Il castagno in Val di Merse
Luogo: Val di Merse
Comune: Monticiano
Denominazione: Castagno domestico, castagno selvatico, marrone
Descrizione: Tipico delle regioni montuose temperate, molto longevo, il castagno può superare anche i trenta metri di altezza. Il fusto, che nella pianta giovane è liscio e bruno-rossastro, diventa poi grigio-bruno con screpolature verticali; le foglie, caduche, sono verde brillante nella pagina superiore e opache in quella inferiore; le infiorescenze sono bianco-giallastre; il frutto è contenuto in una cupola spinescente, il riccio, di cui le castagne costituiscono il seme.
Le castagne si suddividono in selvatiche e domestiche. Quelle selvatiche, che danno frutti più piccoli e meno dolci, sono usate prevalentemente per la preparazione di mangimi, mentre le castagne domestiche servono per l’alimentazione umana.
I castagneti da frutto monticianesi sono costituiti prevalentemente da due varietà di castagne domestiche, le rossoline e le carpinesi, ottime per la produzione di farina. Le rossoline hanno frutti rotondeggianti, rossicci e lisci, mentre le carpinesi sono più grandi e più scure. I marroni sono presenze sporadiche perché crescono bene a quote più alte.
La coltura del castagneto ha avuto un’importanza fondamentale per il territorio comunale di Monticiano, che del bosco ha fatto per molto tempo una fonte primaria di sussistenza. La raccolta delle castagne era un evento centrale per tutta la comunità e un momento di socializzazione. I frutti essiccati erano ridotti in farina, che serviva per molteplici usi alimentari. Il legno era trasformato in travi da costruzione e pali per l’uso agricolo.
Il 25 agosto del 1925, un ciclone ha colpito i boschi del capoluogo comunale, svellendo anche piante secolari e compromettendo numerosi castagneti. Inoltre, negli anni successivi, gli alberi sono stati colpiti diffusamente dal mal dell’inchiostro, che ha danneggiato irreparabilmente i raccolti e ha portato all’abbattimento di molti esemplari, che sono stati venduti alle concerie per la preparazione di tannino o usati come legname. Lo scrittore monticianese Leonardo Calossi, nei suoi libri, ha parlato spesso del declino della “civiltà del castagno”, conclusasi poi definitivamente con il boom economico degli anni Sessanta e l’inesorabile abbandono di castagneti e seccatoi.
Recentemente, il Cinipide Galligeno del castagno, insetto alloctono arrivato in Italia probabilmente da innesti cinesi infetti, sta seriamente danneggiando i residui di castagneto ancora presenti sul territorio comunale.
Bibliografia:
Ascheri M., Borracelli M. (a cura di), Monticiano e il suo territorio, Siena, Cantagalli, 1997, pp. 245-246, 289-290
Bonelli G., De Bellis A. e Nanni G., Monte Amiata. Le insalate di campo, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2010, pp. 34-37
Bounos G. (a cura di), Il castagno: coltura, ambiente ed utilizzazioni in Italia e nel mondo, Bologna, Edagricole, 2002
Calossi L., Monticiano tant’anni fa. Vita di paese, Firenze, Stamperia Editoriale Parenti, 1988
Calossi L., Il tempo e la memoria, Montepulciano, Editori del Grifo, 1992, pp. 111-115
Calossi L., C’era una volta a Monticiano. Arti, mestieri ed opere in un angolo della Toscana che fu, Siena, Pascal Editrice, 2006, pp. 17-23
Muscò D. (a cura di), Le mappe di comunità della biodiversità in Val di Merse, Monteriggioni, Associazione La Collina, 2009, pp. 99-101
Documenti:
Video:
Accedendo alla sezione “Video” è possibile visionare “Il castagno”, con estratti dell’intervista a Lio Ganozzi realizzata a Scalvaia il 13 luglio 2013 da Marco Magistrali e Filippo Marranci (Associazione La Leggera) nell’ambito del progetto “TRAMONTANA. Documentazione e diffusione dei materiali culturali di comunità montane di lingua romanza”, selezionato sul bando 2011 del programma Cultura 2007/2013 dalla Commissione Europea.
Autore scheda: Irene Raspollini
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