Trittico di San Pietro in Villore a San Giovanni d’Asso
Luogo: San Giovanni d’Asso
Comune: Montalcino
Denominazione: Trittico di Ugolino di Nerio
Data/periodo: 1325- 1330
Descrizione: La particolare chiesa romanica di San Pietro in Villore, ubicata in prossimità del castello di San Giovanni d’Asso, conservava ancora sul finire dell’Ottocento il trittico a fondo oro di Ugolino di Nerio. Tale attribuzione si deve all’americano Bernard Berenson nel 1932, ma Cesare Brandi preferì assegnarlo a un “Maestro del Trittico della Pieve di San Giovanni d’Asso”. L’opera è composta da tre pannelli con altrettante cuspidi, con personaggi a mezza figura. Nel registro principale (150×58 cm) è la Madonna col Bambino, sormontata dal Redentore, e affiancata a sinistra da San Paolo e a destra San Pietro (titolare della chiesa di provenienza). Nelle due cuspidi laterali di coronamento troviamo a sinistra Santo Stefano e a destra Sant’Andrea. Fu dipinto verso il 1325- 1330 e rende con un delicato lessico di gusto estremamente duccesco la capacità dell’autore di combinare la tradizione bizantina con la preziosità gotica: Ugolino di Nerio era, infatti, uno dei più fedeli seguaci di Duccio e un maestro che proprio in quegli anni godeva di un’ottima fama anche nella città di Firenze tanto da ricevere l’incarico di un polittico, oggi disperso, per la Chiesa di Santa Croce; tuttavia è anche vero che l’opera mostra la conoscenza delle novità introdotte nell’arte senese da Simone Martini. Alcuni studiosi ritengono che all’esecuzione del trittico abbia partecipato anche il giovane Bartolomeo Bulgarini, un pittore che allora lavorava nella bottega di Ugolino e che, intorno alla metà del Trecento, sarebbe divenuto un nome famosissimo nella rosa dei pittori senesi.
Nei primi decenni del 1900 il trittico fu protagonista di una sconcertante vicenda di alienazione. L’opera si trovò a far parte della Collezione Hutton di Londra e successivamente venne acquistata dal grande collezionista Alessandro Contini Bonacossi. Alla sua morte, nel 1955, gli eredi presero possesso della vasta collezione che contava allora più di mille opere. La raccolta di dipinti e sculture antiche, ricca di importanti opere di scuola italiana e spagnola, tra cui anche il trittico di Ugolino di Nerio, oggi nota come Collezione Contini Bonacossi, venne selezionata da una commissione di esperti e storici dell’arte e rimase a Firenze, dopo essere stata esposta in più di un sito, e trovò finalmente sede in un dipartimento degli Uffizi dove si trova tutt’oggi.
Bibliografia:
Bellosi L., Fattorini G., Paolucci G. (a cura di), Capolavori ritrovati in terra di Siena. Itinerari d’autunno nei musei senesi, Siena, Silvana Editoriale, collana Fondazione Musei Senesi, 2005
Cateni L., Lippi Mazzieri M. P., testi introduttivi di Santi B., Duccio, Simone, Pietro, Ambrogio e la grande stagione della pittura senese, Siena, Betti Editrice, 2012
Fossi G., Galleria degli Uffizi: arte, storia, collezioni, Firenze, Giunti Gruppo Editoriale, 2001
Guiducci A. M. (a cura di), Le Crete Senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Collana i Luoghi della Fede, Milano, Mondadori, 1999
San Giovanni d’Asso, La chiesa di San Pietro in Villore, pieghevole a cura dell’Amministrazione Comunale e della Parrocchia di San Giovanni d’Asso
Autore scheda: Marta Mazich
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