Le botteghe di una volta

Luogo: Via Roma, via delle Cantine – Siena

Contrada: Contrada di Valdimontone

Data/Periodo: Le botteghe artigiane presenti sul territorio della Contrada di Valdimontone tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta del Novecento rivivono attraverso i racconti e i ricordi delle persone vissute nel territorio

Descrizione: Le botteghe artigiane, presenti in maniera diffusa nel passato, oggi si sono drasticamente ridotte a causa delle profonde trasformazioni del tessuto socio-economico della città e del rione. Le foto d’epoca offrono un ritratto di questa zona della città fatto di case popolari prossime alle mura e a diretto contatto con la campagna (le cosiddette “Masse”), la cui vicinanza favoriva un flusso costante di persone tramite Porta Romana.

Per rivivere la Siena dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta bisogna rivolgersi all’oralità delle persone nate e cresciute nel rione: dare voce ai loro ricordi di gioventù è operazione culturale importante perché aggiunge alle fonti scritte una parte fondamentale della storia del luogo e della gente che lo ha abitato. Grazie alla narrazione diretta e soggettiva si rivivono immagini del rione con persone, luoghi, eventi altrimenti destinati a divenire segni di quotidianità perduta.

Mario Bari, suocero della scrivente, nato e cresciuto nel rione è fonte inesauribile di ricordi e aneddoti dai quali è possibile ricostruire una mappa delle botteghe dislocate lunghe le vie del rione e trarne alcune considerazioni. La posizione di confine della contrada tra territorio urbano e rurale ha favorito la nascita e lo stanziamento di una serie di attività legate all’approvigionamento e alla vendita di merci. In Via delle Cantine, ad esempio, si trovava la bottega di un treccolone, un rivendotore al minuto ambulante che si recava in campagna per vendere articoli di merceria e stoffe e acquistare conigli, pollame e prodotti agricoli da rivendere in città.

Nel Vicolo di Pulcetino invece era situata la bottega di un maniscalco la cui attività era fondamentale per fornire assistenza a coloro che recandosi in campagna con un carretto trainato da cavalli o muli avevano necessità di ferrare gli animali prima di riprendere il cammino in ingresso o in uscita.

La presenza di diverse botteghe di falegnameria è da collegarsi agli anni in cui l’Italia stava faticosamente uscendo dal dopoguerra e dava segni di inizio di ripresa economica che favoriva moderate spese per l’arredamento, la realizzazione e la riparazione di mobili.

In Via Roma era possibile rifornirsi di carbone presso un carbonaio in un momento in cui il riscaldamento delle case era assicurato soprattutto dalle cucine economiche.

Il pane era fornito per l’intero rione dal “Forno San Girolamo”, tuttora esistente e inserito nella lista delle botteghe storiche di Siena: fondato da Quirino Bichi già nel 1920, costituisce un esempio di sapere artigiano tramandatosi per diverse generazioni, attraverso ricette ancora in uso per la preparazione dei prodotti da forno e dei dolci tipici senesi. Era normale anche l’uso di associare alla cottura del pane quella degli arrosti che alcune famiglie del rione portavano perché sprovviste di forni domestici adeguati. Al rapporto fra negoziante e cliente si accomunava quello famigliare, certamente diverso dalla relazione impersonale che le catene di supermercati odierne hanno introdotto tra gli individui, fino a considerarli soltanto dei consumatori.

Documenti:

Intervista a Mario Bari

Autore scheda: Contrada di Valdimontone, Chiara Pavolini e Mario Bari

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