Necropoli etrusca e Parco Archeologico di Dometaia – Colle di Val d’Elsa
Luogo: Dometaia, Località Buliciano
Comune: Colle di Val d’Elsa
Data/periodo: Dalla metà del VI secolo a.C al II secolo d.C.
Descrizione: Al confine tra i territori comunali di Colle di Val d’Elsa, San Gimignano e Casole d’Elsa, in un paesaggio rurale dove pochi sono i segni della moderna antropizzazione, si trova la necropoli etrusca di Dometaia.
Le prime ricerche documentate risalgono alla fine del XIX secolo: in due rapporti di scavo (1877 e 1880) il marchese Bonaventura Chigi Zondadari, Ispettore della Regia Soprintendenza, descrive l’indagine di cinque tombe, estremamente interessanti perché identificabili come complessi gentilizi riferibili a ricche famiglie stanziate nella zona. Nonostante i riferimenti di studiosi come Ranuccio Bianchi Bandinelli o di eruditi locali come il colligiano Ernesto Mattone-Vezzi, bisogna attendere il 1972 perché la Soprintendenza alle Antichità d’Etruria, con l’aiuto del Gruppo Archeologico Colligiano, riprenda le ricerche, sospese nel 2011, a seguito dell’apertura del Parco Archeologico di Dometaia.
Ad oggi le tombe individuate e scavate sono cinquantasei, distribuite in quattro distinte aree, corrispondenti, verosimilmente, a un diverso modo di occupare lo spazio rurale nei diversi periodi di utilizzo. Dall’analisi dei contesti e delle architetture, infatti, appare chiaro come lo sfruttamento dello spazio per la costruzione dei sepolcri fosse strettamente legato alle dinamiche del popolamento: così se in piena età arcaica si utilizzava l’area più occidentale, con la costruzione di una tomba a camera ipogea del tipo a tramezzo, con l’età classica vengono sfruttate nuove aree adottando altre tipologie tombali, come la tomba a camera ipogea a pianta complessa, caratterizzata da un vestibolo rettangolare sviluppato in lunghezza su cui si aprono tre, quattro o sei camere, espressione di gruppi gentilizi stanziati nel territorio che adoperavano l’area come comune luogo di tumulazione.
Con la piena età ellenistica, grazie anche alla progressiva ingerenza della città di Volterra, nascono, accanto alle sepolture della vecchia aristocrazia in uso fino al II secolo a.C., nuovi ipogei gentilizi, spesso circondati da tombe più modeste (a camera semplice o a fossa), che nella disposizione spaziale tradiscono un legame ideologico e sociale con i gruppi egemoni. L’ultimo utilizzo della necropoli è di piena età romana, testimoniata da sepolture a fossa quadrata destinate ad incinerati, accompagnati da scarsi elementi di corredo.
Per quanto concerne i reperti, conservati in gran parte nel Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa e nel Museo Archeologico Nazionale di Siena (Collezione Chigi Zondadari), vanno segnalati i ricchi corredi di ceramica a vernice nera e a figure rosse di produzione volterrana e, soprattutto, i frammenti di ceramica attica a figure nere e rosse, a testimonianza della ricchezza delle famiglie cui appartenevano i sepolcri.
Nel corso del Medioevo, le tombe erano conosciute e utilizzate in vari modi: infatti se le strutture vicino al complesso abitativo di Dometaia furono adibite a ricoveri e cantine (come testimoniano i numerosi frammenti ceramici recuperati nelle tombe).
Sappiamo inoltre per certo che il noto pittore colligiano Cennino Cennini si recava nell’area di Dometaia inn-una grotta molto salvaticha a raccogliere colori raschiando la gropta con una zappa: non è difficile riconoscere nella gropta molto salvaticha proprio una tomba etrusca.
