Poggio Imperiale a Poggibonsi

Luogo: Poggio Imperiale

Comune: Poggibonsi

Data/periodo: V – XXI sec. d.C.

Descrizione: Il Poggio Imperiale, posto al centro tra i fiumi Staggia ed Elsa, ha sempre rappresentato un importante punto di riferimento nella topografia della città di Poggibonsi. Fino al 1991, anno di inizio delle indagini archeologiche condotte dall’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Siena, le notizie relative all’occupazione dell’area risalivano al 1155, anno in cui Guido Guerra, esponente della potente famiglia comitale dei Guidi, fondò il castello di Poggio Bonizio.

Tuttavia, le ricerche, condotte senza interruzione fino al 2009, hanno mostrato un quadro totalmente nuovo, evidenziando dinamiche insediative molto complesse.

Se escludiamo la notizia, purtroppo ancora isolata, di ritrovamenti sporadici riferibili all’Antichità (dall’età del Ferro al periodo romano), il sito venne occupato da gruppi stanziali almeno dall’età tardo antica (V – prima metà VI secolo d.C.), periodo nel quale vennero costruite alcune case di terra a pianta rettangolare, fondate su zoccolo in pietra e tetto in tegole o materiale deperibile; nell’economia del villaggio erano importanti i relativi spazi agricoli e la calcara, ovvero l’opificio per la produzione di calce.

Successivamente, tra la fine del VI ed il VII secolo d.C., l’abbandono delle case di terra è segnato dalla realizzazione di capanne note in letteratura come grubenhaus; scavate nel terreno e con ingresso a scivolo, erano caratterizzate dal taglio perimetrale dei muri e dai grossi fori per l’inserimento dei pali lignei. In questa fase sono documentati anche recinti, magazzini e annessi polifunzionali.

Tra l’età longobarda e la successiva età carolingia (VIII – inizi IX secolo d.C) la situazione inizia a cambiare: le capanne, di forma rettangolare, circolare o ellittica, pur non seguendo un preciso progetto di pianificazione ‘urbanistica’, si dispongono a gruppi e, nella generale uniformità economica e sociale, si assiste a quelle dinamiche sociali che portarono, in periodo franco (IX-X secolo d.C) alla definizione dell’insediamento organizzato come curtis, ovvero una grande azienda rurale, una parte della quale era gestita direttamente dal signore (dominicum), mentre un’altra era data in gestione ai coloni (massaricium). Fulcro della curtis era la residenza del signore, una capanna ellittica dalle dimensioni ragguardevoli (la c.d. longhouse, oltre 140 mq), affiancata da strutture più piccole e da edifici di servizio (macelleria, forgia), posti lungo un strada in terra battuta.

Come già detto, la storia del castello di Poggio Bonizio inizia nel 1155, con la fondazione del centro da parte di Guido Guerra: il castello, esteso per oltre sette ettari e costruito su modelli cittadini, venne cinto da mura; quest’area, riservata ai signori, dove vennero costruite anche la chiesa di Sant’Agnese ad est e quella dedicata a Sant’Agostino ad ovest, si caratterizzava per la presenza di lotti composti da case a schiera. La popolazione, invece, risiedeva lungo le pendici del colle. Il castello, anche dopo la morte di Guido Guerra, mostra evidenti segni di vitalità ed una forte espansione, con importanti interventi di modifica e riqualificazione degli spazi urbani, fino alla distruzione voluta da Firenze nel 1270.

Bisognerà aspettare oltre quarant’anni perché Arrigo VII decida di rioccupare l’area con la costruzione della nuova città di Monte Imperiale (1313), tentativo fallito dopo pochi mesi per la morte dell’imperatore.

L’area guadagnò l’imponente aspetto di fortezza militare solo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo: infatti dopo un primo apprestamento del 1429, Giuliano ed Antonio da San Gallo realizzarono la struttura così come la conosciamo oggi, con il cassero ed il circuito murario, che tuttavia non svolse mai un ruolo militare strategico, neppure nella guerra di Siena del 1554-1555.

