Sagra dei pici a Celle
Luogo: Celle sul Rigo
Comune: San Casciano dei Bagni
Data/periodo: Dal 1969
Descrizione: I pici erano la pasta povera delle famiglie mezzadrili toscane, una sorta di spaghetto grosso ed irregolare fatto a mano, con solo farina e acqua. Con il tempo, come le tante “riscoperte” della tradizione contadina, anche i pici sono stati rivalutati e, da piatto povero, sono diventati uno dei piatti tipici della cucina senese.
A Celle sul Rigo le qualità dei pici sono state valorizzate in tempi non sospetti, ossia ancora distanti dai processi di patrimonializzazione enogastronomica. Risale infatti al 1969 la prima edizione della sagra dei pici di Celle, evento che continua ininterrottamente.
Per i cellesi i pici sono una cosa seria, come lo è d’altronde ogni discorso che chiama in causa la tradizione e la produzione enogastronomica, perché in essa si annida l’identità locale ed i sensi del luogo. Celle si attribuisce infatti il primato della produzione dell’autentico picio, secondo una tradizione di lavorazione a mano, rigorosamente all’aglione o, come variante, al ragù.
Nel 2012 si è tenuta anche una “disfida dei pici”, competizione giocosa con Montepulciano, per contendersi il diritto di città dove si producono gli autentici pici, secondo tradizione. Alla disfida ha presieduto una giuria di giornalisti che, alla fine – ma non poteva essere diversamente – ha decretato un punteggio di parità tra Montepulciano e Celle, rimandando al turista, che ogni anno partecipa alla sagra, ogni successivo giudizio gastronomico.
La sagra si tiene ogni anno l’ultimo fine settimana di maggio, accogliendo un numero di visitatori sempre molto vasto (anche 5.000 dal venerdì alla domenica). Non possiamo però ridurre la sagra dei pici a mero fenomeno di rivitalizzazione del patrimonio. Nel 1969 essa è nata con un intento ben preciso, trovare dei finanziamenti per mantenere in vita la Filarmonica locale, alla quale i cellesi tengono molto. La sagra, allora, è sì un modo per divertirsi tra giochi, tombole, sfilate della bande ma ha anche lo scopo di tenere insieme la comunità, che spesso rientra in paese dai luoghi dove si è spostata a lavorare e che attraverso essa vede il perdurare di altri tradizioni, come ad esempio la Filarmonica.
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Autore scheda: Pietro Meloni
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