Bibliografia:
AA.VV., Museo Archeologico Bianchi Bandinelli, Firenze, Le tre arti, 1990
Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, pp. 38-47
Angeloni A., Bandinelli G., Progetto Dometaia, in “Milliarium”, VI, 2006, pp. 8-13
Baldini G., La tomba n. 2 ed il sepolcreto orientale in località Le Ville. Contributo alla definizione della necropoli in età etrusca, in Baldini G., Bezzini M., Ragazzini S. (a cura di), La Collezione Bargagli nel Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa. I materiali di proprietà comunale, Colle di Val d’Elsa, Salvietti & Barabuffi, 2012, pp. 45-71
Baldini G., Note sul popolamento di età etrusca in Valdelsa: la ‘facies’ arcaica, in Schörner G. (a cura di), Leben auf dem Lande. ‘Il Monte’ bei San Gimignano: Ein römischer Fundplatz und sein Kontext, Internationales Kolloquium (Jena, 19–21 Juni 2009), Wien, Phoibos Verlag, 2013, pp. 145-177
Baldini G., Beninati G., Nastasi S., Ancora sul “Parco Archeologico di Dometaia”, in “Milliarium”, IX, 2011, pp. 36-43
Baldini G., Cianferoni G.C., I protagonisti: Bonaventura Chigi Zondadari (1841-1908), alle origini dell’archeologia in Valdelsa, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 41-43
Baldini G., Paluffi G., Roncaglia G., Colle di Val d’Elsa (si). Necropoli etrusca di Dometaia, in “Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana”, 5/2009, Borgo San Lorenzo, All’Insegna del Giglio, 2010, pp. 391-395
Baldini G., Ragazzini R., Uno skyphos inedito del Pittore di Milano nel suo contesto di ritrovamento, in Bastianoni C. (a cura di), Studi e memoria per Lovanio Rossi, Firenze, Edizioni Polistampa, 2011, pp. 61-106
Boldrini F., L’alta e media Valdelsa in periodo etrusco: una sintesi storico-topografica, in “Miscellanea Storica della Valdelsa”, XCVI, 257, 1990 [1991], pp. 235-268
Cianferoni G. C., L’alta Valdelsa in età orientalizzante e arcaica, in Manganelli M., Pacchiani E. (a cura di), Città e territorio in Etruria. Per una definizione di città nell’Etruria Settentrionale, Atti delle Giornate di Studio (Colle di Val d’Elsa, 12-13 marzo 1999), Colle di Val d’Elsa, Gruppo Archeologico Colligiano, 2002, pp. 83-126
Chigi Zondadari B., Siena, in “Notizie degli Scavi di Antichità”, 1877, pp. 301-305
Chigi Zondadari B., Casole d’Elsa, Colle di val d’Elsa, San Gemignano, in “Notizie degli Scavi di Antichità”, 1880, pp. 243-248
Manganelli M. (a cura di), Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa, Siena, Protagon Editori Toscani, 2003, pp. 60-69.
Manganelli M., Pacchiani E. (a cura di), Necropoli etrusca di Dometaia, Colle di Val d’Elsa, Gruppo Archeologico Colligiano, 1981
Mattone-Vezzi E., Vestigia etrusche e romane nel colligiano, in “Miscellanea Storica della Valdelsa”, XXVIII, 1920 [1921], pp. 88-95
Pellegrini G., Siena – Museo Chigi. I bronzi, in Milani L.A. (a cura di), Studi e materiali di archeologia e numismatica II, 1902, pp. 207-218
Talocchini A., Rassegna degli scavi e delle scoperte. Foglio 113. Prov. di Siena, s.v. Dometaia, in “Studi Etruschi”, XXVIII, 1960, p. 445
Documenti:
Fonti:
Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze
Archivio del Gruppo Archeologico Colligiano, Colle di Val d’Elsa
Testimonianze orali raccolte presso i soci del Gruppo Archeologico Colligiano, in particolare da Mario Manganelli, Carlo Parri e Paolo Parri
Cennini C., Il Libro dell’arte, Frezzato F. (a cura di), Vicenza, Neri Pozza Editore, 20116, cap. XLV, pp. 94-95
Schede inventariali:
Schede RA Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana:
tomba III: comprese tra 139420 e 139423
tomba V: comprese tra 139330 e 139335; 139424
tomba VII: comprese tra 139412 e 139419
tomba X: comprese tra 139427 e 139434
tomba XV: comprese tra 139425 e 139425
I reperti della tomba XVII hanno schede redatte al momento dello scavo: dalla D.t. 17/1 alla D.t. 17/35 ed una cassetta di frammenti fittili.
Note: Il Parco Archeologico di Dometaia è aperto da maggio a settembre ogni sabato, domenica e festivi dalle 16.00 alle 19.00; negli altri periodi dell’anno e negli altri giorni della settimana è aperto su prenotazione.
Autore Scheda: Giacomo Baldini
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