Avifauna delle Crete

Luogo: Crete senesi

Comune: Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme, Montalcino

Descrizione: L’area delle Crete senesi rappresenta uno degli ecosistemi più particolari della provincia di Siena. La vegetazione predominante è di tipo erbaceo e arbustivo, con rare aree dove ancora vivono lembi di bosco. I terreni, costituiti da argille plioceniche che in questa zona affiorano abbondanti, costituiscono un ambiente ottimale per piante allofite come l’Artemisia cretacea, diffusa nei prati e nei pascoli, e la Santolina etrusca, un endemita toscano che colonizza gli ambienti di gariga e in generale le zone dove il pascolamento degli ovini e l’utilizzo agricolo del suolo sono fattori fortemente condizionanti.

La tipologia di fauna che più di ogni altra caratterizza quest’area è rappresentata dagli uccelli, che qui nidificano e svernano. Si tratta di specie di alto valore conservazionistico, la cui importanza ornitologica è stata sancita dall’inclusione delle Crete tra le Important Birds Areas italiane, cioè le zone di importanza fondamentale per la sopravvivenza di specie di uccelli a rischio. Tra queste l’albanella minore (Cyrcus pygarsus), un raro rapace diurno legato ad ambienti di tipo steppico, che predilige zone di caccia prive di copertura arborea. Il maschio dell’albanella minore ha un piumaggio grigio perla, punta delle ali nera e una barra scura alla base delle remiganti secondarie. La femmina, un po’ più grande del maschio, presenta le parti superiori di colore marrone scuro e quelle inferiori di color crema, con ampie barre scure sul petto e sui fianchi. La zona più comune di nidificazione è quella dei campi coltivati a cereali e foraggio; dal momento che il nido con la nidiata viene spesso distrutto durante la mietitura, tale specie è a rischio di estinzione.

Il lanario (Falco biarmicus), un rapace di media dimensione molto raro, trova anch’esso nelle Crete l’habitat naturale per la riproduzione. Si riconosce per il tipico baffo, un striatura nera tra gli occhi e il becco. Tra le altre specie ricordiamo l’occhione e il calandro (Anthus campestris), passeriforme che rifugge le aree boschive e predilige le aree asciutte sassose, i calanchi e le aree a pascolo; ha una livrea che ricorda il colore della sabbia e dell’oro e costruisce con attenzione un nido utilizzando il muschio, le foglie e le radici. Inoltre la ghiandaia marina (Coracias garrulus), che dopo aver svernato in Africa orientale ritorna e nidifica nell’assolata campagna primaverile delle Crete senesi, soprattutto in Val d’Orcia; specie protetta e ora in diminuzione per la scomparsa dell’habitat riproduttivo, presenta una bellissima livrea di color turchese sul ventre e sulla testa. Ancora, l’averla cinerina (Lanius minor), l’averla capirossa (Lanius senator) e l’averla piccola (Lanius collurio), tutti passeriformi predatori che si cibano di grossi insetti, di piccoli uccelli e di piccoli mammiferi; la scomparsa di habitat adatti come gli alberi che delimitano le zone coltivate, l’uso di pesticidi e la diminuzione delle aree destinate al pascolo hanno reso sempre più rara la loro presenza. Poi l’ortolano (Emberiza hortulana), specie rara e presente in pochi siti.

Molte aree delle Crete senesi sono poi utilizzate a scopi agricoli, con un uso del suolo che prevede ampie zone a coltivi quali cereali, mais, barbabietola da zucchero, tabacco, girasole e impianti a olivo e vite. La monocoltura è divenuta oggi predominante rispetto a un utilizzo misto (promiscuo), tipico della conduzione poderale degli anni Cinquanta. In queste aree troviamo specie come l’allodola (Alauda arvensis), la cappellaccia (Galerida cristata), lo storno (Sturnus vulgaris), il beccamoschino (Cisticola juncidis), lo strillozzo (Emberiza calandra), la gazza (Pica pica) e la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), insieme a specie più rare come l’albanella minore e la quaglia. È presente anche il gruccione (Merops apiaster), che vive in alcune colonie anche in Val d’Orcia, in Val di Merse, in Val d’Arbia e in Val di Chiana.

Bibliografia:

Favilli L., Analisi faunistica, Amministrazione Provinciale di Siena, Ufficio di Piano per il PTCP, 1999

Giusti F., Favilli L. e Manganelli G., La fauna, in Giusti F. (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi Editore, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 386-427

Savi P., Ornitologia toscana ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana con l’aggiunta delle descrizioni di tutti gli altri propri al rimanente d’Italia, tomo primo, Pisa, Tipografia Nistri, 1827

Savi P., Ornitologia toscana ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana con l’aggiunta delle descrizioni di tutti gli altri propri al rimanente d’Italia, tomo secondo, Pisa, Tipografia Nistri, 1829

Savi P., Ornitologia toscana ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana con l’aggiunta delle descrizioni di tutti gli altri propri al rimanente d’Italia, tomo secondo, Pisa, Tipografia Nistri, 1831

Documenti:

Favilli-Analisi-faunistica

Ornitologia-toscana-quadri-sinottici

Fonti:

Sito realizzato dalla LIPU nell’ambito della Convenzione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Valutazione dello stato di conservazione dell’avifauna in Italia e aspetti divulgativi”

Autore scheda: Serena Castignoni

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