Santi e beati civettini

Luogo: Chiesa di San Cristoforo, Piazza Tolomei – Siena

Contrada: Contrada Priora della Civetta

Data/periodo: Dalla fine del XII secolo

Descrizione: Che Siena abbia accumulato nella sua pur lunga storia oltre 250 fra santi e beati, è cosa poco nota e per molti forse incredibile. Per non parlare poi dei “venerabili”, che sono un’altra miriade, allineati in bell’ordine su quella specie di terzo gradino della scalinata paradisiaca, dopo la santità e la beatitudine. Che sia la Civetta a vantare il primato fra le consorelle quanto al numero di santi e beati nati sul suo territorio, è cosa ancor più inaspettata e bizzarra, appena si dovesse notare come oggi questa Contrada sia una delle meno popolose. Ma non è stato sempre così, tutt’altro. Nella Siena medievale e per lunghi secoli il territorio della futura Priora fu uno dei più densamente popolati. Attraversato da un lungo tratto cittadino della Francigena, le attuali vie dei Banchi di Sotto e di Sopra, vi si concentravano i fondachi, giustappunto con i “banchi” dei più grandi mercatanti. Vi erano poi fitte le buttighe degli artefici, i quali anche loro ci abitavano pure, ma soprattutto vi si trovavano un gran numero di casamenti nobiliari, alcuni dei quali, come quelli degli Ugurgieri, assumevano le vesti di castellari. In ogni caso le case dei nobili pullulavano di una quantità sterminata di servigiali e di una pari moltitudine di figlioli, quest’ultimi se possibile ancor più fitti di quanto non fossero nelle case dei poveri. Anche se i figli erano sempre un dono di Dio, se ci si potevano permettere più facilmente parecchie bocche da sfamare, si andava ovviamente più tranquilli.

Tralasciando dunque i venerabili, seduti per così dire in panchina, in attesa che qualche Papa li faccia magari entrare sul campo di gioco, al momento la squadra “civettina” della… Sanctitudo, annovera un santo e almeno 24 beati. Basta scorrere l’elenco per rendersi conto che questo invidiabile primato abbia qualcosa a che vedere con la nobiltà delle famiglie di questi benemeriti virgulti santi. Intanto, per molti di loro, esclusi dal grosso dell’eredità spettante al primogenito, il convento era un’ottima alternativa. Muniti del loro nome e di una ricca dote, si poteva ben aspirare a diventare Padri Guardiani e Badesse, prendendosi così una buona rivincita sul fratello primogenito. I conventi s’infittivano allora di nobili, già di per sé ovviamente favorivano l’ascesi, e il restante cammino lo colmavano i grandi numeri della statistica. Poi, inutile fingere, immaginiamo un Papa intento a lambiccarsi su un elenco di candidati alla beatificazione. Pare naturale, anche se non proprio giustissimo, che l’occhio gli cadesse assai più facilmente laddove scintillava il nome di una famiglia ben nota e influente, al confronto dell’anonimato di un qualunque Gano o Ristoro, semplicemente qualificati come “da Siena”. Così andava il mondo, c’è da credere. Più o meno lo stesso motivo ci rende ragione del perché si abbia un affollamento di “beatitudine” nei due secoli in cui Siena sfolgorava nel mondo intero, il 1200 e il 1300, mentre il diradamento va di pari passo con la sua lenta decadenza.

Le notizie su gran parte di questi santi e beati “civettini” sono scarse, incerte e per molti aspetti inesistenti. Tolti Bernardo Tolomei, l’unico santo, Pier Pettinaio, Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani, per gli altri non ci sono neppure vere e proprie biografie. In ogni caso non è questa la sede per poter approfondire alcunché e ci limiteremo dunque a un semplice elenco in ordine cronologico. Scorrendolo, potrebbe stupire la schiacciante prevalenza dei domenicani, ben 16… Eh, beh!… Per esempio, il “poverello di Assisi” predicava la povertà come strada maestra per la santità, e dunque doveva essere assai poco “di moda” fra la ricchezza delle casate nobili. Di francescani ne troviamo infatti solo due. I domenicani erano poi anche famosissimi predicatori, e per questo si doveva essere ben istruiti. E l’istruzione in quei secoli, ben sappiamo, era, ancora una volta, privilegio della nobiltà.

  1. Pier Pettinaio (n. 1180-1210 ca. – † 5 dicembre 1289), artigiano e mercante di pettini, Terziario di San Francesco;
  2. Andrea Gallerani (n. 1201? – † 9 o 13 aprile 1251) fra i primi, se no il primissimo “fratello” fondatore della Misericordia senese, i cui esponenti non costituirono mai un vero e proprio ordine religioso, sia pure laico;
  3. Nera Tolomei (1230 ca. – † 25 dicembre 1287), domenicana;
  4. Ambrogio Sansedoni (n. 16 aprile 1220 – † 20 marzo 1286), domenicano;
  5. Diamante Sansedoni († 1289 ca.), domenicana;
  6. Vannuccia Sansedoni († 1289), domenicana;
  7. Angiola Tolomei († 9 novembre 1300), domenicana;
  8. Giovan Battista Tolomei († 24 giugno 1320), domenicano;
  9. Bernardo Tolomei (n. 10 maggio 1272 – † 19 agosto 1348), fondatore dell’Abbazia di Montoliveto e dell’Ordine dei Benedettini Olivetani;
  10. Recupero Tolomei, domenicano, compagno di Bernardo Tolomei;
  11. Angiola Tolomei († 22 settembre 1349), Terziaria dei Servi di Maria;
  12. Bonaventura Tolomei († 7 gennaio 1349), domenicano;
  13. Enea Tolomei († 1349), domenicano;
  14. Ghinoccia Tolomei († 29 agosto 1375), domenicana, discepola di Santa Caterina;
  15. Francesca Tolomei († 3 aprile 1379), domenicana;
  16. Stefano di Cecco Tolomei († 8 maggio 1404), domenicano;
  17. Pietro Tolomei († 28 ottobre 1407), domenicano;
  18. Matteo Tolomei († 30 luglio 1408), domenicano, discepolo di Santa Caterina;
  19. Jacopo Tolomei († luglio 1408), domenicano, discepolo di Santa Caterina;
  20. Cristofano di Mino Tolomei († 1412 ca.), domenicano, vescovo di Sebastopoli;
  21. Tobia Tolomei († morta 1 marzo 1437), francescana, zia di San Bernardino da Siena. Altre fonti la dicono cugina di Bernardino, figliola di Diana Avveduti, zia del Santo. La confusione fra cugina e zia pare attribuibile al fatto che alcune fonti affermano avesse trent’anni più di Bernardino;
  22. Bernardino Tolomei († 1510), osservante;
  23. Mino Ugurgieri, francescano;
  24. Gherardo Tolomei, osservante;
  25. Bartolomeo Tolomei, agostiniano di Lecceto.

Autore scheda: Contrada Priora della Civetta, Carlo Agricoli

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