Le sorgenti termali di Rapolano Terme

Luogo: Rapolano Terme

Comune: Rapolano Terme

Descrizione: Il geologo Bernardino Lotti, nel 1910, così descriveva le sorgenti termali presenti nel territorio di Rapolano Terme: Un poco più verso oriente, ai piedi dei due lembi estremi della catena del Monte Cetona, numerose scaturiscono le sorgenti termali. Le più settentrionali sono quelle di Rapolano, situate presso il contatto fra le rocce secondarie e il terreno pliocenico circostante sul quale depositarono un’estesa coperta di travertino. Queste polle son distribuite in quattro gruppi, tre dei quali caratterizzati essenzialmente da una differenza di temperatura e detti perciò rispettivamente Bagno Freddo, Bagno Temperato e Bagno Caldo, cui corrispondono tre stabilimenti balneari. Le acque del Bagno Freddo, detto anche Bagno d’Armaiolo, hanno 29° C di temperatura, quelle del Bagno Temperato 36° e quelle del Bagno Caldo 39,5°. Il quarto gruppo è quello del Bagno Marii, l’antico bagno sulfureo di Rapolano, che ha una temperatura di 39°-40°C e contiene maggior copia di acido solfìdrico degli altri. La sorgente del Bagno Caldo, sebbene continua, presenta ad intervalli regolari di 15 minuti un aumento di portata, con forte sviluppo di gaz, che dura cinque minuti. Questo fenomeno è messo in evidenza nel cortile dello stabilimento per mezzo d’un tubo verticale, dall’estremità superiore del quale l’acqua trabocca spumeggiante. La causa è da ricercarsi probabilmente nell’accumulamento periodico in cavità sotterranee d’acqua e di gas e nella forza espansiva di quest’ultimo, piuttosto che nel solito sifone frequentemente invocato per spiegare le sorgenti intermittenti. […] In passato dovettero esistere altre e copiose sorgenti termali un poco più a sud, presso le Serre, a giudicarne dall’ampio deposito di travertino che anche qui ricuopre il Pliocene come a Rapolano, e che giunge, dopo breve interruzione, fino ad Asciano (Lotti 1910, p. 422).

Lo scritto descrive un fenomeno diffuso non solo nella zona di Rapolano Terme, ma anche in varie altre parti della Toscana, in particolar modo nell’area meridionale, dove si trovano molte sorgenti termominerali legate a particolari circuiti idrogeologici attraverso i quali le acque meteoriche penetrano e circolano in profondità nella crosta terrestre, assumendo calore e prendendo in carico, per dissoluzione, diverse sostanze.

La fuoriuscita delle acque termali da fratture genera le sorgenti. A Rapolano, le sorgenti termominerali risultato allineate principalmente lungo un elemento tettonico conosciuto come “Faglia di Rapolano”, che metterebbe a contatto i depositi pliocenici con le formazioni mesozoiche di facies toscana.

Le acque termali di Rapolano rientrano tra le acque omeotermali con temperature comprese tra i 30°C e i 40°C. Sfruttate fin dal tempo degli Etruschi per scopi ludico-sanitari, anche oggi alimentano alcuni stabilimenti termali che, insieme a quelli di Chianciano Terme, Saturnia, Bagni San Filippo, Sarteano, San Casciano dei Bagni e Bagni Vignoni, sono tra i più importanti del centro Italia (Bambini et al. 2010).

I due stabilimenti termali presenti a Rapolano sono Antica Querciolaia e Terme San Giovanni. Delle Terme Antica Querciolaia, il cui nucleo centrale risale alla prima metà dell’Ottocento, parla in una lettera anche Giuseppe Garibaldi, che qui venne a curarsi dopo la battaglia in Aspromonte. La vasca dove si immergeva è stata recentemente restaurata. L’analisi dei componenti principali dell’acqua della sorgente che alimenta il complesso termale Antica Querciolaia mostra una tipologia solfato-bicarbonato-calcico-magnesiaca, con presenza di anidride carbonica e idrogeno solforato (Mantelli F. et al. 2013); la presenza del magnesio è la conseguenza della circolazione delle acque in rocce della serie toscana, in particolare in calcari di tipo dolomitico.

Le Terme di San Giovanni si trovano a monte del complesso termale etrusco di Campo Muri. Nel giardino del nuovo complesso si trova la sorgente termale, circondata da una teca in vetro. Poco distante, lungo un viale di pini, la montagnola di travertino testimonia il punto dove la sorgente originale, ora deviata, veniva a giorno. Le caratteristiche chimiche delle acque che oggi fuoriescono nell’area di San Giovanni suggeriscono un loro percorso di circolazione e risalita diverso da quello delle acque che emergono in corrispondenza delle altre sorgenti termali. In particolare è stata evidenziata la presenza di gas provenienti da zone profonde della crosta. La composizione chimica dell’acqua indica una tipologia solfato-bicarbonato-calcico-magnesiaca con una significativa presenza di cloruro (Mantelli F. et al. 2013).

Bibliografia: 

Bambini A. M. et al., Geologia dell’area di Rapolano Terme in Provincia di Siena (Appennino Settentrionale), in “Italian Journal of Geosciences”, Bollettino della Società Geologica Italiana e del Servizio Geologico d’Italia, vol. 129, n. 3, 2010, pp. 457-49

Barazzuoli P. e Salleonini M., L’acqua: risorsa, rischio e pianificazione, in Giusti F. (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi Editore, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 218-23

Lotti B., Memorie descrittive della carta geologica d’Italia, vol. XIII: Geologia della Toscana, Roma, Tipografia Nazionale di G. Bertero e C., 1910

Mantelli F. et al., Principali emergenze termali in Toscana. Idrogeologia e chimica delle acque, Firenze, Regione Toscana, ARPAT Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Toscana, 2013, pp. 264-276

Autore scheda: Serena Castignoni

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