Il corredo della sposa

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: L’uso di preparare il corredo per la sposa e, talvolta, anche per lo sposo, è un pratica antica sopravvissuta fino al recente passato

Descrizione: Il corredo, come dote che la sposa portava con sé quando abbandonava la propria casa per andare a vivere con il marito, si lega alla definizione dei rapporti familiari.

Di solito era la madre a preparare per la figlia tutto l’occorrente perché nella nuova casa non mancasse nulla. Qualche volta era la sposa stessa, nei ritagli di tempo, che si occupava di preparare il proprio corredo, di tessere la biancheria e, talvolta, anche di ricamare e lavorare all’uncinetto. Come ci racconta Rina Ceccherini, molte giovani donne confezionavano da sole asciugamani, coperte, sottocoperte, ecc. Spesso, poiché in passato ci si sposava presto, le giovani donne cominciavano già intorno ai quindici, sedici anni a lavorare al telaio per fare le lenzuola e a filare la lana per maglioni, scialli e maglie intime.

Preparare il corredo era un impegno serio, sia per le famiglie contadine, che erano numerose, sia per quelle residenti in città, dove il corredo era anche un segno della condizione sociale ed economica della sposa.

Generalmente si realizzavano dodici pezzi per ogni capo in base ai diversi usi domestici: per la camera da letto si preparavano tendine ricamate, lenzuola e federe di cotone, canapa, lino, talvolta (in rari casi) di seta; per il bagno erano necessari asciugamani e teli per il bagno; per la cucina occorrevano tovaglie, tovaglioli e canovacci. Erano poi necessarie camicie da giorno e da notte, sottovesti, fazzoletti, mutande e sottogonne. Nei corredi delle donne di classe sociale più elevata si aggiungevano anche bustini imbottiti, copribusto ornati di merletti, vestaglie e cuffiette ricamate da notte.

Col passare del tempo, l’usanza di preparare il corredo si è persa. Al suo posto, nel contesto della cosiddetta società dei consumi, si è fatta strada la lista di nozze, che comprende gli oggetti più svariati, dagli elettrodomestici ai televisori, dalla posateria alle pentole, dalla mobilia alla valigeria.

Bibliografia:  

Bravo G. L., Italiani. Racconto etnografico, Roma, Meltemi, 2001

Clemente P., Coppi M., Fineschi G., Fresta M., Pietrelli V., Mezzadri, letterati e padroni nella Toscana dell’Ottocento, Palermo, Sellerio, 1980

Di Piazza V., Semboloni Q., Quando cominciai a capì un po’ ‘l mondo: biografia di un mezzadro toscano dirigente comunista, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1999

Pellegrino A., Riti e mode matrimoniali nella pubblicistica femminile tra Ottocento e Novecento, in “Archivio per la storia delle donne”, vol. 2, Napoli, M. D’Auria Editore, pp. 153-172

Audio:

Intervista a Rina Ceccherini raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Barbischio, Gaiole in Chianti (SI), il 20 aprile 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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