L’artigianato del cristallo a Colle di Val d’Elsa

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Data/periodo: Dal XIV secolo

Descrizione: L’artigianato del cristallo è un’importante risorsa per l’economia di Colle di Val d’Elsa, la maggior produttrice di cristallo italiano (il 98%) e tra le più importanti al mondo (il 14% della produzione totale).

Le prime “fabbriche” del vetro, di proprietà della famiglia Pasci, furono impiantate nel corso del Trecento presso il convento degli Agostiniani. Le industrie vere e proprie sorsero invece nell’Ottocento e passarono tra proprietà francesi e tedesche che investirono nel settore della vetreria colligiana anche per la facilità di reperire sul territorio le materie prime.

Durante il Novecento, si assiste a un periodo di crisi, dovuto in parte alla meccanizzazione e in parte a una flessione del mercato a cavallo tra le due guerre. Ma a partire dagli anni Sessanta, il mercato del cristallo colligiano si risolleva, grazie anche alla Cristalleria La Piana che, nel 1963, riesce a produrre un cristallo particolarmente trasparente e puro, con un contenuto di ossido di piombo superiore al 24% (il valore minimo per il riconoscimento del vetro come cristallo).

Il ciclo di produzione del cristallo è diviso in molte fasi, che necessitano dell’impiego di diverse figure professionali. In primo luogo occorrono le materie prime: silice, anidride borica e fosforica che servono a vetrificare; sodio e potassio per fondere; l’ossido di piombo per aumentare la densità del vetro. La prima fase del lavoro consiste nel preparare la miscela di silicio e sostanze alcaline che servono per abbassare il punto di fusione rendendo il vetro più facile da lavorare. Successivamente il composto viene messo nel forno per la fusione, che avviene a temperature di circa 700 gradi. Quindi si passa alla formatura tramite soffiatura, la prima attività in cui entra in gioco l’abilità dell’artigiano che produce l’oggetto vero e proprio. La soffiatura è accompagnata anche dalla “levata del bolo” e dalla “marmorizzazione”, che serve a comprimere il bolo in modo uniforme.

Segue la ricottura (o tempera) dove l’oggetto di cristallo, dalla forma ormai definita, viene sottoposto a un raffreddamento graduale per evitare che si spacchi.

Nell’arco del Novecento le figure professionali dedicate alla lavorazione del cristallo sono aumentate: troviamo l’addetto alla terre, il levatore, il temperista, il gentilista, lo sceglitore, l’attaccagambi, il levaparaison, il cupagista, il rifinitore, lo scannellatore, il molatore, il tagliatore a caldo, lo smerigliatore ecc. Tutte queste figure professionali rendono la lavorazione del cristallo un mestiere complesso e articolato, dove la manualità e la maestria artigianale ricoprono ancora un ruolo di primo piano.

Bibliografia: 

Burkhardt F. e Mantica C., Il cristallo di Colle Val d’Elsa. Artigianato, industria, territorio, Firenze, Electa 1993

Pacini S., Colle Val d’Elsa. La città del cristallo, Poggibonsi, Visiva, 2001

Tognarini I. (a cura di), IVV. Cinquant’anni e oltre di una cooperativa di produzione e lavoro, Siena, Protagon 2005

Autore Scheda: Pietro Meloni

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento