Le famiglie nobili di Chiusi

Luogo: Chiusi

Comune: Chiusi

Descrizione: Per parlare, anche in sintesi, delle famiglie della nobiltà di Chiusi occorre fare riferimento a quelle esistenti nell’Alto Medioevo. In precedenza, il territorio era abitato da famiglie aristocratiche di origine etrusca e romana, di cui ci restano iscrizioni e ritrovamenti. Sicuramente nobile era, ad esempio, la famiglia dei Sentinate, proprietaria della Tomba della Pellegrina (III secolo a.C.), in cui è stato rinvenuto, tra gli altri, lo splendido sarcofago di Larth Sentinates Caesa, caratterizzato dal coperchio scolpito con un personaggio in seminudità eroica, oggi conservato al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi. È presumibile pensare che anche l’esorcista Sentius Respectus, ricordato insieme alla moglie Minucia Orestina nell’iscrizione della catacomba di Santa Mustiola (III secolo d.C.), appartenesse alla stessa famiglia: questo elemento, in effetti, sembra testimoniare la permanenza nel tempo della famiglia Sentinate nella comunità chiusina.

Anche il primo Cristianesimo chiusino presenta personaggi di alto rango: la stessa Santa Mustiola, con la sorella Iulia Asinia Felicissima, erano parenti strette dell’Imperatore Claudio (de Claudii prolem), mentre Sant’Ulpia vantava origini nobili. Francesco Liverani suppose che i nomi di Ulpia, di Faustina e dei vari Aureli che così spesso si trovano nelle due catacombe di Chiusi rimandassero alla stirpe imperiale di Ulpio Traiano, di Antonino Pio e di Marco Aurelio. Partenio Macario, proprietario della domus ecclesiae del III secolo il cui pavimento in mosaico è nel presbiterio della Cattedrale di San Secondiano di Chiusi, doveva essere anch’esso di nobili origini: lo si desume dalla posizione privilegiata che aveva la sua casa, posta vicino al foro della città.

Divenuta poi sede di ducato longobardo, Chiusi ospitò alcune importanti famiglie comitali come quelle dei Farolfi, dalla quale derivò il ramo della famiglia Manenti, che condizionarono la storia di tutta la Tuscia chiusina.

Venendo ad epoche più recenti, una delle famiglie con le radici più antiche è certamente quella dei Dei, la cui antica tomba di famiglia è sotto il pavimento della Cattedrale di San Secondiano (lato sinistro). Nei secoli XI-XIII, la famiglia portava il nome Della Dea, che dopo il 1220 fu contratto nell’attuale Dei. La famiglia, che fu sempre di parte ghibellina, godeva della nobiltà dell’Impero. Nel 1431 ebbe anche il Patriziato di Siena e i suoi membri furono iscritti di diritto all’“Ordine dei nove”. In quel periodo, si imparentarono con un ramo della famiglia Tolomei e lottarono contro i Salimbeni. Per questo, con il prevalere della parte guelfa a Chiusi (capeggiata dalla famiglia Della Ciaja), fu raso al suolo il bellissimo palazzo della famiglia, chiamato “Il palazzo di Deio”, che sorgeva dove oggi c’è il Museo Archeologico Nazionale. I membri di questa antica e nobile famiglia, fin dal XI secolo, ricoprirono importanti cariche come quella di sindaco, quella di primo priore e quella di ambasciatore. Antonio Felice, membro della famiglia, fu capitano generale del popolo, nel 1473, e partecipò alla cosiddetta “Guerra dell’Anello” con Chiusi e Siena contro Perugia. Altri personaggi della famiglia furono: Damaso di Innocenzo Dei, che nel 1538 partecipò alla stesura dei nuovi statuti della Città di Chiusi; Flaminio Dei, detto il “Transilvano” (XVII secolo), coniugato con Gerolama Petrozzi, figlia del nobile di Chiusi, Perugia e Genova Serafino Petrozzi, insigne Giureconsulto (con la famiglia Petrozzi è ricordata anche la nobile famiglia dei Turrini); Alessandro Dei, che nel 1778, per un fidecommesso, assunse il nome Nardi-Dei, assorbendo il cognome della nobile e antica famiglia dei Nardi che altrimenti si sarebbe estinta; Francesco ed Angelo Dei (XIX secolo). Infine, Ascanio Dei, carbonaro, insigne avvocato e sindaco di Chiusi, ultimo membro della pura linea Dei, figlio di Dionisio Dei ed Eleonora Sozzi, che creò a Chiusi una florida Società Operaia cui donò un’immensa biblioteca per l’istruzione dei lavoratori. Morì suicida il 28 Dicembre 1890 e fu pianto da tutti i progressisti della zona, che costituirono in suo onore una sezione del Partito Socialista. Anche la famiglia di sua madre, la famiglia Sozzi, era stata tra quelle schierate con i ghibellini ed apparteneva all’antica nobiltà chiusina.

