Chiesa di San Salvatore ad Albola – Radda in Chianti
Luogo: Albola
Comune: Radda in Chianti
Data/periodo: L’edificio risale probabilmente agli inizi del XII secolo; figura negli elenchi nelle decime due-trecentesche fra le suffraganee della pieve di Santa Maria Novella in Chianti; nella visita pastorale del 1437 è registrato come chiesa parrocchiale, mentre nel 1443 è ricordato sotto il patronato dei Canigiani, quando fu unito dal papa Eugenio IV alla Commenda di Sant’Eufrosino alla Volpaia, fondata in quell’anno; nella Visita del 1763 risultano come patroni ancora i Canigiani, ai quali rimase sino al 1784, quando fu separata dalla suddetta Commenda dal Vescovo di Fiesole; nel 1837 è nuovamente segnalata sotto il patronato dei Canigiani; dal 1945, quando fu dichiarata chiesa parrocchiale la cappella privata della villa di Pian d’Albola, l’antica chiesetta continuò a essere saltuariamente officiata e il servizio religioso fu interdetto poco dopo il 1949; nel 1986 la parrocchia di Albola è stata soppressa e unita a quella di Santa Cristina alla Villa a Radda
Descrizione: La chiesa ha subìto molti rimaneggiamenti, specialmente all’interno. Attualmente soltanto nei muri perimetrali sono visibili alcuni tratti dell’originaria muratura medievale in filaretto di alberese. Testimonianze documentarie diverse consentono di ricostruire l’aspetto che la chiesa ha conservato sino agli anni Ottanta: un impianto tipicamente romanico ad aula rettangolare absidata separata dall’ambiente sul fondo mediante un arco e una copertura con volte a vela nella navata e a crociera nell’abside. All’interno, oltre all’altare maggiore intitolato al Santissimo Salvatore, vi era un secondo altare dedicato a San Donnino. Nel 1784 è ancora rammentata l’esistenza dell’altare dedicato a San Donnino, contenente la reliquia del Santo per il quale, fino al 1949, si celebrava una festa annuale che richiamava un gran numero di fedeli.
Nella Visita del 1894 si deplora lo stato delle fabbriche della chiesa e della canonica, ordinandone con ogni sollecitudine i restauri nonché la sostituzione di alcuni arredi sacri. Da questa stessa testimonianza emergono, fra l’altro, l’esistenza di un altare della Madonna, il ciborio e un lavabo in sacrestia. Nei documenti del 1917 e nel 1945 si insiste sulla necessità di restauri. Nel 1959 si ribadisce che la chiesa parrocchiale di san Salvatore ad Albola con la canonica è in pericolo per il cattivo stato di manutenzione e di statica […] per cui la chiesa è disdetta e la canonica è rimasta vuota perché non è abitabile e tutto è stato trasferito nella chiesa di Bugialla.
Attualmente l’edificio, dopo il restauro, è adibito ad altri usi.
Bibliografia:
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Torriti P. (a cura di), Le chiese del Chianti, Cassa di Risparmio di Firenze, Le Lettere, Firenze, 1993
Autore scheda: Maurizio Carnasciali
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