Nel settembre 2003, nell’area della Fortezza, fu inaugurato il Parco Archeologico e Tecnologico di Poggio Imperiale, nato da una sinergia fra Comune di Poggibonsi ed Università di Siena a coronamento della decennale attività di studio e ricerca sul sito.

Nel cassero, venne allestito un Centro di Documentazione, dotato di pannelli esplicativi, plastici ricostruttivi e reperti, utili ad illustrare la storia della collina; inizialmente improntato ai sistemi di comunicazione legati all’innovazione tecnologica, nel 2011 il Centro viene riallestito, secondo un concept fortemente caratterizzato dall’utilizzo della living history e dall’archeologia sperimentale per un approccio ancora più intuitivo e coinvolgente.

Nell’estate del 2014 ha preso il via il progetto dell’Archeodromo, promosso dalla Fondazione Musei Senesi e dal Comune di Poggibonsi, finanziato da Arcus Spa, e realizzato dall’Insegnamento di Archeologia Cristiana e Medievale attivo presso il Dipartimento di Scienze storiche e beni culturali dell’Università degli Studi di Siena con Arké Archeologia Sperimentale e Archeotipo srl.

Costituisce il primo museo open air italiano sull’Alto Medioevo e riproduce una parte del villaggio di capanne in vita tra IX e X secolo, individuato durante le ricerche archeologiche. La prima fase del progetto prevede la realizzazione in scala 1:1 della grande abitazione padronale, una capanna tipo longhouse, di circa 140 mq, tripartita in una zona domestica, una ad uso misto e un magazzino; saranno riprodotti anche gli annessi ad essa collegati.

L’archeodromo, inaugurato nell’ottobre 2014, si inserisce in una tradizione europea di villaggi altomedievali filologicamente ricostruiti. È realizzato con una particolare attenzione alle forme e ai materiali edilizi sulla base dei dati di scavo; i visitatori possono entrare fisicamente negli spazi di vita dell’epoca e toccarne con mano le forme, le dimensioni e le caratteristiche, oltre che sperimentarne le attività e le abitudini, in una realtà totalmente immersiva.

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, pp. 23

Causarano M.-A., Poggibonsi. Parco Archeologico e Tecnologico di Poggio Imperiale, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2010, pp. 26-31

Francovich R., Valenti M. (a cura di), Poggio Imperiale a Poggibonsi, IL territorio, lo scavo, il parco, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2007

Valenti M., Il villaggio fortificato di Poggio Bonizio. Rapporto preliminare 1991, in Morolli G.,  Acidini Luchinat C., Marchetti L. (a cura di), L’architettura di Lorenzo il Magnifico, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, pp. 227-234

Valenti M. (a cura di), Poggio Imperiale a Poggibonsi (Siena). Dal villaggio di capanne al castello di pietra. I. Diagnostica archeologica e campagne di scavo 1991-1994, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1996

Valenti M., Poggio Imperiale – Poggibonsi, in Valenti M. (a cura di), Carta Archeologica della provincia di Siena. III. La Valdelsa (Colle di Val d’Elsa e Poggibonsi), Siena, Nuova Immagine Editrice, 1999, pp. 140-163

Valenti M., Il villaggio altomedievale di Poggio Imperiale a Poggibonsi (Si). Dall’età longobarda all’età carolingia, in Bertelli C., Brogiolo G.P. (a cura di), Il futuro dei Longobardi. L’Italia e la costruzione dell’Europa di Carlo Magno, Brescia, Skira Editore, 2000, pp. 194-199

Valenti M., L’insediamento altomedievale nelle campagne toscane. Paesaggi, popolamento e villaggi tra VI e X secolo, Firenze, All’Insegna del Giglio, 2004

Volpi F., Foglio 113 Castelfiorentino, in Torelli M. (a cura di), Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 199-224, p. 210

Note: Per informazioni riguardo ad offerte ed orari del Parco Archeologico di Poggio Imperiale si rimanda al sito web www.parco-poggibonsi.it. Sul sito è possibile iscriversi alla newsletter e riceve comunicazioni relative ad eventi ed attività promosse all’interno del Parco.

Autore Scheda: Giacomo Baldini in collaborazione con Alessandra Nardini

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