Il fabbro a Monticiano

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: Fino agli anni Sessanta del Novecento

Descrizione: La maestria, l’abilità e la capacità di improvvisare rendono il fabbro una figura davvero particolare.
Legato all’economia del lavoro agricolo e dei boschi, il fabbro a Monticiano, come in molti altri borghi rurali, forgiava e accomodava soprattutto i ferri per gli zoccoli degli animali e gli attrezzi da lavoro: vomeri, zappe, vanghe, picconi, accette e roncole, ovvero gli arnesi più comuni del mondo contadino e di chi lavorava nei boschi.
La strumentazione del fabbro era essenziale: l’immancabile incudine dove battere il ferro, il mantice, la forgia e il tavolo da lavoro con la morsa. Qualcuno possedeva il travaglio per la ferratura dei buoi da lavoro.
Nella sua bottega, nelle gelide giornate invernali, i passanti si fermavano spesso, per fare quattro chiacchiere e riscaldarsi davanti al fuoco sempre acceso, alimentato da un soffietto manuale che in seguito, con l’arrivo della corrente elettrica (a Monticiano nel 1925), fu sostituito da un ventilatore.
Con la fine della mezzadria e la meccanizzazione del lavoro, il fabbro è divenuto figura marginale; in alcuni casi si è convertito ad un’artigianalità di nicchia, in altri casi è invece scomparso.
Leonardo Calossi ricorda la presenza di diversi fabbri a Monticiano: Riccardo Toscani, Luigi Ciompi, Giuseppe Toscani e, infine, Giuseppe Vannuccini, l’ultimo fabbro di Monticiano.

Bibliografia:

Calossi L., Monticiano Tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Calossi L., C’era una volta a Monticiano. Arti, mestieri e opere in un angolo della Toscana che fu, Siena, Pascal Editrice, 2006

Martinelli Petrini A., Monticiano racconta. Testimonianze raccolte e trascritte da Alda Martinelli, Siena, Cantagalli, 2010

Autore scheda: Pietro Meloni

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