Pier Pettinaio (…a cui di me per caritate increbbe)

Luogo: Vicolo Pier Pettinaio – Siena

Contrada: Contrada Priora della Civetta

Data/periodo: Nato nel 1180 circa

Descrizione: Simpatico personaggio della Siena duecentesca. Anche così è stato definito Pier Pettinaio, uomo onesto e buono, artefice e mercante di pettini, che soccorse i poveri con tutte le sue forze, che due settimane dopo la morte fu acclamato santo.

Nacque a Campi di Lecchi in Chianti attorno al 1180 e morì il 5 dicembre 1289, vivendo dunque ben 109 anni. Recenti considerazioni fanno però ritenere più ragionevole una nascita attorno al 1210. Già da bambino fu mandato a Siena per addiscere l’arte del pettinagno in una buttiga nel territorio della futura Contrada Priora della Civetta. Praticò poi quell’insidioso mestiere di mercatante con aspetti esemplari e anche assai curiosi, frutto della sua proverbiale onestà.

Imboccò ben presto la via della santità, sull’onda della spiritualità francescana ovunque dilagante in quei decenni di grandi fervori, ancor più ravvivata in Siena dalle tre clamorose visite del poverello di Assisi. Fu l’esponente più illustre della vivace fraternità dei Penitenti laici, organizzando anche un suo gruppo di otto compagni, per la pratica operosa della caritate, la “solidarietà”, parola inesistente nel nascente italiano duecentesco. Soccorse i poveri, curò gli ammalati all’Ospedale del Santa Maria della Scala, fu fratello di spicco della nascente Misericordia e della Compagnia dei Disciplinati, finché aderì ai Terziari di San Francesco, la cui vita quasi monastica si conformava al Manuale dei Propositi, approvato da Onorio III nel 1221. Stimatissimo, ebbe anche incarichi di fiducia dal Governo. Manifestò doti di singolare premonizione, ebbe estasi contemplative tipiche dei più grandi santi e vere proprie visioni mistiche, di cui la famosa è quella avuta nel Duomo di Siena, in una delle sue notti di preghiera, quando si narra che le porte gli si aprissero miracolosamente da sole. Si raccontano prodigiose guarigioni da lui operate a Siena e a Pistoia dove andava spesso, le quali, unitamente a una ventina di episodi post mortem, vanno sotto la dimensione miracolosa.

Eppure Pier Pettinaio è poco conosciuto, la sua fama quasi del tutto affidata alla folgorante, ma marginale citazione, messa da Dante sulle labbra di Sapìa Salvani, nel Purgatorio.

Fu sposato, mentre rimane controverso se avesse avuto figli. Nel prosieguo della vita vendette tutti i suoi beni distribuendo il ricavato ai poveri, finché si ridusse in una casupola vicino al convento dei Frati Minori di San Francesco. Morta la moglie vendette anche quella e si ritirò per la sua impennata finale verso l’ascesi negli ombrosi silenzi del convento stesso, dove si dedicò anche alla cura dei novizi, adolescenti o addirittura bambini.

Spentosi in quel 1289 fu sepolto nella primitiva chiesa di San Francesco. Due sole settimane dopo la morte, il Consiglio Generale della Repubblica deliberò di costruire per lui unum sepulchrum nobile cum ciborio et altare, onore riservato soltanto ai santi di grande venerazione. E subito iniziarono anche le pubbliche onoranze annuali, con offerte di doppieri di cera e procissioni.

La sua appartenenza all’empireo delle centinaia di santi senesi dov’era da sempre, fu riconosciuta il 2 gennaio 1802, con la beatificazione sancita da Pio II.

Da una recente indagine è emersa una sua davvero significativa iconografia, con sue immagini presenti nei luoghi topici civili e religiosi di Siena, oltre a un’autentica gemma ritrovata a Firenze, a testimoniare la diffusione del suo culto.

Gli ideali del mutuo soccorso che furono la sua bandiera umana e spirituale serpeggiano da sempre nella storia senese e dal seicento in poi anche nel mondo delle Contrade. Su quest’onda tuttora vigorosa il 16 gennaio 2012 si è costituta fra la comunità civettina la Compagnia di Pier Pettinaio. Per imparare da lui sempre più ad avere “a memoria” almeno i più vicini fratelli del cui soffrire ci “rincresca”.

Bibliografia:

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Agricoli C., Pier Pettinaio nella Siena duecentesca, Siena, Il Leccio, in corso di stampa

Autore scheda: Contrada Priora della Civetta, Carlo Agricoli

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