Pieve di San Giovanni Battista a Lucignano d’Arbia

Luogo: Lucignano d’Arbia

Comune: Monteroni d’Arbia

Descrizione: La pieve di San Giovanni Battista si trova a Lucignano d’Arbia, un piccolo centro sorto lungo la via Francigena in posizione elevata, poco lontano dalla grancia di Cuna, dal mulino di Monteroni e da altri possedimenti dello Spedale Santa Maria della Scala di Siena. Il borgo presenta gran parte delle originali strutture fortificate medioevali e le due porte di accesso, quella che guarda verso Siena e quella che si apre verso Roma, entrambe dotate di merlatura.

La pieve è di origine romanica. Le prime notizie risalgono all’inizio del X secolo, quando era intitolata a Santa Cristina. Nel 1276, la chiesa cambiò dedicazione. Nel corso dei secoli, fu più volte rimaneggiata; nel 1933 fu ristrutturata negli originari caratteri romanici.

Ha un impianto a navata unica, terminante in un’abside semicircolare, scandita all’interno da tre grandi archi trasversali impostati su semipilastri che sostengono la copertura lignea della navata. Il paramento murario della facciata è ornato dal portale con arco a fasce bicrome bianche e nere e, più in alto, da un piccolo occhio circolare. Sul lato destro si trova l’imponente torre medievale, probabilmente più antica rispetto alla chiesa, che è stata trasformata in campanile con l’aggiunta della struttura campanaria a vela, tipica dei periodi romanico e gotico, in questo caso organizzata eccezionalmente su due livelli.

La pieve ospitava una bella tavola di Simone Martini, riscoperta casualmente durante i restauri, che oggi si trova alla Pinacoteca Nazionale di Siena (oggi nella chiesa si trova una copia). In loco si conserva ancora il seicentesco fonte battesimale e il dipinto con la Crocifissione e santi del pittore senese Bartolomeo Neroni, detto il Riccio (1554-1555 circa): ai lati sono rappresentati, genuflessi, San Sebastiano e San Giovanni Battista, dedicatario della chiesa, mentre in alto si riconoscono la Vergine Maria, Maria Maddalena, Agostino e Maria di Cleofa. Rimangono anche la cinquecentesca Esaltazione dell’Eucaristia con i santi Antonio da Padova e Nicola da Tolentino di Dionisio Barberini, e l’Adorazione della Croce con i santi Rocco e Antonio da Padova di Ventura Salimbeni, in cui Sant’Antonio è raffigurato come un vecchio con un teschio in mano, secondo un’iconografia molto particolare.

Bibliografia:

Bruchi V., Lucignano di Val d’Arbia, Tip. nuova, Siena, 1958

Guiducci A.M. (a cura di), Le Crete senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Milano, Mondadori, 1999

Autore scheda: Agnese Fanti

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