La caccia

Luogo: Chianti

Comune: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Descrizione: Mio babbo mi dava il porto d’armi a sedici… a quell’epoca si prendeva con il permesso del babbo, si andava dai carabinieri e davano il permesso con il consenso dei genitori. Io andavo sempre dietro al babbo. Il mio primo fucile era una doppietta… Anzi no, era un fucile semiautomatico, a una canna sola, calibro 20, a 5 colpi, oggi invece se ne possono usare solo tre. Qui era abbondantissimo di lepri. I cinghiali vennero molto più tardi, anni Settanta Ottanta, prima non c’erano. Poi si diffuse anche la battuta di cinghiale, che è simile alla lepre, ma magari il cinghiale se lo coltivano tutto l’anno, e poi aspettano il momento buono per cacciarlo. Io cacciavo il fagiano, stavo dentro una squadra a Quercegrossa, (ho tradito un po’ Castellina…).

Il capo caccia prima di tutto deve essere uno bravo, che vuol dire? Bisogna avere una buona muta di cani, 4-5 cani che sappiano il mestiere pure loro, conoscere alla perfezione il territorio, sapere alla perfezione le abitudini degli animali e avere una buona squadra di cacciatori. E si dice allora “stamattina andiamo lì” si dice, perché la lepre, “abbiamo visto il bazzico”; che sarebbe il bazzico? sarebbero gli escrementi che si trovano dove la lepre la notte è stata a mangiare, perché ci lascia gli escrementi, ed un modo per trovare le tracce. Oppure è una giornata di strizzo, di freddo secco e allora bisogna sapere dove la lepre è andata a rifugiarsi. E andiamo nel bosco la mattina a notte, dopo aver deciso la zona dove fare la cacciata, e la zona viene presa la mattina dalla squadra di cacciatori, che la rivendica nei confronti delle altre squadre. Ci si divide le zone tra le diverse squadre.

Il capo caccia scioglie i cani e cominciamo a cercare dove è stata la lepre la notte, e la trovano, dove ha mangiato, e di lì cercano di rintracciare il posto… Mentre gli altri cacciatori vanno a prendere la posta, cioè il luogo ove si presume che l’animale, quando è incalzato dai cani, dovrebbe passare. Bisogna quindi avere un posto preciso e appena i cani scoprono il posto della lepre, c’è la canizza, e tutti i cani appresso alla lepre che però è più svelta dei cani, a volte anche più furba ma quando passa vicino alla posta la ammazzano. La lepre è di tutto il gruppo; chi uccide la lepre si prende le interiora: coratella, cuore, la parte migliore per fare le pappardelle al sugo di lepre. Qui la lepre di tradizione chiantigiana è fatta in umido alla cacciatora, come la faceva mia suocera… Con le interiora si fanno le pappardelle, che vanno a chi uccide la lepre, che viene spellata a fine battuta. Vengono raccolte le lepri che vengono uccise… Oggi funziona con l’aiuto della tecnologia, usiamo le radioline, che ci dicono “attenzione alla lepre, i cani sono in canizza, la lepre va in Fonterutoli,” indicando a tutti quelli che sentono dove è indirizzata la canizza, quindi questi poveri animali… La zona è ampia, di solito in più di 4 non si poteva essere, ma poi si era spesso 6-7 cacciatori, ma comunque non grandi distanza.

Per la spartizione, gli altri pezzi si dividono accordandosi, non c’è una gerarchia precisa, a parte per le interiora.

Fonti:

Intervista a Folco Vettori raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Castellina in Chianti il 1 giugno 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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