Il cinema racconta le Crete senesi
Luogo: Lucignano d’Arbia, Monterongriffoli, Ville di Corsano
Comune: Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Montalcino, Trequanda
Descrizione: Le Crete senesi, dove il paesaggio collinare presenta ampie distese coltivate, che si estendono tra calanchi, balze e biancane dai forti contrasti cromatici, sono al centro di numerosi film. Si prenda ad esempio Pia de’ Tolomei (1941) di Esodo Pratelli, secondo film ispirato al Quinto Canto del Purgatorio dantesco, successivo alla pellicola girata da Gerolamo Lo Savio nel 1910 e di poco precedente a quella di Sergio Grieco (1958). Nel film, la nobildonna senese interpretata da Germana Paolieri percorre il suo calvario nel viaggio dal ponte di Rosia (oggi noto anche come “ponte della Pia”) attraverso le Crete e verso la fortezza di Montalcino, la prigione in cui il geloso marito, il conte Nello della Pietra, la relegò fino alla tragica morte.
Dal melodramma di Pratelli alla commedia di ambientazione storica firmata da Monicelli: ne L’armata Brancaleone (1965) i sentieri che serpeggiano lungo le biancane sono il set in cui Brancaleone da Norcia e il suo seguito, dopo esser sopravvissuti all’ira del feudatario di Aurocastro, si incamminano verso nuove e rocambolesche avventure alla volta della Terrasanta. A ventinove anni di distanza dal primo episodio della duologia dedicata al personaggio di Brancaleone, Monicelli torna nelle Crete per ambientare alcune delle sequenze di Cari fottuttissimi amici (1994). L’affamata e irriverente combriccola composta, tra gli altri, da Paolo Villaggio, Paolo Hendel e Massimo Ceccherini decide di organizzare una tournée pugilistica nella Toscana appena liberata dagli Alleati, sotto il sole agostano. Il gruppo sosterà a Monterongriffoli, frazione di San Giovanni d’Asso. Il finale è stato girato nei pressi di Asciano, lungo la strada provinciale.
Ne L’amore ritrovato (2004) di Carlo Mazzacurati, liberamente ispirato al romanzo di Carlo Cassola Una relazione, è nel ventre delle Crete, tra i paesaggi di San Giovanni d’Asso, Asciano e Trequanda che il tempo si ripete, permettendo ai due amanti di ritrovarsi dopo una lunga parentesi in cui è trascorsa la loro giovinezza. Il regista di origini padovane tornerà in Toscana per girare il suo penultimo film di fiction, La passione (2010). Al centro della trama ci sono le peripezie organizzative di una piccola comunità per realizzare la Sacra Rappresentazione. Girato prevalentemente in provincia di Pisa, tra Casale Marittimo e Montecatini Val di Cecina, presenta alcune sequenze ambientate alle Ville di Corsano e alla stazione di Buonconvento.
Già nel 1949, con Private Angelo (Soldato semplice Angelo) di Michael Anderson e Peter Ustinov, Trequanda (nel film chiamata Pontefiore), con la sua piazza, i suoi abitanti e i paesaggi collinari nelle vicinanze, era stato lo scenario per le partenze, i ritorni e le avventure amorose del soldato Angelo, uomo buono e caritatevole, difforme dal modello di “militare eroico” diffuso dal cinema italiano di Regime.
Nel 2012 il fiume Ombrone e gli abitanti di Buonconvento sono al centro del giallo Dove scorre l’Ombrone, diretto da Rossella Daverio e Carlo Concina e prodotto dall’Accademia dei Risorti.
Bibliografia:
Beccastrini S., Vista Nova. Il cinema in Toscana, la Toscana nel cinema, Firenze, Aska, 2002
Civitelli G., Pirandello a Lucignano, in Civitelli G. (a cura di), Monteroni d’Arbia. Duecento anni di storia, Cantagalli, Siena, 2000, pp. 33-35
Vigni F., Come onde nel mare. Siena e la sua terra nello specchio del cinema, Firenze, Aska, 2005
Note: Il territorio delle Crete è stato anche il protagonista di due film poco noti al pubblico, che hanno segnato la storia del cinema italiano. Le prime immagini a colori del cinema italiano sono girate nei pressi di Buonconvento: Musoduro (1953) di Giuseppe Bennati è il primo film italiano a colori a essere girato quasi interamente in esterni. Il film di Bennati, considerato uno dei primi western italiani, narra la storia dell’omonimo taglialegna che decide di diventare un cacciatore di frodo.
Nel 1936 Michele Gandin, allora giovane studente senese responsabile della sezione locale Cine-Guf (Gruppi universitari fascisti), gira il film Cinci con mezzi di fortuna e grazie all’aiuto di pochi amici – tra i quali spicca il critico cinematografico Mario Verdone. Il film, ambientato tra le mura fortificate di Lucignano d’Arbia, una frazione di Monteroni d’Arbia, è la trasposizione cinematografica dell’omonima novella di Pirandello, pubblicata nel 1934 in Novelle per un anno. Muto e di un realismo dai toni drammatici – la trama racconta la giornata dell’adolescente Cinci, orfano di padre, irascibile e violento – il film si aggiudicò il terzo posto ai Littorali della Cultura di Merano per poi essere accusato di disfattismo e pessimismo.
Autore scheda: Massimiliano Coviello
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