Necropoli di San Niccolò – Casole d’Elsa

Luogo: Località Poggio San Niccolò

Comune: Casole d’Elsa

Data/periodo: Fine IV – II sec. a.C.

Descrizione: Il Poggio di San Niccolò è la prima località ad entrare nella letteratura archeologica del territorio di Casole d’Elsa: nelle Novelle Letterarie del 1744 il senese Giovan Girolamo Carli, che tanto si spostò nella sua vita da essere definito erudito “vagabondo”, descrisse la scoperta di «una Grotta incavata nel puro tufo», che suscitò molto interesse nell’ambiente, soprattutto in relazione al ritrovamento di urne cinerarie dello stesso tipo di quelle che Monsignor Mario Guarnacci, negli stessi anni, stava recuperando a Volterra.

Tra il 1876 ed il 1877 abbiamo notizia di altre tombe trovate nella stessa località: il marchese Bonaventura Chigi Zondadari, infatti, invia due relazioni (pubblicate da Giuseppe Fiorelli in Notizie degli Scavi di Antichità), in cui descrive lo scavo di tre tombe a camera semplice del tipo diffuso in area volterrana in età ellenistica (di forma quadrata e semicircolare), ricche di oggetti di metallo (anelli, orecchini, lance e candelabri), urne e vasi di ceramica, confluiti in parte nella sua collezione, in parte nel Museo Guarnacci di Volterra. Bisognarà attendere il 1940 perché il sito di San Niccolò si riveli in tutta la sua importanza: nello sterro per il recupero della breccia, infatti, venne trovata una tomba che le relazioni del tempo indicano come non violata: alla fine di un breve dromos (corridoio), l’ingresso era ancora chiuso da due lastroni di pietra soprammessi.

La camera, di forma rettangolare, al cui interno era deposto un intero nucleo familiare, conteneva un interessantissimo complesso di materiali: oltre ai cinerari fittili (tra gli altri una kelebe  – cratere a colonnette di fabbrica volterrana – a figure rosse attribuita al Pittore della Colonna Tuscanica) e lapidei (un’urna con cassa liscia e recumbente maschile) si segnalano uno specchio bronzeo inciso ed un intero servito di ceramica argentata di produzione volterrana. I materiali permettono di datare l’utilizzo dell’ipogeo tra la fine del IV e la metà del II secolo a.C.

La necropoli, di cui purtroppo non è stata definita la precisa estensione, evidenzia caratteri del tutto simili alla vicina necropoli di Orli, pur con una maggiore qualità e ricchezza dei corredi. È probabile quindi che, sulla base delle stesse considerazioni avanzate per la necropoli di Orli, anche il sepolcreto di San Niccolò sia da riferire ad un centro non troppo distante (forse l’attuale Casole d’Elsa), sviluppatosi tra il IV ed il II secolo a.C. in stretta relazione con la politica di gestione del territorio attuata da Velathri (Volterra). Del resto non deve stupire la presenza di due necropoli ‘distinte’ a così breve distanza: ferma restando l’impossibilità di stabilire differenze di tipo sociale tra i due nuclei per l’incompletezza della ricerca, va registrata la medesima situazione anche nell’area archeologica di Cellole dove sono presenti due necropoli (La Ripa e Il Piattaccio-Sferacavalli), riferibili probabilmente allo stesso nucleo abitativo e caratterizzate dalle medesime specificità (tipologia tombali, corredi, complessità sociale).

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, p. 33

Baldini G., La Porta P., Casole d’Elsa. Museo Civico Archeologico e della Collegiata, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 44-47

Bianchi Bandinelli R., Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000, foglio 113 (San Casciano Val di Pesa), Firenze, Istituto Geografico Militare, 1927, p. 19

Bruttini E., I protagonisti: Giovan Girolamo Carli (1719-1786), erudito ‘vagabondo’ e archeologo ante litteram, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 48-51

Bruttini E., Giovan Girolamo Carli: l’erudito ‘vagabondo’ negli anni colligiani, in Bastianoni C. (a cura di), Studi e memoria per Lovanio Rossi, Firenze, Edizioni Polistampa, 2011, pp, 419-448

Chigi Zondadari B., Siena, in “Notizie degli Scavi di Antichità”, 1876, pp. 135-136

Chigi Zondadari B., Siena, in “Notizie degli Scavi di Antichità”, 1877, pp. 301-305

Cianferoni G.C., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Museo Archeologico e della Collegiata, Cianferoni G.C., Bagnoli A. (a cura di), Studio Per Edizioni Scelte, Firenze, 1996, pp. 19-60 (in particolare pp. 33-37)

Cimino L., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Casole d’Elsa e il suo territorio, Cimino l., Giffi Ponzi E., Passeri V. (a cura di), Radda in Chianti, 1988, pp. 21-88 (in particolare pp. 26-28)

De Marinis G., Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, 1977, p. 75-76

Goggioli S., Casole d’Elsa, in AA.VV., Museo Archeologico Bianchi Bandinelli, Firenze, Le tre arti, 1990, pp. 75-78

Mangani E., Specchio a disco circolare, in Maggiani A. (a cura di), Artigianato artistico in Etruria, Milano, Electa, 1985, pp. 168-169

Scamuzzi E., Contributi per la carta archeologica dell’Etruria. Di alcuni recenti trovamenti archeologici interessanti per la topografia dell’Etruria, in “Studi Etruschi”, XIV, 353-357 (in particolare pp. 355-357)

Terreni L., Casole d’Elsa. Il territorio nell’antichità, in “Milliarium” 1, 1998, pp. 4-15 (in particolare pp. 11-13)

Volpi F., Foglio 113 Castelfiorentino, in Torelli M. (a cura di), Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 199-224, p. 220

Documenti:

Chigi NS 1876

Chigi NS 1877

Fonti:

Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze

Archivio della Società  Archeologica della Valdelsa, Casole d’Elsa

Testimonianze orali raccolte presso i soci della Società Archeologica della Valdelsa, in particolare da Marco Bezzini e Giuliano Stoppo

«Novelle Letterarie», n. 34, Firenze, 21 agosto 1744, coll. 537-542; n. 35, Firenze, 28 agosto 1744, coll. 555-557; n. 36, Firenze, 4 settembre 1744, coll. 565-573

Note: La tomba, purtroppo in pessimo stato di conservazione, è visitabile; il materiale trovato nel luglio del 1744 è andato perduto, mentre gli oggetti recuperati negli scavi Chigi Zondadari 1876-1877 sono in parte al Museo Guarnacci di Volterra in parte nella Collezione Chigi Zondadari, dal 1951 di proprietà dello Stato ed ospitata nel Museo Archeologico Nazionale di Siena; il corredo della tomba scavata nel 1940 si trova in deposito presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa (sala 2).

Autore: Giacomo Baldini

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