La Tomba de Le Poggiola – Casole d’Elsa

Luogo: Località Le Poggiola

Comune: Casole d’Elsa

Data/periodo: V – II sec. a.C.

Descrizione: Tra gli oggetti presenti nella Collezione Bargagli di Sarteano, inventariati prima da L.A. Milani e successivamente da L. Pernier, sono citati materiali provenienti dalla pineta di Poggiola, tra cui, oltre ad oreficerie e piccole pietre levigate (forse pedine da gioco), una stele iscritta. Del ritrovamento esiste una relazione pubblicata nel 1877 sulla rivista Notizie degli Scavi di Antichità da Bonaventura Chigi Zondadari, regio ispettore alle Antichità, che descrive in maniera minuziosa il ritrovamento. Purtroppo, con il passare del tempo, si era persa la memoria della tomba e, soprattutto, l’esatta ubicazione: in letteratura si parla del podere del Poggiolo (molto distante dalla collina de Le Poggiola e dalle proprietà della famiglia Bargagli) e, erroneamente, la stele viene indicata come proveniente da Sarteano, dove effettivamente era esposta fino al 1918 nel Museo Bargagli.

Solo gli studi della dottoressa Giuseppina Carlotta Cianferoni, che ha diretto le ricerche alla fine degli anni ’90 del XX secolo, con la preziosa collaborazione della Società Archeologica della Valdelsa, hanno riportato alla luce l’ipogeo, permettendo di correggere definitivamente l’errore. Alla tomba, purtroppo in pessimo stato di conservazione, si accede da un lungo dromos (corridoio) a rampa, in leggera pendenza, privo di gradini: passato l’ingresso, un vestibolo rettangolare permette l’ingresso in tre camere disposte a croce, munite di letti di deposizione.

Il soffitto del vestibolo e delle camere laterali è totalmente crollato; l’ambiente che si apre sulla parete opposta all’ingresso conserva il soffitto (in parte restaurato) ed un esile pilastro al centro, anomalo  per questo tipo di struttura ma la cui presenza è stata fondamentale per l’identificazione con la tomba descritta dal marchese Chigi Zondadari nel 1877.

Come per la maggior parte dei complessi della Valdelsa, purtroppo le violazioni hanno privato le tombe dei corredi originari: tuttavia i reperti trovati nel 1877 e i (pochi) frammenti recuperati durante la recente ripulitura, associati alla planimetria della tomba (molto simile alla tomba VII della necropoli di Dometaia), suggeriscono di collocare la costruzione della tomba tra la fine del VI ed i primi anni del V secolo a.C.

Il clan gentilizio proprietario del sepolcro, una ricca famiglia aristocratica che, oltre a possedere terreni nella zona, svolgeva probabilmente una azione di controllo sulle vie di penetrazione da e per Volterra,  fu attivo sul territorio fino al II secolo a.C., come dimostrano gli oggetti dei corredi più tardi recuperati in frammenti nella tomba (ceramica a vernice nera di produzione locale, ceramica presigillata volterrana). La stele, purtroppo mutila e con le superfici molto deteriorate, reca una iscrizione incisa con caratteri etruschi arcaici di tipo settentrionale, di difficile decifrazione, ma collegata alla pratica del dono: mina tiurke[-(-)] – auri elurnierike- matan

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, p. 35

Baldini G., La tomba n. 2 ed il sepolcreto orientale in località Le Ville. Contributo alla definizione della necropoli in età etrusca, in Baldini G., Bezzini M., Ragazzini S. (a cura di), La Collezione Bargagli nel Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa. I materiali di proprietà comunale. I, Colle di Val d’Elsa, Salvietti&Barabuffi, 2012, pp. 45-71

Baldini G., Note sul popolamento di età etrusca in Valdelsa: la ‘facies’ arcaica, in Schörner G. (a cura di), Leben auf dem Lande. ‘Il Monte’ bei San Gimignano: Ein römischer Fundplatz und sein Kontext, Internationales Kolloquium (Jena, 19. – 21. Juni 2009), Wien, Phoibos Verlag, 2013, pp. 145-177 (in particolare pp. 161-162, passim)

Baldini G., Barbagli D., Cianferoni G.C., Un marchese archeologo. L’esperienza di Bonaventura Chigi Zondadari, brochure della mostra, Siena, 2010

Baldini G., Cianferoni G.C., I protagonisti: Bonaventura Chigi Zondadari (1841-1908), alle origini dell’archeologia in Valdelsa, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana editrice, 2010, pp. 41-43

Bianchi Bandinelli R., Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000, foglio 120 (Siena), Firenze, Istituto Geografico Militare, 1927, p. 19 (s.v. Poggiolo)

Chigi Zondadari B., Siena, in “Notizie degli Scavi”, 1877, pp. 301-305

Ciacci A., Le stele etrusche dell’Alta Valdelsa, in Ciacci A. (a cura di), Monteriggioni – Campassini. Un sito etrusco dell’Alta Valdelsa, Firenze, Edizioni all’insegna del Giglio, 2004, pp. 183-210 (in particolare pp. 192-196)

Cianferoni G. C., L’alta Valdelsa in età orientalizzante e arcaica, in Manganelli M., Pacchiani E. (a cura di), Città e territorio in Etruria. Per una definizione di città nell’Etruria Settentrionale, Atti delle Giornate di Studio (Colle di Val d’Elsa, 12-13 marzo 1999), Colle di Val d’Elsa, Gruppo Archeoplogico Colligiano, 2002, pp. 83-126 (in particolare p. 119)

Cimino L., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Casole d’Elsa e il suo territorio, Cimino l., Giffi Ponzi E., Passeri V. (a cura di), Radda in Chianti, 1988, pp. 21-88 (in particolare p. 26)de Marinis G., Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, Società Storica della valdelsa, 1977, pp. 57-58

Goggioli S., Bandinelli G., I castellieri della Montagnola senese: Monte Acuto di Torri, in La città murata in Etruria, atti del XXV Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma, 2008, pp. 402-407 (in particolare p. 402)

Pernier L., La raccolta archeologica Bargagli a Sarteano presso Chiusi, in “Rassegna d’Arte Senese” XIII, 1920, pp. 65-84

Pernier L., Raccolta archeologica Bargagli a Sarteano, in “Bollettino d’Arte”, 1920, pp. 17-23

Volpi F., Foglio 120 Siena, in Torelli M. (a cura di), Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 297-314, p. 313

Documenti:

Chigi NS 1877

Fonti:

CIE 1546

TLE2 498

ET Cl.0.2

ThLE², 394, 260

Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze

Archivio della Società  Archeologica della Valdelsa, Casole d’Elsa

Testimonianze orali raccolte presso i soci della Società Archeologica della Valdelsa, in particolare da Marco Bezzini e Giuliano Stoppo

Note: La tomba è visitabile; i materiali noti in letteratura fanno parte della Collezione Bargagli, donata allo Stato per lascito testamentario nel 1918. A seguito di queste vicende alcuni oggetti si trovano nel Museo Archeologico Nazionale di Siena, altri sono in deposito presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa, dove sono conservati anche i reperti frammentari trovati durante una ripulitura dell’ipogeo effettuata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in collaborazione con la Società Archeologica della Valdelsa.

Autore: Giacomo Baldini

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