Convento francescano dell’Osservanza a Radicondoli

Luogo: Radicondoli

Comune: Radicondoli

Data/periodo: 1424. Costruito nel Quattrocento e ampliato nei secoli successivi, il Convento è stato modificato nella struttura nel XVIII e nel XIX secolo. Nel XX secolo è rimasto abbandonato per essere nuovamente restaurato dopo pochi decenni, in seguito all’acquisto da parte di privati

DescrizioneIl complesso dell’Osservanza include il Convento e la chiesa dedicata a San Francesco, entrambi risalgono ai primi decenni del Quattrocento. Il Comune di Radicondoli concesse il terreno per la costruzione del Convento a un frate che era a capo degli osservanti francescani di Radicondoli. Nel 1493 i frati già risiedevano nel Convento, mentre la chiesa fu canonizzata solo nel 1589 dal Vescovo di Volterra. Ampliato più volte tra il Seicento e l’Ottocento, il Convento si presenta esternamente essenziale, esso fu infatti realizzato secondo la regola francescana in modo che la semplicità e la povertà in cui i frati dovevano vivere, fosse comunque accompagnata dal decoro e dall’armonia. Al Convento si arriva attraverso un breve viale fiancheggiato da cipressi e intorno alle strutture, c’è un bel giardino. Al centro del complesso c’è un chiostro intorno al quale si sviluppa la struttura, caratterizzata da lunghi corridoi interni coperti da volte a botte e a crociera che sono stati mantenuti durante i numerosi restauri. Adiacenti alla struttura principale si trovavano vari edifici utilizzati per scopi rurali e domestici, come la stalla il fienile, le cucine e il forno.

Dopo le soppressioni delle corporazioni religiose del 1867, il complesso passò alla comunità di Radicondoli, ma i frati sono tornati ad abitarvi nel 1926. Dal 1943 al 1945 ospitò le Monache Francescane missionarie, insieme ad alcune orfane tripoline, poi durante il passaggio del fronte fu gravemente danneggiato e in seguito restaurato grazie alla Prefettura di Siena e alla Soprintendenza di Firenze. Nel 1960 morì Emilio Burletti, ultimo frate che ha vissuto nel Convento e per due anni il complesso fu gestito da una signora del posto, poi fu chiuso, quindi venduto a privati. Diversamente, la chiesa è rimasta all’Amministrazione Fondo per il culto per lungo tempo ed è stata alienata nel 1996, ma nel biennio 1960-62 iniziarono le prime spoliazioni degli arredi. All’edificio religioso si accede da un ampio porticato suddiviso in tre arcate a tutto sesto che poggiano su pilastri in mattoni e coperto con volte a crociera.

La chiesa ha unica navata e nei lati più lunghi ci sono quattro altari in gesso, frutto di un restauro settecentesco. Uno degli altari conteneva la tela con l’Immacolata Concezione realizzata da Bernardino Mei, nell’altare maggiore, in stucco decorato a finti marmi, c’era una scultura lignea del Cristo risorto. Entrambe le opere non sono più presenti. Nell’inventario di Francesco Brogi del 1862 si legge che c’erano anche altre tele dipinte, tra queste una di Alessandro Casolani, un’altra vicino alla maniera di Francesco Rustici e un’altra di Astolfo Petrazzi. Il presbiterio ha pianta quadrata ed è definito da quattro pilastri su cui poggiano archi a tutto sesto ed è coperto da una cupola ribassata ornata con disegni concentrici di nuvolette e angioletti che riflettono la tradizione pittorica settecentesca rispetto alla sobrietà tardo quattrocentesca degli esterni. Dietro il presbiterio c’è il coro, in passato era coperto con volta a botte, oggi ha una cupola ottagonale vetrata. Grandi finestroni che si aprono sui lati più lunghi della chiesa illuminano l’interno, la copertura a due falde è sorretta da grandi capriate lignee.

Bibliografia:

Cucini C., Radicondoli, storia e archeologia di un Comune senese, Roma, Multigrafica Editrice, 1990

Francalacci P., Rotundo F., Radicondoli e il suo territorio, paesaggio e itinerari culturali, Siena, Nuova Immagine, 1999, pp. 77-82

Brogi F., Inventario generale degli oggetti d’arte della provincia di Siena, Siena, Nava, 1897

Documenti:

Amonaci Conventi Toscani

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00385327 (manca il nome del compilatore)

Links:

Note: L’ex convento oggi è proprietà della Sa.Ro. Srl. La scelta del convento e le energie spese per restaurarlo hanno avuto origine dalla volontà di creare un luogo dove fosse possibile lo svolgimento di attività che accrescano la cultura e la conoscenza. Nello spirito di questa utopia concreta, il convento accoglie attività musicali e scientifiche. Presso il convento, infatti, ha sede la scuola RadiconventoMusica della Dulcimer Fondation pour la Musique, una Fondazione internazionale di diritto svizzero costituita a Ginevra il 25 ottobre 1999. Lo scopo principale della Fondazione è di “operare in favore della musica, della sua creazione, della sua diffusione, così come in favore dell’educazione e della formazione nel settore musicale, soprattutto nelle situazioni in cui mancano le strutture e i mezzi adeguati, o dove esistano ostacoli particolari che rendano difficile l’accesso alla musica”. Per raggiungere quest’obiettivo, la Fondazione realizza progetti propri, collabora con enti e organizzazioni musicali e sostiene iniziative in ambito musicale nel mondo intero, con particolare interesse la pedagogia a carattere innovativo di educazione musicale. Il convento è anche sede della Fondazione Ethoikos, un ente riconosciuto dalla Prefettura di Siena il 23 gennaio 2012. La fondazione ha istituzionalmente lo scopo di svolgere ricerca scientifica, insegnamento, divulgazione, didattica e valorizzazione delle risorse naturali, nell’ambito dell’etologia e dell’ecologia.

Autore scheda: Irene Sbrilli