Il colore delle crete

Luogo: Crete senesi

Comune: Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, zona San Giovanni d’Asso

Descrizione: Il colore delle Crete senesi è senza dubbio una delle caratteristiche che più saltano all’occhio di chi si trovi a percorrere questa terra. Per la verità, è più corretto parlare di colori, in quanto ogni stagione dell’anno porta con sé una tinta dominante: il verde a primavera, il giallo in estate, il marrone e grigio in autunno e il bianco d’inverno.

Nelle zone dove i fenomeni di tipo erosivo sono più marcati e la copertura vegetale è asportata, emerge il substrato argilloso, di colore chiaro. Espressione di forme erosive ancora più pronunciate sono invece i calanchi e le biancane: i calanchi sono caratterizzati da un sistema di vallecole fortemente incise, separate da creste sottili, mentre le biancane sono rilievi a forma di cupola, che si formano sui terreni neogenici.

L’elemento litologico partecipa, insieme alle diverse coperture vegetali, ai mutamenti di colorazione che caratterizzano il paesaggio dei terreni argillosi pliocenici. Il colore del substrato di una biancana è variabile dalle tonalità brunastre dei periodi piovosi, dovute alla forte imbibizione, al grigio più o meno chiaro del periodo estivo e al bianco dei periodi relativamente freddi e con cielo sereno. In quest’ultimo caso, la colorazione è conferita dalla deposizione di efflorescenze saline sodiche (thénardite), che sono sono particolarmente evidenti dopo un periodo piovoso: l’acqua che penetra all’interno, infatti, discioglie i sali creando una soluzione che, a seguito del riscaldamento solare, risale in superficie e deposita per evaporazione i sali sodici.

Se volessimo definire in maniera rigorosa il colore delle Crete, dovremmo operare uno scavo e realizzare un taglio verticale del suolo, che permetta di osservare quello che c’è sotto la copertura vegetale. Applicando allora le regole dell’osservazione pedologica, cioè dello studio del suolo, potremmo realizzare un profilo pedologico e procedere all’osservazione di tutti i vari strati (orizzonti) che si susseguono dalla superficie in profondità.

Per definire il colore del suolo si ricorre al sistema Munsell, un modello che viene impiegato come standard internazionale. In questo sistema, le varie unità del suolo vengono codificate con una combinazione di tre variabili: colore (hue), luminosità (value) e saturazione (chroma). La variabile hue, detta “gamma” o “colore spettrale dominante”, è indicata da un numero intero o decimale seguito da una o due lettere maiuscole (per esempio 10YR). La variabile value, cioè la luminosità relativa del colore, è indicata da un numero arabo. La variabile chroma, infine, cioè l’intensità o purezza relativa del colore, è indicata da un numero arabo separato dal precedente valore mediante il segno /.

Nel caso di un profilo su un suolo argilloso come quello delle Crete, gli orizzonti superficiali sono tipicamente di colore bruno oliva (2,5Y4/4) oppure oliva (5Y4/4). Questa colorazione è dovuta all’alterazione della pirite, che è il minerale diffuso nelle argille plioceniche e dove il contenuto in carbonio organico è maggiore. Andando più in profondità, negli orizzonti C che rappresentano i sedimenti non pedogenizzati, il colore dominante risulta il grigio (2,5Y5/1). Inoltre non è raro notare negli orizzonti Cr, che rappresentano il substrato, colorazioni grigio bluastre tipo GLEY2 10B6/1; queste ultime sono colorazioni tipiche della gleyzzazione, uno dei processi pedogenetici che caratterizzano questi suoli, che consiste nella riduzione del ferro dalla forma trivalente (Fe3+) a quella bivalente (Fe2+).

Bibliografia: 

Calzolari C., Ristori J. e Sparvoli E., Soils of “biancana” badlands: distribution, characteristics and genesis in Beccanello farm (Tuscany, Italy), in “Quaderni di Scienza del Suolo”, vol. V, Firenze, 1993, pp. 119-142

Lulli L. et al., I suoli delle tartufaie naturali delle Crete Senesi, in “Monti e boschi”, n. 5, 1991, pp. 31-39

Guasparri G., I lineamenti geomorfologici dei terreni argillosi pliocenici, in Giusti F. (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi Editore, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 89-10

Autore scheda: Serena Castignoni in collaborazione con Roberto Barbetti

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento