La tomba de La Senese – Casole d’Elsa

Luogo: Località La Senese

Comune: Casole d’Elsa

Data/periodo: 575-550 a.C.

Descrizione: Il 12 marzo 1939, a seguito “lavori di assaggio per ricerche minerarie (ferro)” in località La Senese a Casole d’Elsa furono rinvenuti fortunosamente tre scheletri di inumati, due vasi in terracotta e due affibbiali di bronzo decorati a sbalzo. La regione intorno alla zona del ritrovamento era “selvaggia e poco abitata: colline ricoperte da boschi fitti e bassi di elci neri”: dopo la scoperta il 3 aprile 1939 il primo a recarsi sul terreno fu il giovane ispettore della Regia Soprintendenza d’Etruria, Enrico Paribeni, che redasse una relazione piuttosto dettagliata. Purtroppo, non fu ritrovato altro materiale rispetto a quello segnalato ad esclusione di una punta di lancia in ferro. Tuttavia, le lettura della relazione pone all’attenzione un particolare inspiegabilmente passato sotto silenzio. In tutti i testi, infatti, si parla di tomba a fossa, ma Enrico Paribeni esplicita chiaramente che si trattava di una tomba a camera di cui restava “parte della vôlta naturale di roccia che è crollata”, oltre a tagli ed allineamenti di difficile attribuzione. Del resto, anche la ricorrenza di tre inumati sembra escludere la possibilità che si trattasse di una tomba a fossa.

La mancanza di dati più precisi sui materiali rende complesso l’inquadramento del ritrovamento, ma la presenza dei due affibbiagli decorati permette un approfondimento.

I due oggetti, coma già sottolineato da F.W. von Hase, sono realizzati con lo stesso punzone: all’interno di una cornice decorata a trattini obliqui e borchiette, sono raffigurati due coppie di pugili in combattimento, muniti di cesti dolci (gli antichi ‘guantoni’, costituiti da bende di cuoio attorno alle mani), vestiti del solo perizoma; al centro un tripode.

Questi due oggetti sono stati considerati per molto tempo come la più antica rappresentazione del tema dei pugili, ma la datazione (su base stilistica al secondo quarto del VI secolo a.C.) dimostra l’inconsistenza di questa affermazione.

Straordinaria, invece, è l’importanza del significato celato sotto la rappresentazione: nonostante, infatti, la raffigurazione sia tipicamente etrusca (ben diverse sono le coeve redazioni greche) lo schema dei pugili in lotta con il premio al centro è tipico del mondo ellenico (ne sono esempi Polluce ed Amikos o Mopsos e Admeto ai giochi per Pelia) e sembra trovare la sua origine nello scontro tra Apollo ed Eracle per il dominio su Delfi. Mito che, probabilmente, era ben conosciuto anche in questa parte dell’Etruria: senza entrare in un tema che porterebbe molto lontano, infatti, la scena delfica sembra rappresentata sul piede di kyathos in bucchero proveniente dal contesto principesco del Santa Maria della Scala.

In questo senso, quindi, il defunto deposto nella tomba de La Senese non solo mostra di conoscere la tradizione iconografica greca (anche se riletta alla maniera etrusca) ma, soprattutto, decide di utilizzarla come mezzo di legittimazione politico-sociale: non è da sottovalutare, infatti, che insieme ai cinturoni, sia stata trovata anche una punta di lancia di ferro, chiaro riferimento al dominio e controllo del territorio. La Senese, infatti, si trova alle pendici della Montagnola senese, in un’area di collegamento tra il volterrano, la Valdelsa ed il territorio senese verso il Chianti e l’Ombrone.

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, p. 35

Baldini G., Note sul popolamento di età etrusca in Valdelsa: la ‘facies’ arcaica, in Schörner G. (a cura di), Leben auf dem Lande. ‘Il Monte’ bei San Gimignano: Ein römischer Fundplatz und sein Kontext, Internationales Kolloquium (Jena, 19. – 21. Juni 2009), Wien, Phoibos Verlag, 2013, pp. 145-177 (in particolare p. 149, nota 39)

Baldini G., La Porta P., Casole d’Elsa. Museo Civico Archeologico e della Collegiata, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 44-47 (in particolare p. 47)

Ciacci A., Un “principe” etrusco a Siena. Nuova luce sulle origini di Siena, in “Il Carroccio” 90, 2000, pp. 18-20

Cianferoni G.C., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Museo Archeologico e della Collegiata, Cianferoni G.C., Bagnoli A. (a cura di), Studio Per Edizioni Scelte, Firenze, 1996, pp. 19-60 (in particolare p. 24)

Cimino L., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Casole d’Elsa e il suo territorio, Cimino l., Giffi Ponzi E., Passeri V. (a cura di), Radda in Chianti, 1988, pp. 21-88 (in particolare p. 26)

Cristofani M., Città e campagna nell’Etruria settentrionale, Arezzo, Banca Popolare dell’Etruria, p. 95 n. 122

de Marinis G., Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, Società Storica della valdelsa, 1977, pp. 46-47

Thuillier J.-P, Les jeux athlétiques dans la civilisation étrusque, Roma, École française de Rome, 1985, pp. 114-117

Fonti:

Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze

Note: Dopo il ritrovamento i pochi materiali furono depositati presso la Biblioteca degli Intronati e da lì nel Regio Museo Archeologico di Siena. Al momento non sono rintracciabili, ad esclusione dei due affibbiagli di bronzo che sono in deposito presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa.

Autore Scheda: Giacomo Baldini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento