La dorsale di travertino e la mofeta di Bossoleto a Rapolano

Luogo: Crete senesi

Comune: Rapolano Terme

Descrizione: La dorsale di travertino (travertine fissure ridge) è un piccolo dosso allungato, alla cui sommità è presente una fessura che in profondità corrisponde a una frattura dalla quale risalgono le acque termali. Queste strutture non sono comuni, sebbene siano segnalate in altre parti del mondo (Pamukkale in Turchia, Parco Nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti, Kenya).

Una dorsale di travertino si trova anche nel territorio delle Crete senesi e precisamente a Rapolano Terme, presso le Terme di San Giovanni. La dorsale, che per la sua rarità è da considerarsi geosito di importanza regionale, si è formata in seguito alla deposizione di travertino ad opera di sorgenti allineate lungo la frattura e caratterizzate da una fuoriuscita di acqua continua nel tempo. Tale fuoriuscita delle acque termali, sia dalla frattura sommitale, sia da conetti, e la conseguente precipitazione di carbonato sui fianchi della dorsale hanno determinato col tempo la progressiva crescita della struttura, che attualmente raggiunge i 10 metri di altezza, una larghezza di 40 metri e una lunghezza di 250 metri.

Salendo sulla sommità, si possono osservare morfologie particolari come coni e vaschette di dimensioni pluricentimetriche, dalle quali fuoriescono contemporaneamente acqua e gas o soltanto gas, principalmente acido solfidrico (H2S) e anidride carbonica (CO2), dal tipico odore di uova marce. Le aree di recente deposizione hanno un colore bianco e sono prive di vegetazione; quelle inattive, invece, hanno un colore grigio scuro, dovuto alla presenza di colonie batteriche.

La mofeta di Bussoleto, invece, è una depressione (dolina) di forma circolare, del diametro di circa 50 metri, profonda 10 metri, dalla quale fuoriescono abbondante CO2 (99%) e altri gas venefici come H2S e SO2. Si trova nelle vicinanze della dorsale di travertino ed è recintata da un muro che ne limita l’accesso ai soli autorizzati.

La dolina, secondo alcuni autori (Brogi et al. 2007), si è formata in quanto i depositi di travertino, che affiorano nell’area, sono stati sottoposti a fenomeni di dissoluzione del carbonato di calcio per l’effetto delle acque meteoriche circolanti, rese acide dalle emissioni. La mofeta potrebbe essere ciò che resta di un’antica sorgente termale, che insieme a quella della cosiddetta “Buca delle fate”, adesso non più attiva, avrebbe generato i depositi di travertino che affiorano alle Terme di San Giovanni.

Determinanti per la ricostruzione paleogeografica e paleombientale sono state le osservazioni sui fronti di cava a Campo Muri, dove è stato riportato alla luce un insediamento di epoca etrusco-romana. Nel sito erano presenti delle sorgenti termali, come testimoniato dalla presenza di vasche. L’età dei reperti permette la datazione indiretta dell’interruzione della deposizione del travertino: tra il III secolo a. C. e il IV secolo d. C. Questa interruzione fu la conseguenza delle opere di regimentazione delle acque termali verso le vasche mediante canali. La deposizione di travertino riprende in corrispondenza dell’abbandono del sito, come testimoniato dalla presenza di depositi che ricoprono i canali. L’inizio della deposizione dei travertini presenti a Campo Muri, analoga a quella di inizio dell’attività sorgiva di Bussoleto, sembra risalire a circa 24.000 anni fa (Brogi et al.2007).

L’attività deposizionale della fissure ridge, associata a quella della faglia che l’avrebbe generata e lungo la quale sono risaliti i fluidi idrotermali, sarebbe successiva alla mofeta. Infatti la faglia disloca i travertini che si erano precedentemente formati nell’area della sorgente del Bussoleto. L’attività di fluidi e gas ancora presenti nella mofeta testimonierebbe inoltre che la faglia è ancora attiva.

Bibliografia:

Baronti S. et al., Le sorgenti naturali di CO2: quindici anni d’attività di ricerca scientifica, in Carli B. et al. (a cura di), Clima e cambiamenti climatici: le attività di ricerca del CNR, Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 2007, pp. 653-656

Brogi A., Capezzuoli E. e Gandin A., I travertini delle Terme di San Giovanni (Rapolano Terme, Appennino Settentrionale) e loro implicazione neotettonica, in “The Italian Journal of Neurological Sciences”, 2007, vol. 20(2), pp. 107-124

Fonti:

Montagnola di travertino e mofeta delle Terme di S. Giovanni, scheda di riferimento GIR3, progetto di ricerca “I Geositi” della Provincia di Siena in Convenzione con l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze della Terra, responsabile scientifico Armando Costantini (archivio dei Geositi scaricabile alla pagina http://www.regione.toscana.it/-/conoscere-i-geositi; percorso: cartella “GeoSiti archivio”, sottocartella “Iconografia”, sottocartella “GIR3 Montagnola di travertino e mofeta delle Terme di S. Giovanni”)

Note: Il CNR ha avviato uno studio che riguarda le tipologie di piante presenti all’interno della mofeta, che sono capaci di sopravvivere in situazioni estreme. Si tratta di un laboratorio a cielo aperto dove è possibile studiare l’importante fenomeno dell’effetto serra.

Autore scheda: Serena Castignoni

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