è scomparsa; sopravvive in alcune zone della Toscana in forma di rievocazione.

La Settimana Santa di Monticiano, tuttora molto partecipata e sentita, ha inizio il giovedì, con la lavanda dei piedi, e si conclude il martedì dopo Pasqua con la tradizionale “sbraccettata” e il pellegrinaggio all’eremo di Camerata.
L’Ascensione, in passato, era legata anche alle rogazioni: quattro processioni che si tenevano nei tre giorni precedenti l’Ascensione e che avevano lo scopo di chiedere la benedizione per la fertilità dei campi. Insieme alle rogazioni era in uso anche la questua del latte, legata al tradizionale dono di latte fresco da parte dei contadini a chiunque ne avesse fatto richiesta. La tradizione narra che chi si fosse rifiutato di donare il proprio latte, avrebbe ottenuto da quel latte un formaggio guasto. Oggi la questua e le rogazioni sono scomparse.

Durante il Corpus Domini, l’ostensorio contenente il Santissimo viene portato in processione lungo le vie del paese.
Il 25 Aprile non è una festa, almeno non in senso stretto, ma rientra nell’ordine delle celebrazioni e delle commemorazioni civili. A Monticiano, in particolare, è il 24 Aprile ad avere speciale rilievo, perché in questa data si ricorda il passato legato alla Resistenza e all’attività dei partigiani in questo territorio e, soprattutto, la medaglia d’oro al merito civile che è stata conferita al paese dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2006.
L’ultima domenica di aprile si ricorda la morte del Beato Antonio Patrizi.

Il Palio dei Rioni è una corsa di cavalli che si corre in estate e che originariamente era legata al culto del Beato Antonio. Negli anni Settanta, la corsa è diventata evento autonomo, anche se il legame con il Beato rimane ancora nel palio, che rappresenta sempre momenti di vita del patrono. Come evento festivo, il Palio dei Rioni ricalca le feste con corse di cavalli, in particolare il Palio dei Siena.
La processione religiosa in onore della Madonna delle Nevi si celebrava in agosto, mentre in autunno il paese era impegnato nella trebbiatura delle castagne, che era un momento di socializzazione, di lavoro comunitario e gioia condivisa. In passato, la trebbiatura coinvolgeva amici e vicini, che in cambio del loro aiuto nel lavoro ricevevano compagnia e un banchetto.

La festa del ceppo è il Natale. Come racconta Alda Martinelli in uno dei suoi libri, in passato era un Natale povero e senza doni. La statua lignea di Gesù bambino veniva posta sull’altare della chiesa dove rimaneva fino alla fine delle celebrazioni.
Il “festone” decennale in onore del Beato Antonio Patrizi, patrono di Monticiano, è infine l’evento festivo più importante del paese, caratterizzato da celebrazioni religiose come processioni, messe ed eventi cerimoniali, e momenti di ritualità profana e conviviale come banchetti, balli, mercati e giochi.

Bibliografia:

Calossi L., Monticiano Tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Ciompi A., Monticiano ed il suo beato, Milano, Ancora Arti Grafiche, 2002

Golini E., Le feste della compagnia e la memoria del paese: tradizione e identità nel ciclo cerimoniale a Monticiano, Tesi di Laurea in Antropologia,Università di Siena, 1995

Golini E., Ritualità di un paese: il festone e le feste annuali, in Ascheri M., Borracelli M. (a cura di), Monticiano e il suo territorio, Siena, Cantagalli, 1997, pp. 287-300

Martinelli Petrini A., Monticiano, ritratto a memoria, Siena, Pascal Editrice, 2004

Martinelli Petrini A., Monticiano racconta. Testimonianze raccolte e trascritte da Alda Martinelli, Siena, Cantagalli, 2010

Autore scheda: Pietro Meloni

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