Il marmo di Gallena della Montagnola Senese

Luogo: Montagnola senese

Comune: Casole d’Elsa

Descrizione: Nel centro storico di Siena, molti dei più importanti monumenti sono realizzati con un materiale lapideo nobile: il marmo. Le Logge del Papa, le Logge della Mercanzia, la Fonte Gaia, la facciata della Chiesa di San Raimondo e numerosi elementi architettonici che ornano i palazzi sono realizzati, in particolare, con il marmo di Gallena, come risulta da numerosi fonti storiche. Nelle descrizioni tratte da alcuni documenti scritti per la realizzazione delle Logge della Mercanzia tra il 1425 e il 1428, troviamo ad esempio le seguenti citazioni: pagò per chabella di some novantatre di marmo recho de Ghalena er le logge di Santo Paolo; e, ancora, per 6 choloneli di marmo chavatti e mandati da Gallena. Il marmo di Gallena è stato inoltre utilizzato per rifacimenti e restauri del Duomo senese.

Questo marmo proviene dalla zona della Montagnola senese, una serie di rilievi posti ad ovest di Siena che raggiungono, con il Montemaggio, i 625 metri di altezza e si estendono dalla zona di Rosia e Montarrenti fino a sud di Colle Val d’Elsa.

Si presenta, dal punto di vista macroscopico, come un marmo dalla colorazione variabile, dal bianco al grigio fino al giallo venato o giallo ocra, conosciuto anche come “Giallo di Siena”. La sua colorazione è dovuta alla presenza di ossidi di ferro, prevalentemente sotto forma del minerale goethite (α-FeOOH), presente in piccole quantità tra i cristalli di calcite.

Dal punto di vista merceologico si distinguono nove tipologie di marmi provenienti dalla zona delle cave della Montagnola senese: il Bardiglio, il Grigio perla, il Bianco arabescato, il Calacata, il Giallo avorio, il Rosato, il Giallo venato, il Giallo ocra e il Broccatello (Micheluccini et al. 1981). Nelle porzioni più basse della serie stratigrafica predominano le tonalità grigie, e salendo al tetto della formazione marmifera troviamo le tipologie di colore giallo. L’origine di questi pregiati materiali lapidei è lontana. Si tratta infatti di rocce carbonatiche originariamente calcari marini, formatisi in ambiente di piattaforma carbonatica nel Giurassico inferiore (200-195 milioni di anni fa). Queste rocce si sono trasformate in marmi in seguito al metamorfismo di basso grado durante la nascita della catena appenninica (Mugnaini 2010).

L’estrazione di questo marmo avveniva a Gallena, in due cave ubicate nei versanti occidentali di Poggio Gattero e Poggio dell’Aquila. Si tratta di due siti non più attivi, che hanno subito degli interventi di recupero ambientale mediante l’inserimento di specie erbacee ed arbustive autoctone.

Bibliografia:

Bruno M. e Lazzarini L., The discovery of the Sienese provenance of “Breccia Dorata”, “Breccia Gialla”, “Breccia Gialla Fibrosa” and the origin of “Breccia Rossa Appenninica”, in  Schvoerer M. (ed.), Archeomateriaux: Marbres et autres roches, Actes de la Conférence internationale ASMOSIA IV, 9-13 Octobre 1995, Centre de Recherche en Physique Appliquée à l’Archéologie, Presses Universitaires de Bordeaux, Bordeaux, 1999, pp. 77-82

Giorgi A. e Moscadelli S., Costruire una cattedrale: l’Opera del duomo di Siena tra XII e XIV secolo, Die Kirchen von Siena, Beiheft 3, München, Deutscher Kunstverlag, 2005

Micheluccini M. et al., I marmi della Montagnola Senese, Siena, Amministrazione Provinciale di Siena, 1981

Mugnaini S., Giamello M. e Sabatini G., The Montagnola Senese marbles. Geological-petrographic features and use in stone cultural heritage. I marmi della Montagnola Senese. Aspetti geologico-petrografici e impiego nell’edilizia monumentale, in “Diamante A & T”, 16, 60, 2010, pp. 7-15

Autore scheda: Serena Castignoni

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