La trebbiatura delle castagne

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: In uso fino agli anni Cinquanta del Novecento, oggi è quasi interamente scomparsa

Descrizione: Il territorio di Monticiano è ricco di castagni e il rapporto con questi alberi è sempre stato particolarmente profondo. I due prodotti più importanti del castagno sono il legno e le castagne domestiche, delle varietà rossolina e carpinese, dalle quali si ricava la farina, in passato risorsa fondamentale dell’economia di queste zone.
Il ciclo che porta alla farina ha inizio con la raccolta delle castagne, nel periodo autunnale, alla quale un tempo partecipava tutto il paese, compresi i giovani, i bambini e le donne. Le castagne erano raccolte a mano utilizzando speciali pinze di legno, dette chiappèllore. I frutti venivano quindi messi nella patanoccia, una sacca che si legava in vita. Le castagne venivano quindi portate presso i seccatoi che, all’epoca, erano presenti in quasi tutti i castagneti. Lì, le castagne venivano essiccate.

Dopo l’essiccazione, le castagne venivano trebbiate. A partire dal secondo dopoguerra, la trebbiatura si faceva utilizzando speciali macchine a motore, mentre in precedenza era un’attività totalmente manuale. La mazzànghera chiodata serviva a battere le castagne secche e a togliere il primo strato di buccia. I frutti venivano quindi messi dentro una bigoncia (o bigonza), simile a quella per il vino ma più stretta in fondo, e battuti con il mànfano, un bastone dalla sommità corazzata che serviva per separare le castagne dalla seconda buccia. Infine, si usava il capistèo, uno speciale vassoio in cui le castagne venivano rimescolate e fatte saltare in aria per consentire al vento di liberarle dalla pula. Finita la trebbiatura, le castagne venivano portate al mulino per essere macinate e ridotte in farina. Da questa si ricavava la nutriente polenta, alimento di base per tutte le famiglie residenti in queste zone.

Molti abitanti del paese erano proprietari di un castagneto, oppure vi lavoravano a mezzadria. Poi, a partire dalla fine degli anni Venti del secolo scorso, la produzione di castagne ha cominciato a diminuire, anche a causa del mal dell’inchiostro, che ha danneggiato irreparabilmente i raccolti, ha portato all’abbattimento di molti esemplari e condotto, nel giro di qualche decennio, al declino dell’economia del castagno e all’abbandono dei seccatoi.

Recentemente, sono stati rimessi in funzione alcuni seccatoi, in un processo di riscoperta e patrimonializzazione della tradizione locale legato anche alla riproposizione di prodotti tipici come il pane di farina di castagne.

Bibliografia:

Calossi L., Monticiano Tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Calossi L., C’era una volta a Monticiano. Arti, mestieri e opere in un angolo della Toscana che fu, Siena, Pascal Editrice, 2006

Autore scheda: Pietro Meloni

 

 

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