Un’altra nobile famiglia di rilevante importanza fu quella dei Samuelli, che gestiva l’ospedale posto nel palazzo detto “Le Logge” davanti al Palazzo Comunale.

Si conoscono poi numerose famiglie nobili che agirono nel contesto chiusino: la famiglia Bonci, la cui importanza è documentata in tutti i documenti storici delle Magistrature comunali, si unì alla nobile famiglia dei Casuccini (creando una nuova linea familiare denominata Bonci-Casuccini); la famiglia Petrarca (rappresentata per la prima volta da un Nicolao), che ebbe l’onore di avere la tomba di famiglia sotto il pavimento della Cattedrale di San Secondiano, immediatamente dietro a quella della famiglia Dei; la famiglia Cellesi, a cui apparteneva l’auditore generale per S. A. Serenissima Sebastiano, che per le sue benemerenze verso la città ebbe l’onore di avere iscritta la sua famiglia all’albo della nobiltà chiusina nel 1627.

Importantissima per la storia chiusina è anche la famiglia Paolozzi (o Pavolozzi), che era originaria di Gubbio e venne iscritta alla nobiltà di Chiusi nella seconda metà del Settecento. Questa famiglia fu poi iscritta anche alla nobiltà di Montepulciano e riconosciuta come appartenente alla nobiltà senese. Nel 1918, Paolo Paolozzi sposò Beatrice dei Principi Strozzi e i loro figli presero il nome di Paolozzi-Strozzi. Nel 1931 fu concesso a Paolo Paolozzi il titolo di Conte. Nel 1783 esisteva un tumulo gentilizio della famiglia (di cui, però, non conosciamo l’ubicazione) nella cattedrale di Chiusi.

Infine, la famiglia Della Ciaja (conosciuta anche come famiglia Caneschi) che rappresentò la parte guelfa della città di Chiusi, con radici nell’Alto Medioevo. Anche questa famiglia ha un sepolcro familiare sotto il lato destro del pavimento della Cattedrale di San Secondiano. Guido Della Ciaja, nel 1230, riuscì a riconciliare per breve tempo gli Orvietani e i Chiusini, in eterna lotta tra di loro. Ranieri Della Ciaja, nel 1232, fu nominato oratore per la Repubblica di Siena con il compito di costituire la lega tra Siena e Chiusi. Alcuni membri di questa potente famiglia furono podestà di Lucca e di Ancona, priori della Lombardia e di Imola e governatori del Ducato di Segni e della Contea di Santa Fiora. Altri rappresentanti della famiglia furono cavalieri dell’Ordine di Malta e incaricati della funzione di luogotenenti generali delle armi di Avignone, ricoprendo anche le più importanti cariche magistrali della città di Chiusi. La famiglia Della Ciaja, inoltre, si ricorda per la responsabilità del tradimento che portò all’eccidio della popolazione di Chiusi da parte di Pirro Colonna nel 1527. Importante esponente della famiglia fu il reazionario Piero Ottieri della Ciaja, nemico giurato di Ascanio Dei. Ovviamente, anche questa famiglia, per ragioni dinastiche, si suddivise in vari rami: Galeotti-Ottieri-Della Ciaja e Lucioli-Ottieri-Della Ciaja (di cui fa ancora parte la scrittrice Maria Pace Lucioli Ottieri Della Ciaja).

Bibliografia:

Bersotti G., Il culto di Sant’Ulpia Vittoria a Chiusi, in AA. VV., Biblioteca dei Santi, Roma, Città nuova, 2013

Ciampolini M. (a cura di), Palazzo Paolozzi in via Porsenna a Chiusi, Chiusi, Edizioni Luì, 2012. Di Crollalanza G. B., Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte o fiorenti, Giornale araldico, Pisa 1886-1890 (rist. Bologna, Forni, 1965)

Gamurrini E., Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane e umbre, Firenze, Onofri, 1668

Paolucci G. e Minetti A., Le necropoli chiusine di età ellenistica in Rastrelli A. (a cura di), Chiusi etrusca, Chiusi, Edizioni Luì, 2000, pp. 204-223

Martini L. (a cura di), Chiusi cristiana, Chiusi, Edizioni Luì, 1997

Tiribilli G. D., Sommario storico delle famiglie celebri toscane, Firenze, Melchiorri, 1855

Fonti:

Archivio storico del Comune della Città di Chiusi

Archivio dell’Accademia dei Filaleti di Chiusi

Autore scheda: Franco Boschi

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