Lo scalpellino

Luogo: Serre di Rapolano

Comune: Rapolano Terme

Data/periodo: La figura dello scalpellino è una delle più antiche della storia. L’attività di lavorazione della pietra può essere fatta risalire ai primi utilizzi di strumenti da parte dell’uomo

Descrizione: L’escavazione del travertino nella zona di Rapolano Terme è accertata fin dal tempo degli Etruschi, che impiegavano questo materiale per edificare la struttura di tombe a camera e per la realizzazione di urne cinerarie.

A Siena, il travertino delle cave delle Serre di Rapolano viene impiegato per tutto il XIII secolo per la decorazione di edifici religiosi e civili.

Fino alla seconda metà dell’Ottocento, comunque, l’attività estrattiva era piuttosto contenuta, saltuaria e limitata a poche importanti realizzazioni architettoniche. L’unità d’Italia, con l’abbattimento delle barriere doganali interne al paese, rese il travertino molto competitivo sul mercato. Lo sviluppo edilizio favorì la nascita di una prima filiera di produzione legata all’attività estrattiva, che comincia ad impiegare stabilmente diversi lavoratori locali. La nascente e florida industria estrattiva attira molti contadini e braccianti, che abbandonano i poderi ben prima della fine della mezzadria, per cercare impiego come cavatori o scalpellini.

Un tempo, tutte le operazioni di trasformazione della pietra erano eseguite interamente a mano. Il laboratorio, allestito solitamente sotto tettoie all’aperto, accoglieva lavoratori di diversa esperienza, ciascuno con precisi incarichi: apprendisti, spesso poco più che bambini, operai non specializzati, scalpellini e ornatisti, che oltre alla produzione ordinaria e quotidiana di davanzali, soglie, scalini, balaustre e architravi, si dedicavano alla scultura in massello, realizzando colonne, cornici, fontane e camini. Sulla base di disegni o bozzetti in gesso, gli ornatisti e gli scalpellini più preparati realizzavano manufatti di pregio, monumenti funebri e celebrativi, frontoni, timpani, pilastri e sculture che richiedevano grande abilità di esecuzione.

Gli scalpellini erano attori essenziali dell’artigianato edile. Non solo realizzavano e riparavano le finiture delle abitazioni e dei palazzi, ma eseguivano la posa in opera, vale a dire il montaggio, l’ancoraggio e l’adattamento dei pezzi realizzati in cantiere. Lavoravano anche per le fattorie, costruendo cantonate, focolari, trogoli e acquai. Realizzavano piattabande per portali, cimase e cordonature stradali, lastricavano e selciavano marciapiedi e cortili, sbozzavano pozzetti fognari, chiusini e caditoie per il drenaggio delle acque.

Gli attrezzi fondamentali di questi professionisti erano righe, squadre, scalpelli, subbie, punte, trapani a mano, gradine, frullini, martelline, unghietti, bocciarde, mazzuoli, accapezzino: arnesi in acciaio, forgiati su misura, temperati e affilati dai fabbri secondo le tecniche tradizionali.

Bibliografia:

Gigli M., Lusini V., Tagliacozzo S., Zanotelli F., Di terra e di pietra. Culture del lavoro e industria del travertino a Rapolano Terme, Edizioni Effigi in condizione con PrimaMedia Editore, Grosseto e Siena, 2012

Autore scheda: Nicola Patti

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