Affreschi della chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano
Luogo: San Gimignano
Comune: San Gimignano
Descrizione: La chiesa, fondata dai frati agostiniani nel 1280, presenta al suo interno un ricco apparato decorativo.
Gli affreschi più antichi risalgono agli inizi del XIV secolo. Recuperati sotto l’intonaco dietro gli altari barocchi ai lati della navata, vicino alla zona del presbiterio, dovevano coprire buona parte delle due pareti. Sopra l’altare di destra sono raffigurate Santa Verdiana da Castelfiorentino, attribuita a Bartolo di Fredi, e Santa Maria Maddalena, attribuita a Lippo Memmi, che è anche autore della Madonna del latte tra San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista, ritrovata dietro l’altare sulla parete opposta, eseguito prima del 1317.
Del pittore Bartolo di Fredi troviamo anche, sul lato destro della chiesa, un affresco raffigurante Cristo in Pietà fra la Madonna e San Giovanni Evangelista, la Crocifissione collocata nella nicchia e la Natività di Cristo ad affresco monocromo, venuta alla luce durante i restauri del 1999 nella cappella del Rosario. Lo stesso artista è anche autore, nel 1374-1375, degli affreschi con le storie della vita della Madonna che si trovano nella cappella di San Guglielmo posta nell’abside destra. Di questi affreschi a metà Ottocento era visibile solo la scena con la Nascita della Vergine; poco dopo venne trovata la scena con il Transito della Madonna e nel 1912 furono scoperte altre tracce di pittura, tanto che alla fine del 1932 Cesare Vagarini venne incaricato di rimuovere tutto lo scialbo e restaurare le pitture murali; il lavoro, per la sua complessità e difficoltà, si protrasse fino al 1936. L’importanza di questi affreschi è dovuta al fatto che si ispirano a un analogo ciclo che si trovava sulla facciata della chiesa di Santa Maria della Scala, eseguito dai fratelli Lorenzetti nel 1335 e andato distrutto nel XVIII secolo.
Nella cappella maggiore del coro si trova un pregevole ciclo di affreschi con episodi della vita di Sant’Agostino, eseguiti tra il 1464 e il 1465 da Benozzo Gozzoli con l’aiuto degli allievi Pier Francesco Fiorentino e Giusto di Andrea su commissione del frate Domenico Strambi, detto “doctor parisinus” perché aveva studiato a Parigi e insegnato alla Sorbona. Si tratta di 17 scene, ricche di ritratti dal vero, di elementi prospettici e di costume, separate da cornici decorate che si leggono per fasce da sinistra verso destra. Particolare è la realizzazione dell’opera con tecnica mista e l’uso sperimentale dell’olio su muro, che permise di ottenere risultati di resa cromatica cari al committente, amante della pittura di ispirazione fiamminga.
La decorazione riguarda anche la volta, dove sono raffigurati i quattro evangelisti con i loro simboli, il sott’arco (dove entro 13 tondi sono dipinti Cristo e gli apostoli) e i pilastri, decorati sia all’esterno che all’interno con figure di santi e profeti inseriti in nicchie.
Nel corso del 1464, i lavori agli affreschi del coro si interruppero a causa della peste. In tale occasione il frate Domenico Strambi commissionò a Benozzo Gozzoli il grande affresco votivo di San Sebastiano, ad ornamento dell’altare omonimo, che venne eseguito dal 1 aprile al 28 luglio del 1464. Interessante l’iconografia del santo, che con il proprio manto protegge il popolo di San Gimignano dalle frecce scagliate dall’ira di Dio, mentre Cristo e la Madonna intercedono per lui. Anche in questo affresco sono presenti gli aiuti. Di sicuro è opera del Gozzoli la predella con al centro la Crocifissione, con il committente inginocchiato ai piedi della croce, e i sei tondi contenenti santi che sembrano miniature.
Nel 1478, lo stesso fra’ Domenico Strambi commissionò a Sebastiano Mainardi, allievo e cognato del Ghirandaio, l’affresco nel presbiterio che raffigura San Gimignano nell’atto di benedire tre suoi illustri concittadini: il prete umanista Mattia Lupi, il canonista Domenico Mainardi e il giureconsulto Nello Nelli. Sotto questo dipinto è stato aggiunto nel 1488 un affresco, raffigurante il monumento funebre del frate Strambi, ordinato della comunità agostiniana allo stesso Mainardi. Il pittore ha poi decorato nel 1500 la cappella del Beato Bartolo, che si trova nella controfacciata. A lui si devono inoltre le vele del soffitto con i quattro dottori della chiesa e i Santi Gimignano, Lucia e Nicola di Bari (antico patrono della città) nella parete accanto all’altare marmoreo.
Altro artista esecutore di affreschi presenti nella chiesa è il sangimignanese Vincenzo Tamagni, autore della lunetta raffigurante il Compianto su Cristo morto sopra l’altare di San Vincenzo, e le pitture raffiguranti una Madonna in gloria e quattro figure di Santi, che si trovano ai lati della statua di San Nicola da Tolentino, inserita nel 1736 sopra l’altare quando ha cambiato titolo da Sant’Antonio Abate e San Nicola da Tolentino. Sono infine a lui attribuiti l’affresco con l’Adorazione della Croce a decorazione dell’altare della Croce sul lato sinistro della chiesa, le pitture che si trovano a monocromo sotto il pulpito e la Crocifissione posta nella strombatura dipinta dello stesso.
Bibliografia:
Cardini R., Padoa Rizzo A., Regoliosi M., Benozzo Gozzoli: le storie di Sant’Agostino a San Gimignano, Roma, Bulzoni, 2001, pp. 59-77
Carli E., Vichi Imberciadori J., San Gimignano, Milano, Electa, 1987
Coppini G., San Gimignano sogno del Medioevo, San Gimignano, Il Furetto, 2000, pp. 93-110
Vasaturo R.N., Chiesa di Sant’Agostino in San Gimignano, Vallombrosa, Tipografia abbazia di Vallombrosa, 1993
Autore scheda: Silvia Vellini
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