Mulino di Foci – San Gimignano

Luogo: Tra San Gimignano e Colle di Val d’Elsa

Comune: San Gimignano

Descrizione: Il torrente Foci attraversa un’ampia vallata alluvionale molto fertile. Sulle sommità degli altipiani circostanti sorgono, fin dal Medioevo, piccoli centri abitati e imponenti edifici religiosi come la vallombrosana Badia a Conèo e la pieve dei Santi Ippolito e Cassiano. La vallata è costellata di piccoli edifici molitori appartenuti a influenti famiglie aristocratiche colligiane e fiorentine, nonché alle stesse istituzioni religiose presenti in loco. Tutti questi edifici sorgono lungo il tratto della via Francigena che collega Badia a Conèo a San Gimignano. L’arcivescovo di Canterbury, Sigerico, percorse questa strada nel 990 d.C. di ritorno da Roma, dove aveva ricevuto il pallio da papa.

La presenza dei mulini testimonia la florida economia che interessava le terre tra Colle di Val d’Elsa e San Gimignano, per le quali il Foci rivestiva anche la funzione di confine fisico e giurisdizionale. Prima del 1782, il torrente delimitava anche il confine tra le diocesi di Colle e di Volterra, mentre dopo tale data il territorio di San Gimignano fu annesso alla diocesi di Colle.

Il mulino di Foci sorge nel tratto terminale della valle, quella più pianeggiante, che si apre verso Poggibonsi. Alla metà del XV secolo, la struttura rientrava nei confini della villa di Bibbiano e la zona su cui sorgeva era denominata “L’Acciaiuola”. Il toponimo deriva dal cognome della famiglia fiorentina degli Acciaioli, che edificarono la loro villa a Pietrafitta, sulla collina che domina la vallata posta più a nord rispetto al mulino, e qui si stabilirono a partire dal 1411.

Nel 1473, Giovanni di Stefano di Nicolo di Nanni di Giorgio, mugnaio dei Foci, denuncia nell’estimo di Colle di possedere terre arate e vigne confinanti con la gora del mulino degli Acciaioli e con altri terreni di proprietà di Pandolfo Acciaioli. La famiglia subì un tracollo economico nel 1594 e parte dei beni andarono perduti e divennero proprietà della famiglia Dal Pozzo.

Nella pianta topografica disegnata da Ferdinando Morozzi nella seconda metà del 1700, raffigurante i vicariati di Colle e San Gimignano, è possibile localizzare il mulino di Foci, noto a quei tempi come mulino dei Contri. La proprietà, infatti, era passata ai Contri e rimase in loro possesso fino alla prima metà del XIX secolo.

Intorno alla fine dell’Ottocento, il mulino si sviluppava su un solo piano, mentre la capanna era composta da quattro vani. La casa del mugnaio era articolata in tre piani e sei vani. Questo mulino, come quelli colligiani, funzionava grazie al ruotare vorticoso dei ritrecini mossi dall’acqua di una gora alimentata forse dal Foci o direttamente da una sorgente che con il tempo si è esaurita. Nella parte antistante il mulino, alcune murature e dislivelli sembrano delineare la presenza di un bottaccio. Gli studi condotti sulla struttura hanno ipotizzato anche la presenza di un canale sotterraneo, che convogliava tutte le acque di un bacino artificiale verso il mulino: la steccaia in località Canneta, di fattura Ottocentesca, sbarra parzialmente il corso del torrente Imbotroni, anche se non è mai stata rinvenuta traccia di un condotto sotterraneo.

Nel 1998, l’edificio era ormai ridotto a un rudere. Negli anni successivi è stato restaurato e in parte ricostruito. Attualmente ospita un piccolo hotel.

All’interno, è ancora visibile una ruota orizzontale, con palmule a cucchiaio, mentre nel giardino sono collocate macine cerchiate a testimonianza dell’antica e importante attività che si esercitava in questo luogo.

Bibliografia: 

Lunari V., L’economia le risorse, le comunità nel territorio della valle dei Foci in Valdelsa. La lettura del paesaggio storico attraverso i secoli (dal XVI al XIX secolo), San Gimignano, Tipolitografia MM, 2012

Nomi Pesciolini U., Pietrafitta, in “Miscellanea Storica della Valdelsa”, vol. XIV, 1906, pp. 208-209

Fonti:

Archivio di Stato di Siena, Estimo del Contado di Colle, filza 94

Archivio di Stato di Siena, Estimo del Contado di Colle, filza 94, cc 128r, 162r

Archivio di Stato di Siena, Colle di Val d’Elsa, piante topografiche Morozzi n. 16

Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sezione G, c. II, n. 28 Ranza, Ciuciano e Monti

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00384139 (compilata da A. M. Callaioli, 1994)

Autore scheda: Annica Gelli

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