I calanchi di Monte Oliveto e Chiusure

Luogo: Crete senesi

Comune: Asciano

Descrizione: Il termine “calanco” proviene dal dialetto romagnolo e potrebbe derivare, secondo alcuni autori (Alexander 1980), dal latino calare (scavare, approfondire).

I calanchi si presentano come un sistema di vallecole fortemente incise, separate da creste sottili e articolate in modo da riprodurre un reticolo idrografico in miniatura.

Il processo erosivo più importante, operato dalle acque meteoriche, è il ruscellamento concentrato, che produce incisioni che possono essere dei piccoli rivoli (rills) oppure dei veri e propri solchi (gullies) generati dalla concentrazione dei filetti idrici in linee preferenziali.

In Toscana, i calanchi sono caratteristici dei terreni argillosi che, in genere, sono riconducibili alla sedimentazione del Pliocene. Un gruppo di ricerca dell’Università di Siena, guidato dal professor Armando Costantini, ha svolto un censimento e uno studio approfondito dei geositi presenti in provincia di Siena, creando un database informativo che ha il duplice scopo della conoscenza del patrimonio geologico e della sua conservazione. L’area calanchiva di Monte Oliveto e Chiusure è stata segnalata come uno dei geositi della Provincia di Siena.

In quest’area, compresa nel territorio delle Crete senesi, si possono osservare fenomeni eclatanti per estensione, gerarchizzazione e approfondimento del reticolo idrografico. Si tratta di quattro versanti con forma, in pianta, a ferro di cavallo, rivolti a sud-ovest. La litologia, cioè la tipologia di terreni presenti, è costituita prevalentemente da argilla, ma sono presenti anche intercalazioni sabbiose. Sia le argille che le sabbie sono sedimenti marini depositatisi durante il Pliocene inferiore e medio.

Le pareti sommitali dei calanchi sono costituite da sabbie; se ne può apprezzare a occhio nudo la composizione perché appaiono con angoli di inclinazione quasi verticali. Dove affiorano le argille, l’erosione superficiale è più attiva e le pareti appaiono meno verticali. L’origine di queste sculture geologiche è legata a un’accentuata pendenza del versante e alla presenza di una copertura più resistente (caprock) di sabbiosi, depositata sui sedimenti più erodibili, cioè sulle argille. Le sabbie garantiscono il mantenimento di una pendenza elevata, tale da fornire l’energia sufficiente allo sviluppo del ruscellamento concentrato, condizione essenziale per la genesi dei calanchi.

Un ulteriore fattore favorevole alla genesi dei calanchi è quello climatico. Fin dal Medioevo la zona dove sorge Monte Oliveto era conosciuta con il nome di “Deserto di Accona”. Non dobbiamo però farci ingannare dalle cronache perché la zona, pur caratterizzata da un clima con contrasti stagionali molto marcati, in condizioni naturali vedrebbe lo sviluppo di una rigogliosa copertura forestale. La comparsa in questa zona di morfologie tipiche degli ambienti aridi è, in realtà, la conseguenza dei processi di disboscamento dei versanti, avvenuti già nella Preistoria e intensificatisi durante il Medioevo, quando lo sfruttamento a scopi agricoli e pastorali ha localmente condotto a un’accelerazione dei processi erosivi. In questo caso la comunità monastica della vicina Abbazia di Monte Oliveto, in passato molto più numerosa di oggi, ha certamente svolto un ruolo significativo.

Bibliografia:

Alexander D. E., I calanchi. Accelerated erosion in Italy, in “Geography”, vol. 65, n. 2, April 1980, pp. 95-100

Garzonio C. A., Il paesaggio dei terreni neogenici: calanchi, balze e biancane, in Paesaggi geologici della Toscana, Pisa, Regione Toscana e Pacini Editore, 2008, pp. 65-74 (online all’indirizzo http://www.regione.toscana.it/-/conoscere-i-geositi)

Guasparri G., I lineamenti geomorfologici dei terreni argillosi pliocenici, in Giusti F. (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi Editore, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 89-106

Salvini R. et al., Come sono variate la geomorfologia e l’uso del suolo nel territorio delle Crete Senesi (Comuni di Asciano e di San Giovanni d’Asso) dal dopoguerra ad oggi, in “Etrurianatura”, Periodico scientifico-divulgativo della Accademia dei Fisiocritici, anno IV, 2007, pp. 31- 39

Salvini R., Analisi morfometriche delle Crete Senesi mediante Remote Sensing e GIS, in Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia, LXXVIII, vol. 78, 2008, pp. 245-252

Documenti:

Decreto Ministeriale 19-06-09

Garzonio Calanchi e biancane2

Fonti:

Calanchi di Monte Oliveto Maggiore e Chiusure, scheda di riferimento GIR2, progetto di ricerca “I Geositi” della Provincia di Siena in Convenzione con l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze della Terra, responsabile scientifico Armando Costantini (archivio dei Geositi scaricabile alla pagina http://www.regione.toscana.it/-/conoscere-i-geositi; percorso: cartella “GeoSiti archivio”, sottocartella “Iconografia”, sottocartella “GIR2 Calanchi di Monte Oliveto Maggiore e Chiusure”)

Decreto Ministeriale 19 giugno 2009: Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE (G. U. 9 luglio 2009, n. 157)

Note: Il paesaggio geologico delle Crete senesi presenta forme caratteristiche, le biancane e i calanchi, che per loro estrema vulnerabilità vengono tutelate dalla Regione Toscana (legge regionale 56/2000) e identificate come GIR (Geotopi d’Importanza Regionale), cioè forme naturali del territorio (di superficie o sotterranee), costituite da particolari emergenze geologiche, geomorfologiche e pedologiche, che presentano un rilevante valore ambientale, scientifico e didattico, la cui conservazione è strategica nell’ambito del territorio regionale. Monte Oliveto e le Crete di Asciano sono un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) con codice IT5180005.

Autore scheda: Serena Castignoni

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