Pieve di Piana – Buonconvento

Luogo: Località Piana

Comune: Buonconvento

Denominazione: Pieve di Sant’Innocenzo a Piana

Descrizione: La pieve di Piana si trova in prossimità di Buonconvento, in posizione rilevata entro un complesso fortificato. Intitolata inizialmente ai Santi Innocenti Martiri uccisi nella strage perpetrata da Erode, la pieve ha cambiato dedicazione in Sant’Innocenzo.

Se ne hanno notizie a partire dal 1081. La sua posizione difficilmente accessibile ne faceva un luogo sicuro, tanto che tra il XII e il XIV secolo la chiesa venne fortificata. I lavori furono diretti probabilmente dallo Spedale Santa Maria della Scala, che per ordine della Repubblica di Siena adibì una parte della costruzione a grancia: si trattava di un grande edificio rettangolare in mattoni con alta base a scarpa, che nel Settecento divenne proprietà di privati che ne modificarono la struttura per convertirla in villa.

Parte delle fortificazioni è ancora oggi visibile: un apparato a sporgere con mensole a piramide rovesciata e due file di mattoni disposti a punta al di sopra degli archetti pensili, elemento tipico delle strutture difensive medievali senesi. Un torrione sporgente è visibile nell’angolo est ed è collegato alla pieve tramite un cortile cinquecentesco, cui si accede da una porta ad arco. Dal lato opposto, rimane la base di una torre in pietra, su cui nel XVI secolo è stato realizzato il campanile mattoni.

La pieve ha conservato le fattezze severe del Romanico: realizzata con filari di pietra e cotto nella facciata, presenta una struttura in mattoni, un portale con arco a tutto sesto e, all’ordine superiore, una grande finestra monofora; la pianta è a croce latina e a navata unica, con copertura a capriate e terminante con abside quadrangolare con volta a botte e monofore ad arco acuto.

All’interno rimangono tracce di affreschi trecenteschi, che in origine dovevano ornare tutte le superfici. Si possono apprezzare decorazioni geometriche policrome, il ritratto di San Pietro e due angeli, quello di San Cristoforo con un committente inginocchiato e quello del Beato Franco da Grotti. Vi si conservavano inoltre due pale d’altare dei primi del Seicento, una Pietà di Ippolito Draghi trafugata nel 1984 e una Madonna in trono col Bambino e i santi Sigismondo e Giovanni Battista di Francesco Bartalini, pittore senese formatosi alla scuola di Francesco Vanni e Rutilio Manetti, oggi al Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia di Buonconvento, dove trovano collocazione anche altre opere provenienti dalla pieve: la Madonna che allatta il bambino e due angeli, opera giovanile di Luca di Tommè (1365 circa), un braccio reliquiario trecentesco in rame dorato e inciso e un ciborio cinquecentesco a forma di tempietto circolare, in legno dipinto, con pitture attribuite a Bartolomeo Neroni detto il Riccio.

Bibliografia:

Guiducci A.M. (a cura di), Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia, Protagon Editori Toscani, Siena, 1998

Guiducci A.M. (a cura di), Le Crete senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Milano, Mondadori, 1999

Note: Durante i restauri del 1933 sono stati rimossi gli altari barocchi e sono state rinvenute tracce degli affreschi trecenteschi.

Autore scheda: Agnese Fanti

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