La via Francigena in Val d’Arbia e Crete Senesi

Luogo: Val d’Arbia e Crete senesi

Comune: Buonconvento

Data/periodo: Le prime attestazioni della via Francigena risalgono all’XI secolo. Con il Giubileo del 2000, l’itinerario viene riscoperto e valorizzato con ricerche e studi condotti nell’ambito di progetti finanziati dall’Unione Europea

Descrizione: La via Francigena, come ogni via medievale, dev’essere considerata non tanto come un percorso rigidamente definito, quanto come un’“area di strada”, ovvero un asse viario composto da itinerari alternativi o paralleli che, già dall’epoca longobarda, collegavano Roma con l’Europa  settentrionale attraverso Aosta e la Val di Susa.

Questa strada fu importante sia per la diffusione del commercio e degli scambi, sia per i pellegrini che raggiungevano le tre peregrinationes maiores, ovvero Roma (luogo del martirio dei santi Pietro e Paolo), Gerusalemme (la Terra Santa) e Santiago de Campostela (ultima dimora dell’apostolo San Giacomo).

Sebbene sia impossibile definire un percorso univoco, anche a causa dei soprannomi usati per indicare le vie medievali, è possibile rintracciare il primo itinerario di quella che sarà la Francigena  in un documento redatto nel 990 da Sigerico, vescovo di Canterbury, che compie un lungo viaggio partendo dalla cittadina inglese e attraversando la Francia (passando da Calais, Arras, Laon, Reims, Chàlons-sur-Marne e Besançon) e la Svizzera (toccando Losanna e Vevey), per svalicare sul Gran San Bernardo in Italia, dove giunge ad Aosta, poi a Ivrea, a Vercelli, a Pavia, a Piacenza, a Fidenza, al passo della Cisa, a Luni, a Lucca, a San Gimignano, a Siena, a San Quirico d’Orcia, a Bolsena, a Viterbo e a Sutri, giungendo infine a Roma.

Dal Giubileo del 2000, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, vengono avviati studi e progetti per valorizzare la via Francigena come spazio comunitario di sviluppo turistico e culturale, come percorso del cosiddetto “turismo lento”, ad uso non solo dei pellegrini ma anche dei “viandanti” contemporanei.

Fra Siena e la Val d’Orcia, in particolare, è possibile percorrere l’itinerario seguendo una recente segnaletica. Si passa da Malamerenda, Ponte a Tressa, Cuna, Lucignano, Curiano, Ponte d’Arbia, Buonconvento, Galluzzo, Torrenieri, Triboli, Santa Maria a Tuoma, San Quirico d’Orcia, attraversando poderi, colline, costeggiando il Tressa, l’Arbia e l’Ombrone. Dal ponte medievale sull’Arbia, nei pressi di Buonconvento, si giunge al podere Colombaio, si costeggia la ferrovia per Monte Antico, si attraversa poi Calcinaia e si giunge alla Fattoria di Piana, dove si incontra la Pieve di Sant’Innocenza (risalente al VII-VIII secolo), dalla quale provengono molte delle opere oggi conservate al Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia. Si passa quindi dal podere di Pian delle Noci e da Castel Rosi prima di raggiungere il centro storico di Buonconvento, dove si trovano il palazzo podestarile con la torre civica e le mura trecentesche. Si prosegue infine verso Percenna e ancora a sud, verso Torrenieri, con all’orizzonte il bel panorama di Montalcino e del Monte Amiata.

Bibliografia:

Bezzini M., Strada Francigena-Romea. Con particolare riferimento ai percorsi Siena-Roma, Il Leccio, Siena, 1996

Lucaccini L., La Via Francigena. Una strada medievale come strumento di promozione turistica, tesi di laurea in Scienze della Comunicazione, relatore M. Morelli, a. a. 2004-2005

Documenti: 

Via Francigena: Tappa 13 (Ponte d’Arbia – San Quirico d’Orcia)

Autore scheda: Fabio Carnelli

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