La fauna del Chianti

 

 

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Nel Pleistocene superiore (120.000-10.000 anni fa) la fauna della penisola italiana comprendeva tutte le specie attuali ad esclusione di quelle che si sono estinte (Massetti, 2002)

Descrizione: Il territorio di Castellina in Chianti presenta una varietà di ambienti diversi. Sono presenti aree boschive ad elevato grado di naturalità e aree dove è ancora evidente la modellazione del paesaggio agricolo mezzadrile, con terrazzamenti a uliveti e vigneti. Con l’abbandono delle campagne, le aree con siepi e muretti a secco sono diventate sempre più rare, e dove è predominate la monocultura scompaiono elementi paesaggistici che per lungo tempo hanno caratterizzato l’area del Chianti. La cattiva gestione del bosco ceduo, inoltre, ha comportato una diminuzione di habitat adatti a numerosi animali selvatici. Alcune specie che erano comuni nella zona del Chianti, ben descritte e rappresentate nelle collezioni zoologiche ottocentesche, non sono più presenti. Si possono ricordare, ad esempio, la pernice rossa e il gufo reale, di cui troviamo alcuni esemplari nella collezione di Apelle Dei (1819–1903), conservata all’Accademia dei Fisiocritici di Siena.

Le estese zone boscate tra i comuni di Castellina in Chianti e Radda in Chianti rimangono comunque paradisi naturali per animali come il cervo, che è presente solo in un’altra area del senese, quella della Val di Merse (Riserva naturale dell’Alto Merse). Tra gli altri ungulati troviamo il capriolo, il daino e il cinghiale.

La volpe è uno dei carnivori più comuni nei boschi, mentre il lupo è stato di recente segnalato nell’areale di Greve in Chianti.

La lepre è comune nei boschi, ma è spesso avvistabile anche nei terreni aperti.

L’istrice, il più grande roditore della fauna italiana, è avvistabile al crepuscolo quando cerca tuberi e radici nel sottobosco. È un animale protetto e la sua caccia ad uso alimentare è stata vietata.

Lo scoiattolo, roditore arboricolo, costruisce le tane negli alberi usando muschio, penne di uccelli, foglie.

Tra i serpenti troviamo il colubro di Esculapio, la vipera e il cervone.

I rapaci sono avvistabili sia di giorno che di notte. Tra quelli diurni troviamo la poiana e il biancone; tra quelli notturni la civetta, riconoscibile dal suo verso caratteristico, e il gufo comune, dai tipici ciuffi sulla testa. Nei boschi poi è possibile avvistare anche il picchio verde, l’allocco, il picchio muratore, il fringuello e la ghiandaia. Nelle zone a rimboschimento di conifere, invece, si trovano il colombaccio, la cincia mora e la cinciarella.

Bibliografia:

Dipartimento di Scienze Ambientali G. Sarfatti, Le collezioni storiche del Museo dell’Accademia dei Fisiocritici, in Bargagli R., Favilli L., (a cura di), Biodiversità del territorio senese: collezioni didattica ricerca, Regione Toscana, Università degli Studi di Siena, 2010, pp. 14-16

Giusti F., Favilli L., Manganelli G., La fauna, in Giusti F. (a cura di), La storia naturale della Toscana meridionale, Siena, edizione riservata Monte dei Paschi di Siena, 1993, pp. 386-427

Documenti:

Favilli-Analisi-Faunistica-convertito

Flora-e-fauna

Note: Secondo alcune fonti, il daino sarebbe stato introdotto in Italia dai Fenici e dai Romani. Secondo altre, invece, è presente in Italia dal Pleistocene medio. In epoca tardo paleolitica si è comunque estinto in Italia, per poi essere reintrodotto con esemplari provenienti dal Mediterraneo orientale (Turchia).

Nella zona dell’alto Chianti esistono 12 emergenze faunistiche: Alzoniella cornucopia (Molluschi), vairone, ghiozzo di ruscello (Pesci), salamandra pezzata, salamandrina dagli occhiali, tritone alpestre, tritone crestato meridionale, rana italica (Anfibi), falco pecchiaiolo, assiolo, magnanina (Uccelli), moscardino (Mammiferi). L’Alzoniella cornucopia, in particolare, è endemica di sistemi fratici del Chianti. La salamandra, in provincia di Siena, è conosciuta con sicurezza solo nel Chianti, mentre il tritone alpestre è noto soltanto nella Val di Farma e in un paio di stazioni presso Badia a Coltibuono (nel comune di Gaiole in Chianti).

Autore scheda: Serena Castignoni

 

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