Le cave di travertino a Rapolano

Luogo: Rapolano Terme, Serre di Rapolano, Asciano

Comune: Rapolano Terme, Asciano

Descrizione: Il travertino è una roccia da sempre utilizzata come pietra da costruzione. Nella zona del Senese, i primi a usare il travertino furono gli Etruschi, che scavarono le proprie necropoli nei giacimenti e impiegarono largamente questa pietra chiara per costruire sarcofagi. Nell’architettura senese è una delle quattro pietre utilizzate nel centro storico, insieme al calcare cavernoso, all’arenaria pliocenica, al marmo giallo e alla pietra serena. Alla base di quest’ampio utilizzo c’è la facile reperibilità nelle zone di Rapolano Terme e Asciano.

Già dal XVIII secolo, Rapolano Terme diviene un centro specializzato nella produzione del travertino. Con l’Unità di Italia aumenta la richiesta di questo materiale, usato perlopiù in edilizia. Nei primi decenni del Novecento, le maestranze della zona di Rapolano realizzano importanti opere come la facciata di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, il Palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra e la stazione di Milano. Nella seconda metà del Novecento, l’escavazione e la lavorazione diventano intensive, anche grazie alla progressiva meccanizzazione del lavoro e all’introduzione di moderne attrezzature per il taglio e la squadratura.

La ricchezza estrattiva e termale del territorio di Rapolano è una conseguenza diretta della particolare geologia dell’area. La formazione del travertino, che è un calcare di origine chimica, avviene quando acque, ricche di bicarbonato di calcio, depositano per precipitazione il carbonato in eccesso. Questo fenomeno di precipitazione si innesca in corrispondenza di sorgenti termominerali legate a particolari circuiti idrogeologici, dove le acque meteoriche, penetrando in profondità, si riscaldano e si arricchiscono di sostanze minerali. La presenza di una faglia, nota in letteratura come “Faglia di Rapolano”, rappresenta nel nostro caso la via preferenziale di risalita di fluidi idrotermali che danno origine alla sorgenti.

I depositi travertinosi sono ripartiti in quattro placche: la prima, di Borgo ai Piani, si estende in prossimità dell’abitato di Rapolano Terme, mentre le altre tre si trovano a sud di Serre di Rapolano in località Oliviera, Noceto-Capanni e Filicheto.

Si trovano tre tipi di formazioni: travertini chiari stratificati (tipo A), travertini chiari stratificati (tipo B), travertini scuri compatti (tipo C). I primi due sono color nocciola chiaro, ben stratificati: al tipo A appartengono le varietà merceologiche Silver, Silver Scuro, Chiaro Unito, Chiaro Venato, Dorato, “R” Nocciola Chiaro, Verde Oliva, Scuro Venato; al B appartengono invece le varietà Giallo Dorato, Scabas Rosa, Siena. All’ultimo tipo, il C, appartengono le varietà Scuro Antico 1, Scuro Noce, Scuro Venato.

Studi sedimentologici e petrografici hanno permesso di identificare i meccanismi di deposizione delle tre tipologie. I travertini di tipo A si sono formati per incrostazioni di microorganismi quali alghe e cianobatteri; quelli di tipo B per incrostazioni di frammenti vegetali come steli e foglie; l’ultimo tipo, il C, è rappresentato da travertini che si sono depositati, come fanghi calcarei, in vasche o laghetti. Tutto è avvenuto nel Pleistocene superiore – Olocene; l’età è testimoniata dai fossili presenti, ma soprattutto dalle filliti, cioè dai fossili di vegetali che denunciano un’associazione di latifoglie (come il leccio, il cerro, la farnia) riferibili ad una zona climatico–forestale a Lauretum medio fredda di tipo attuale.

Bibliografia:

Acocella A. e Turrini D. (a cura di), Il travertino di Siena. Sienese Travertine, Firenze, Alinea editrice, 2010

Bambini A. M. et al., Nuovi dati litostratigrafici e biostratigrafici sulla Scaglia Toscana nella Toscana meridionale (area di Rapolano Terme), in “Italian Journal of Geosciences”, Bollettino della Società Geologica Italiana e del Servizio Geologico d’Italia, vol. 128, n. 3, 2009, pp. 669-693

Bambini A. M. et al., Geologia dell’area di Rapolano Terme in Provincia di Siena (Appennino Settentrionale), in “Italian Journal of Geosciences”, Bollettino della Società Geologica Italiana e del Servizio Geologico d’Italia, vol. 129, n. 3, 2010, pp. 457-495

Gigli M. et al., Di terra e di pietra. Culture del lavoro e industria del travertino a Rapolano Terme, Edizioni Effigi in coedizione con Primamedia Editore, Grosseto e Siena, 2012

Note: I bacini estrattivi più importanti d’Italia sono quelli delle “Acque Albule” di Tivoli, nel Lazio, e quello di Rapolano Terme in Toscana. La coltivazione dei travertini di Rapolano, iniziata già in epoca etrusca, viene documentata già nel 1597 in un documento che fa riferimento alla cava di Noceto, che doveva rifornire il travertino per la costruzione della chiesa di Santa Maria in Provenzano a Siena.

Autore scheda: Serena Castignoni

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